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Gara di gestione, mentalmente impegnativa per Pecco Bagnaia che ha condotto il GP del Giappone dal primo fino all'ultimo giro, in fuga dagli inseguitori e sopratutto da uno Jorge Martin che scattava dalla undicesima casella. Al via Pecco sorprende Acosta e si piazza in testa per non abbandonarla per tutto il resto della gara, riuscendo a non cedere alle pressioni dello spagnolo e recuperando 11 punti: adesso il suo distacco da Martin nella classifica è ridotto a 10 punti, nulla se pensiamo alla costanza di Pecco, alla sua concentrazione e alle gare che verranno. Molti, se pensiamo che Jorge non cede di un millimetro, è più sereno e centrato, per sua stessa ammissione, rispetto a un anno fa. Sarà un'incredbile sfida.
Martin scattando dalle retrovie ha dovuto stressare più del previsto le gomme, per superare avversari come Binder (scattato benissimo al via), il poleman Acosta, Marc Marquez (passato in uno splendido doppio sorpasso insieme a Bastianini) per arrivare al secondo posto e cercare di ricucire il gap tra lui e Pecco. Gap che ha oscillato tra 1,8 e 7 decimi, con momenti in cui sembrava che lo spagnolo potesse agguantare Pecco e altri in cui Bagnaia faceva chiaramente intendere che non sarebbe stata facile, inanellando una serie impressionante di giri in 1.44 che hanno posto le basi per un ultimo giro senza troppi patemi e portato la Ducati del team ufficiale alla vittoria.
Gara deludente per Acosta: secondo al primo giro, il pilota GASGAS ha commesso un errore all'ultima variante al terzo giro e si è steso senza conseguenze, riuscendo a ripartire, compromettendo la sua gara: "non ho fatto nulla di diverso rispetto al giro precedente" è stato il commento dello spagnolo che nel fine gara era ancora molto amareggiato.
Ma, ancora prima della caduta di Acosta, alla curva 11 curioso incidente tra Alex Marquez e Joan Mir: Alex tampona Mir e la sua Ducati resta incastrata nel codone della Honda. Mir non può far nulla e cadono in due. Piloti ok, ma molta delusione nelle facce di entrambi, l'incidente è sotto investigazione della Direzione Gara.
Marquez ha corso una gara da lui definita nel dopo gara "noiosissima": piazzatosi terzo nel corso dei primi giri, sopravanzando un Binder fortissimo in staccata, ha condotto una gara regolare, cercando di non farsi acciuffare da Bastianini, in recupero dalla quinta posizione: anche lui ha dovuto vedersela con Binder e per tutta la gara ha cercato di chiudere il gap tra lui e Marc (arrivando anche a sei decimi, approfittando di un errore di Marquez) ma poi le posizioni dei primi quattro si sono cristallizzate fino all'arrivo. Ottimo podio per Marc, contento nel dopo gara, quarto posto che invece va un po' stretto a Enea per quanto fatto vedere in gara.
Ottima anche la rimonta di Morbidelli, quinto al traguardo precedendo Binder e delusione per Maverick Vinales che è caduto senza conseguenze e non è arrivato al traguardo nemmeno Lorenzo Savadori, temporaneamente in forze al Team Trackhouse in sostituzione di Oliveira. Bezzecchi e Di Giannantonio si sono piazzati settimo e ottavo.
Le migliori moto giapponesi al traguardo sono state la Honda di Zarco (undicesima) e la Yamaha M1 di Quartararo, dodicesima: non un risultato entusiasmante per Honda ma lo stesso Luca Marini (quattordicesimo al traguardo) ha detto che il bilancio è positivo per la casa giapponese nonostante il circuito di Motegi metta in crisi più di altri la RCV.