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Ha brillato da rookie in Moto2 tanto da guadagnarsi subito la chiamata in MotoGP, dove però il primo anno è stato un inferno. Raul Fernandez, 22 anni, è pronto a rilanciarsi nella classe regina in Aprilia, con il nuovo team satellite di Razlan Razali.
Fernandez ha parlato con Speedweek: "Non vedo l'ora. Non sono riuscito a dormire a Valencia quando mi è stato permesso di guidare l'Aprilia per la prima volta. Mi sono alzato alle 5,30 del mattino anche se poi i test sono iniziati alle 10,30".
Il pilota classe 2000 (è nato il 23 ottobre), è riconoscente alla Casa austriaca: “La mia prima moto da cross è stata una KTM, amo quel marchio. Il fatto che le cose non siano andate come ci aspettavamo non cambia le cose".
Speedweek ha incontrato il pilota dopo un allenamento sulla moto da cross e ha ricordato come l’ad di Aprilia, Massimo Rivola, avesse già cercato di ingaggiarlo nel 2021: “Sono molto grato a Massimo per aver riposto la sua fiducia in me, all'epoca non ero aperto ad altre offerte a causa del mio contratto KTM. Alla fine però il destino mi ha portato in Aprilia. Massimo mi dà molto supporto e sono molto felice di lavorare con lui. Ha già dimostrato nella sua carriera di essere un bravo talent scout, anche come direttore sportivo della Ferrari”.
Al momento del primo contatto con Rivola Fernandez si stava preparando al primo mondiale di Moto2: “La mia intenzione era quella di fare una seconda stagione in Moto2 perché non mi aspettavo all'inizio dell'anno di lottare per il titolo, cosa che poi ho fatto. Molte persone continuano a dirmi che ho buttato via le mie possibilità per il Campionato del Mondo con questo o quello incidente, ma quello che non capiscono è che non avevo la mentalità per lottare per il Campionato del Mondo. Se punti al titolo, ti prepari nella preseason”.
Sulla prima stagione in MotoGP: “Quello che è successo è successo, ed è positivo. La scorsa stagione è stata molto difficile e poiché non si può tornare indietro nel tempo, non ha senso parlarne. Non è stato facile lasciare KTM, perché sono un ragazzo che avrebbe voluto essere associato a un marchio per tutta la vita, come Marquez con la Honda”.
Hai perso fiducia l’anno scorso?
“Assolutamente... Il giorno in cui ho terminato la mia ultima gara con la moto precedente, mi sono chiesto: ‘Come posso essere così lento? Non capisco’. Il giorno dopo ho guidato un'Aprilia e mi ha colpito”.
Non tutto il 2022 è stato da buttare… hai imparato qualcosa?
“Sì, le gomme, l'elettronica, ho capito come lavorare con tante persone in giro quante ne devi mettere. Sono rimasto impressionato dal livello, non solo da un pilota. Ricordo di aver cenato con Pol Espargaró una volta nel 2020 e mi ha spiegato le caratteristiche di ogni MotoGP. All'epoca pensavo tra me e me: "Alla fine sono tutte motociclette". Ma poi sono entrato in MotoGP e wow! Ogni moto ha la sua linea, ogni moto è diversa, ogni pista, ogni gomma... Ricordo che Fabio Quartararo mi ha superato ad un test precampionato. Non stava facendo un giro veloce e sono riuscito a seguirlo per un paio di curve. E il comportamento in curva della Yamaha è stato scioccante. Poi ho trovato una Ducati e l'accelerazione è stata fantastica”