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Valentino Rossi nel weekend trascorso a Jerez, vicino alla sua squadra e ai ragazzi dell’Academy, ha avuto modo di firmare un contratto e rilasciare anche alcune interessanti interviste, come quella a Sky e quella al giornalista Oriol Puigdemont di motorsport.com, di cui riportiamo qui alcuni estratti.
Sulla paternità…
"Essere padre è un'esperienza bellissima. Ovviamente la vita ti cambia, soprattutto i ritmi e alcune abitudini, soprattutto al mattino, perché devi svegliarti presto. Ho aspettato a lungo prima di decidere di fare il grande passo perché pensavo che coniugare la paternità con le esigenze di un pilota sarebbe stato molto difficile. Ora penso che avrei potuto farlo prima. Vedere Giulietta crescere è una gioia"
Il giornalista ha ricordato a Rossi del suo passaggio da Honda a Yamaha nel 2004...
"Le cose sono cambiate molto da allora; sono passati 20 anni. È vero che la moto conta molto, ma se c'è una cosa che il campionato ha azzeccato è che le prestazioni tra le moto sono molto simili. Ci sono dieci piloti che sono tutti in grado di vincere"
Il Motomondiale sta attraversando un periodo in cui l'audience è calata: cosa bisogna fare per raggiungere il pubblico che si è perso?
"Con me è successa una cosa un po' particolare, perché ci sono state molte persone che non seguivano le moto e che poi sono diventate degli appassionati. Persone sia dall'Italia che dal resto del mondo. Ora, diciamo che i livelli di popolarità del Motomondiale sono tornati alla normalità, alla fase precedente al mio arrivo. Si stanno cercando formule, come le gare Sprint, per attirare più persone, ma in termini sportivi credo che il campionato funzioni. È emozionante guardare le gare della MotoGP, dalle tribune o in TV"
Ma la Formula 1 è cresciuta molto come evento, al di là di ciò che accade in pista. Pensa che questa sia la strada da seguire anche qui?
"La Formula 1 ha seguito una linea molto americana; qualcosa di simile alla NBA, molto incentrata sullo spettacolo. Negli ultimi anni la popolarità che ha raggiunto è spaventosa, è un prodotto di altissimo livello, che tutti vogliono vedere. Credo che anche la MotoGP possa farlo, ma non so come. Ma il potenziale c'è"
Cosa deve fare la Yamaha per convincere VR46 a correre con le sue moto?
"Abbiamo un contratto fino alla fine del prossimo anno, quindi nel 2024 correremo con la Ducati. Mi piacerebbe che VR46 corresse con la Yamaha, perché io sono un pilota Yamaha, quindi avrebbe senso. Il problema è che la Yamaha deve trovare un modo per migliorare la M1. Vogliamo andare alle gare pensando di poter pensare di vincere o di lottare per il podio e, al momento, la situazione tecnica della Yamaha è complicata. Hanno il potenziale per migliorare e c'è ancora un po' di tempo prima di decidere (per il 2025). Ma la Ducati, dall'arrivo di Dall'Igna, ha davvero fatto un passo avanti e ha alzato il livello tecnico. Gli altri sono diventati inseguitori"