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In un’intervista con il giornalista Gianmaria Rosati, su Motorsprint, Lorenzo Dalla Porta ha parlato delle ultime due negative esperienze in Moto2.
Il pilota toscano, campione del mondo di Moto3 nel 2019, quest'anno ha corso con due team, ma senza ottenere punti. Non era presente ad Assen, dove doveva correre con il secondo team.
Queste alcune sue parole: “Il morale è ancora alto, ma quello che mi fa molto arrabbiare è la poca professionalità delle persone, dato che ho vissuto un paio di situazioni molto brutte in poco tempo Ho sempre dato il massimo in pista”.
Sull’esperienza in Sag: “Il personale della squadra era di alto livello, ma non c’era il materiale tecnico adeguato. Ad esempio la moto nuova non è mai arrivata, e quella vecchia non è mai stata nelle giuste condizioni tecniche. In seguito il capo del team, per sopperire alla mancanza di budget, ha scelto di far correre un pilota pagante. Avevamo un accordo di due anni, ma sono diventate cinque gare. Onestamente volevo correre al Mugello, essendo la gara di casa, per poi prendere una decisione perché non ero proprio contento di quanto avevo a disposizione, ma non ci sono arrivato. Il capo del team mi ha messo alla porta con una telefonata, un qualcosa di davvero poco professionale, scaricando la colpa sul principale sponsor, quando in realtà al team serviva il budget di un pilota pagante per continuare a correre. Sarebbe stato molto più corretto dirmi “mi serve un pilota pagante, e dato che Bo (Bendsneyder ndr) ha fatto un podio devo tagliare te”.
Sulla seconda esperienza, con Forward: “Dopo la gara del Sachsenring nessuno mi ha detto nulla, e dopo tre ore ho ricevuto una telefonata dai capi del team, i quali mi hanno comunicato che non avrei corso ad Assen. È stato brutto, anche perché se fossero state persone corrette mi avrebbero almeno fatto correre ad Assen, completando i termini dell’accordo. Poi c’è stata un’altra cosa davvero di cattivo gusto. Al Sachsenring non ho terminato la gara a causa della gomma dietro, e ho dovuto aspettare la fine della corsa per tornare ai box. Durante quell’attesa un membro del team mi ha fatto una foto, facendola vedere ai capi del team e dicendogli “non è neanche sudato, questo pilota non ha voglia”. Una cosa che non mi hanno mai detto, ma poi ho scoperto il perché, dato che questa persona conosce il pilota che ora sta correndo al mio posto. In generale poi volevano risultati con una moto che non ha nemmeno 2000 chilometri in pista, il che non è semplice”