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Fabio Quartararo resta sempre molto motivato - come ha precisato in diverse occasioni lo Zam - anche se in realtà se non avrebbe molti motivi di soddisfazione: nei GP della domenica è finito nella top ten in due sole occasioni e il suo miglior risultato resta il settimo posto in Portogallo. Vero, fu terzo nella Sprint di Jerez, ma in quella occasione molti piloti erano caduti davanti a lui e poi fu declassato al quarto posto per “carenza di pressione”…
Su Speedweek il francese pare pare tuttavia, al solito, piuttosto ottimista. Il futuro è secondo lui molto promettente e c’è una figura che Fabio vuole riconoscere come protagonista del rilancio: Max Bartolini.
“Il fatto che Max sia venuto da noi (dalla Ducati n.d.r.) è stato uno dei motivi determinanti per cui sono rimasto qui. Lui capisce bene il motore e l’elettronica e poi sa come dare fiducia a un pilota. E’ molto importante: mi ha dato informazioni fondamentali e questo mi ha convinto a restare. Max ha cambiato completamente il nostro modo di pensare”.
Bartolini e poi il team satellite. Due decisioni di Yamaha che hanno avuto un peso nella sua decisione.
“Abbiamo parlato di un team clienti molto prima di ragionare sul mio contratto. All’epoca non c’era niente di definito, ma se avessi capito che la mentalità di Yamaha non sarebbe cambiata, non credo che avrei firmato”.
Quartararo si sente responsabile soltanto in parte di come si è sviluppata la M1 in questi ultimi anni. Perché la Yamaha era davvero buona anni fa, spiega, e quello che mancava era la potenza.
“Adesso abbiamo un motore ok, ma gli altri punti i forza sono scomparsi! Non abbiamo grip, l’aerodinamica non è corretta, la moto è difficile da guidare. Non mi sento responsabile, ma forse siamo andati nella direzione sbagliata con lo sviluppo del motore. Oggi proviamo a mantenere questi livelli di potenza e ritrovare la dinamicità di due tre anni fa. E’ difficile ma è il nostro obiettivo”.
L’ultima domanda è su Pramac. Cosa serve a Prima Pramac per avere successo come squadra satellite?
“Non la definirei satellite, per me è una estensione del team ufficiale. Dovranno ricevere lo stesso supporto che riceviamo noi nella squadra interna, non deve succedere ciò che accadde in passato, quando ero nel team cliente Petronas e una moto diversa. Abbiamo bisogno di quattro moto identiche per poter migliorare tanto e farlo in fretta”.