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Prima dei festeggiamenti, Jorge Martin è passato dalle tv e dalla sala stampa per le interviste.
Su cosa pensasse nel corso degli ultimi giri...
"Non volevo vedere i riferimenti, volevo mantenere un bel distacco, a 8-9 giri dalla fine ho iniziato a vedere tutto, mio padre, con cui andavo ad allenarmi, ho iniziato a vedere mia mamma che cucinava, la mia fidanzata. Mi sono concentrato di nuovo, mi sono tranquillizzato perché dovevo ancora finire la gara, volevo far passare Aleix per farlo salire sul podio ma quando ho visto che A. Marquez l'aveva passato ho pensato solo a finire"
Sulla Ducati...
"Ringrazio Ducati, sono stati incredibili a lasciarmi lottare con Pecco, nessuno lo pensava, grazie per avermi dato la moto che mi ha fatto vincere il Mondiale"
Sul suo miglioramento a livello mentale...
"Il messaggio che posso dare è che mi ha aiutato vivere il presente, non rimanere sul passato, imparare e non ripetere lo stesso errore perché nessuno sa il futuro. Vediamo se porterò il numero 1, non è facile come scelta"
Se il suo nervosismo provenisse dalla paura di perdere il titolo...
"Avevo più l'illusione di vincere che la paura a perdere, perché avevo già perso l'anno scorso e non è finito il mondo. Ce la volevo fare per la mia gente. Mi fa piacere vedere che la gente è contenta per me, anche Enea mi ha detto che era contento per me, so che non è stata una gara e una carriera facile"
Ancora sulla gara...
"È stata lunga, tanti alti e bassi, tanti momenti difficili"
La dedica...
"Posso solo dedicarla a quelle persone che mi hanno sostenuto fin dal primo giorno in cui ho iniziato a guidare una moto, soprattutto mio padre, mia madre, mio fratello, mio nonno che è in paradiso, tutta la mia famiglia, mio zio non potevo fermarmi: tutte le squadre che mi hanno dato opportunità. Sono ancora sotto choc, non ho tante parole"
Jorge ha raccontato i suoi inizi non facili...
"Non ho avuto un percorso facile, sappiamo tutti da dove vengo. I miei genitori hanno lottato molto affinché potessi realizzare il mio sogno ed era questo: essere campione del mondo MotoGP. Ci siamo riusciti. Questo mi ha reso più forte. Sicuramente avrei potuto arrendermi prima. Quando ho vinto nel 2018, stavo già pensando al futuro. Ho realizzato il sogno della mia vita. Potrei fermarmi domani e sarei la persona più felice del mondo. C'è ancora molta strada da fare, spero che ci sarà Martinator per un altro po'"
Il lavoro con lo psicologo è stato importante...
"Ho lavorato molto quest'anno, liberandomi della paura di non vincere, grazie al mio psicologo per aver portato via quella paura. Non è più la paura di perdere, ma la speranza di vincere. È quello che ho imparato quest'anno e è ciò che spero di continuare nei prossimi anni".
Ancora sulla corsa lunghissima...
"Non volevo guardare i giri. La prima volta che ho guardato erano sette. Ho visto che avevo Aleix dietro e questo mi ha tranquillizzato, sapevo che era un buon alleato nella gara di oggi. C'è stato un momento in cui ho visto sul maxischermo mio padre, María ed è stato allora che ho cominciato a pensare a mia madre, alla pasta quando andavamo sui kart, a mio padre a tutte le ore del mattino, agli straordinari... è stato molto difficile. Poi ho dovuto concentrarmi e mi sono detto: "Devi finire la gara". Sono molto orgoglioso. Grazie alla mia famiglia e alla squadra"
Le lacrime...
"Appena ho tagliato il traguardo ho pianto tantissimo. All'ultimo giro hanno cominciato a cadere le lacrime. Nel parco chiuso credo di aver lasciato uscire quasi tutto. Devo ancora piangere, mi resta una lunga giornata. Grazie a tutto il mio team, grazie a Ducati che mi ha dato l'opportunità di arrivare in MotoGP, forse non abbiamo finito nel migliore dei modi, perché non sono andato nel team ufficiale, non abbiamo chiuso quel cerchio, ma loro mi hanno dato la possibilità di lottare per questo, di avere tutte le armi. E devo essere grato per questo perché nessuno se lo aspettava, sono molto felice di aver vinto contro il migliore Pecco e contro un grande Marc"
Sulla vittoria con un team satellite...
"Ho imparato a guidare dando il 100%, a prescindere dal rumore, come lo chiamo io. Oggi c'erano telecamere, gente, urla. La gente, nel fine settimana, cercava di darmi consigli. Alla fine, la gente prova a darmi la loro opinione, ti aiuta, ma questo può farti del male. Ho saputo dare il 100% indipendentemente da ciò che accade fuori. È chiaro che mi frustrava, che volevo andare in quel posto, ma la vita ti insegna lezioni. Ti porta in posti che non ti aspetti e bisogna adattarsi, vivere"
Metterai il numero 1 in Aprilia?
"Abbiamo un mese per pensarci, non posso ancora dirlo. L'importante è avere due stelle, quella importante è quella grande. Ci tengo tantissimo a mettere la targa con il mio nome sul trofeo della MotoGP, portarlo a casa e tenerlo per tutta la vita"
Un pensiero anche al rivale Bagnaia...
"Pecco è una persona incredibile, abbiamo un grandissimo rispetto, lui mi ha portato al limite, e io l'ho portato al limite. È una storia bellissima che noi abbiamo condiviso la camera, eravamo bambini e ora siamo campioni del mondo"