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Per quanto Lin Jarvis possa dire che "Yamaha non si ferma" quelle sono solo parole mentre invece, nella MotoGP come nella vita, contano i fatti. E gli ultimi fatti raccontano di un Fabio Quartataro che ha deciso di tornare alla base 2021 mentre i risultati in pista sono deludenti.
Nel frattempo è certo che anche per il 2024 Yamaha non avrà una squadra satellite con cui poter incrociare i dati e sviluppare le moto. Un altro fatto che dimostra, in qualche modo, l'incapacità di essere competitivi.
In tutto questo c'è da segnalare anche il passaggio di Toprak Razgatlioglu da Yamaha a BMW in Superbike, quindi l'addio del secondo attore principale, dietro a Quartararo, della Casa giapponese.
Insomma come abbiamo già detto molte volte piove sul bagnato. Per il proseguo del 2023 e per il 2024 la M1 sembra destinata al ruolo di comprimaria. Una situazione, per certi versi, inammissibile: una Casa come Yamaha partecipa per vincere, non per fare presenza.
Il contratto di Franco Morbidelli scade alla fine di questa stagione. Fino a ora il campione del mondo della Moto2 non ha dato l'impressione di poter essere competitivo, anche se in Argentina si era fatto rivedere davanti.
Rimane difficile pensare a una conferma, anche se le probabilità sono aumentate.
Perché?
Per diverse ragioni: la prima è che Yamaha non è competitiva e quindi non è attrattiva per gli altri piloti. La seconda ragione è che uno dei candidati è stato, in qualche modo, stoppato da Paolo Ciabatti: "Jorge Martin non vincerebbe in Yamaha, meglio resti da noi".
Anche Alonso Lopez è un talento su cui Yamaha ha messo gli occhi. Ma anche qui si torna al discorso di prima: conviene passare in MotoGP su una moto che, di fatto, non garantisce di essere competitivi?
Per queste ragioni al momento la conferma di Morbidelli sembra essere tornata in auge: non tanto per i meriti di Franco, quanto per le prestazioni della M1. Staremo a vedere, mancano ancora 15 GP.