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Nel DopoGP di lunedì 6 febbraio si è capito chiaramente che queste moto non piacciono agli appassionati. Non è solo una questione di estetica - personalmente mi importa poco se una MotoGP sia bella o brutta, per me deve essere veloce e competitiva -, ma anche “filosofica”: la troppa aerodinamica sta snaturando le moto da corsa, sempre più vicine a una F.1 e sempre più lontane dai gusti (classici) dei motociclisti. Il rischio è quello che troppi “aggeggi” appicciati alle carenature facciano diventare i prototipi troppo complicati e quindi difficilmente comprensibili da chi non mastica così tanto di tecnica. E’ chiaro che lo sviluppo deve andare avanti, l’inventiva degli ingegneri è una parte fondamentale della competizione motoristica, ma forse sarebbe il caso di rivedere qualcosa. Per un accordo della MSMA, l’associazione delle Case costruttrici presenti nel motomondiale, il regolamento non può essere modificato fino al 2026 (compreso), ma il rischio è che la MotoGP, già alle prese con un momento difficile, perda ulteriore appassionati.
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