MotoGP 2024. GP della Malesia. Pecco Bagnaia: "Bisogna arrivare all'ultimo GP con al massimo 10 punti di svantaggio. Per me sarebbe meglio non correre a Valencia"

MotoGP 2024. GP della Malesia. Pecco Bagnaia: "Bisogna arrivare all'ultimo GP con al massimo 10 punti di svantaggio. Per me sarebbe meglio non correre a Valencia"
Il campione del mondo si trova nella situazione opposta a un anno fa: nel 2023 aveva 14 punti di vantaggio su Martin, oggi ne ha 17 di svantaggio. Le sue parole alla vigilia di Sepang: "Una canzone? Stairway to Heaven"
31 ottobre 2024

Pecco Bagnaia riparte da Sepang con 17 punti di svantaggio da Jorge Martin e a niente servono le 15 vittorie a 9 nei confronti dello spagnolo, e neanche le 9 vittorie a 3 nelle gare della domenica. Martin ha fatto meno zeri e più podi, questo fa la differenza.

Così Bagnaia dovrà attaccare senza fare errori, una situazione che, giocoforza, mette pressione. È una pressione però che, stanti le parole di Bagnaia, al pilota piemontese piace. Significa che è forte e lotta per le cose che contano.

Ecco cosa ha detto Bagnaia nel giovedì della Malesia.

Sull’alluvione a Valencia...

"Penso intanto sia importante ricordare cosa sta succedendo a Valencia, vogliamo essergli vicini, noi sappiamo cosa significa perché ci è successo qualcosa di simile in Italia. Spero che il tempo migliori presto"

L’anno scorso qui avevi tu 14 punti di vantaggio…

"È un weekend importantissimo e dobbiamo iniziare al meglio e cercheremo di fare al meglio tenendo conto che sappiamo cosa abbiamo sbagliato al sabato in Thailandia"

Sulla pressione…

"Per quanto riguarda la pressione c’è sempre ma mi piace trovarmi in questa situazione. È una situazione critica perché devi essere veloce, non devi fare errori e so che Jorge ora è nella mia situazione dell’anno scorso e non è facile. Penso che ci godremo il momento"

Ancora su Valencia…

“La cosa più difficile per me è che girare là è un momento di festa ma sapendo quello che è successo come facciamo? Noi siamo rispettosi di quel che succede e sento che non sarebbe giusto girare là. Se fosse mia la scelta sceglierei di non correre là, ma decide la Dorna, credo comunque che ci siano altre opzioni”

Quale circuito consiglieresti?

“Non è il momento di dire quello che io vorrei, aspettiamo e quel che decideranno va bene, Assen andrebbe bene ma fa freddo, o Mugello anche”

Accetteresti l’annullamento dell’ultimo GP?

“Non sono io che devo decidere”

Vincerà chi farà meno errori?

“Sono in un momento del campionato in cui io devo rischiare un po’ di più, lui può finire sempre secondo e vincere, in questo momento io devo attaccare e quindi dare gas, per avere chance devo essere al massimo 10 punti di svantaggio nell’ultimo GP”

Negli ultimi tre anni il titolo si è deciso all’ultima gara, ti sei chiesto perché?

“Ogni stagione ha qualcosa di strano, nel 2022 avevo un bel po’ di punti di svantaggio mentre l’anno scorso le cose stavano andando bene poi ho avuto l’incidente di Barcellona… quest’anno non possiamo lamentarci della velocità, ho vinto 15 gare ma siamo stati un po’ sfortunati e io ho fatto degli errori, anche Jorge. Ma non ci penso più di tanto, le cose stanno così”

Nella conferenza malese ci sono state, alla fine, anche domande fatte da appassionati sparsi per il mondo, eccone alcune:

Quali sono stati i momenti facili e difficili durante la stagione e cosa hai imparato?

“Dal punto di vista di fare meno errori non sono cresciuto, mi sono divertito di più. Assen è stato un weekend incredibile, anche il Mugello, vedere i fan sulle tribune. Quello che ho migliorato è godersi meglio il momento”

Se poteste scegliere una canzone prima della gara che deciderà il titolo, quale sarebbe?

“Ascolto molta musica, difficile scegliere una, forse Starway to heaven o Learn to fly”

Poi un altro appassionato ha consigliato ai due piloti di leggere il discorso "L'uomo nell'arena" di Theodore Roosvelt, 26° presidente degli Stati Uniti. Roosevelt pronunciò questo discorso il 23 aprile 1910 alla Sorbona di Parigi.  

Il passo più famoso del discorso è noto appunto come "The Man in the Arena", cioè L’uomo nell’arena:

"... Non è il critico che conta, né l’individuo che indica come l’uomo forte inciampi, o come avrebbe potuto compiere meglio un’azione. 
L’onore spetta all’uomo che realmente sta nell’arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal sangue; che lotta con coraggio;

che sbaglia ripetutamente, perché non c’è tentativo senza errori e manchevolezze;

che lotta effettivamente per raggiungere l’obiettivo; che conosce il grande entusiasmo, la grande dedizione, che si spende per una giusta causa;

che nella migliore delle ipotesi conosce alla fine il trionfo delle grandi conquiste e che, nella peggiore delle ipotesi, se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato abbastanza.

Dunque il suo posto non sarà mai accanto a quelle anime timide che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta".  (traduzione dall’inglese di G. Carro © 2007)

Versione originale:

(…) It is not the critic who counts; not the man who points out how the strong man stumbles, or where the doer of deeds could have done them better.
The credit belongs to the man who is actually in the arena, whose face in marred by dust and sweat and blood; who strives valiantly; who errs, who comes short again and again, because there is no effort without error and shortcoming; but who does actually strive to do the deeds; who knows great enthusiasms, the great devotions; who spends himself in a worthy cause; who at the best knows in the end the triumph of high achievement, and who at the worst, if he fails, at least fails while daring greatly, so that his place shall never be with those cold and timid souls who neither know victory nor defeat.

tratta dal sito https://lifeislikeawavewhorisesupanddown.wordpress.com/

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