MotoGP 2024. GP di Catalogna. Manu Cazeaux: “Vinales e Aprilia non hanno ancora mostrato tutto il potenziale”

MotoGP 2024. GP di Catalogna. Manu Cazeaux: “Vinales e Aprilia non hanno ancora mostrato tutto il potenziale”
Il capo tecnico di Maverick Viñales si racconta a Moto.it: come ha iniziato, che piloti ha avuto, con quale ha raccolto meno delle aspettative. E, naturalmente, si parla tanto di Aprilia e Vinales: “La sua velocità è indiscussa, ma non è vero che non è costante. Possiamo fare bene”
23 maggio 2024

Montmelò - Crede molto in Maverick Viñales. Ci crede non perché è il suo capotecnico, ma perché è convinto che Maverick sia uno di quelli buoni per davvero, capace di fare la differenza.

“Non scopro io la sua velocità, quando è a posto con la moto, è veramente forte”.

Facciamo un passo indietro. Come e quando ha iniziato l’ingegnere (elettronico) Manu Cazeaux in MotoGP?

“Sono entrato in Ducati nel 2005 nella progettazione elettronica. Nel 2007 ho iniziato a seguire le gare in pista, fino al 2014: ho lavorato con Nicky Hayden e Cal Crutchlow. Poi nel 2015 sono passato in Suzuki, prima con Vinales, fino al 2016, quindi con Rins fino al 2022. Dal 2023 sono in Aprilia”

Ducati, Suzuki, Aprilia: cambia molto il metodo di lavoro?

“Sì, anche se è difficile fare un paragone, perché il tempo passa e il lavoro si evolve: la MotoGP del 2010 non c’entra niente con quella di adesso. C’è stata un grande cambiamento, dal modo di analizzare i dati, alla progettazione della moto. Sicuramente è chiara la differenza nell’approccio giapponese rispetto a quello italiano: mi sento privilegiato ad averli visti entrambi, perché ogni metodo ha i suoi punti di forza”

Tra i piloti con i quali hai lavorato, ce n’è uno con cui hai raccolto meno di quanto ti aspettassi?

“In Suzuki, spesso facevamo molto meglio in gara rispetto alle qualifiche. In tanti GP avevamo il passo per lottare per la vittoria, ma eravamo troppo penalizzati dalla posizione di partenza. Rins era abbastanza bravo a superare, ma un conto è partire in seconda o in terza fila, un altro è scattare più indietro. Si poteva fare di più”

2024: qual è il tuo bilancio dopo 5 GP?

“Sono due anni consecutivi che Ducati va molto bene con tanti piloti veloci: era facile prevedere che sarebbero stati protagonisti anche nel 2024. C’era il punto interrogativo sulle prestazioni di Marc Marquez: come ti avevo detto (in una intervista fatta per prima dell’inizio della stagione) ero sicuro che sarebbe andato forte, ma anche altrettanto certo che non avrebbe dato mezzo secondo a tutti gli altri piloti. Ed è così. Poi ci sono mille parametri da considerare, ma come velocità non mi aspettavo quel vantaggio che tanti prevedevano. Honda e Yamaha: non mi aspettavo grandi miglioramenti nella prima parte dell’anno. KTM: si fa un po’ fatica a capire il livello, sembra che abbiano finito meglio il 2023, rispetto a come abbiano iniziato nel 2024. Ma si fa fatica a capire dall’esterno”

E Aprilia?

“Abbiamo una moto che ha più potenziale di quella dell’anno scorso, ma non abbiamo ancora scoperto il 100% del potenziale. È cambiata più di quello che mi aspettavo: stiamo cercando di trovare il miglior bilanciamento per ogni circuito. Se non ci fosse stato il problema di Portimao (al cambio, NDA), oggi saremmo secondi nel mondiale. Stiamo facendo abbastanza bene”

Maverick ha vinto due sprint e una gara, se la sarebbe potuto giocare anche a Portimao senza il problema del cambio: direi che è un buon inizio.

“Lo è. Abbiamo faticato in Qatar, dove siamo arrivati non pronti con la messa a punto della moto 2024, perché a Sepang, nei test, non avevamo potuto lavorare al meglio. Domenica in Qatar abbiamo capito la direzione: in gara raccogli tanti dati e da Portimao abbiamo fatto un passo in avanti. Nelle ultime cinque qualifiche sull’asciutto, abbiamo fatto quattro volte la prima fila: è una conferma che la velocità c’è. Abbiamo sbagliato solo in Qatar e a Jerez con il bagnato, dove ci è mancata esperienza con la RS-GP24: crediamo di aver trovato la soluzione”

Da inizio anno dici di essere molto fiducioso in Vinales: siamo sulla strada giusta?

“Lui si è fatto la fama di essere un pilota poco costante, ma io ricordo a tutti che nel 2016 ha fatto quarto nel mondiale in una stagione con Marquez e Pedrosa in Honda, Dovizioso e Iannone in Ducati, Lorenzo e Rossi in Yamaha. Era un mondiale di un certo livello, ma fece quarto: era stato costante. Cosa è successo dopo non lo so, posso dire che nel 2023 in Aprilia, quando sono tornato a lavorare con lui, c’erano un paio di difficoltà molto importanti che abbiamo dovuto risolvere. Ci siamo arrivati nel finale di stagione e da lì in poi ha avuto una buona velocità. Ma non siamo ancora al 100% del potenziale della moto: Maverick è al terzo anno in Aprilia, comincia ad averla molto più in mano e a spiegare meglio alla squadra cosa gli serve. La RS-GP non è facilissima, ha un grande potenziale, si può andare molto molto forte, ma non è così intuitiva. Credo sia il momento di raccogliere, ha in mano la moto in tutte le situazioni”

Nel 2023, Aprilia aveva dominato su questa pista: la tua aspettativa è altissima?

“Mentre a Le Mans sapevamo di dover giocare in difesa per il carattere della RS-GP 2024, su questa pista non ci sono motivi tecnici perché la moto non vada bene. Mi aspetto un’Aprilia competitiva, si può lottare”

Perché la RS-GP va così bene su questa pista?

“Non lo so…”

E più in generale, come vedi il campionato?

“Credo sarà un campionato molto lungo, dove bisognerà gestire bene le energie, soprattutto se si mantiene questo livello. Adesso sembra che Martin abbia preso un po’ di margine, ma è un attimo con questo formato recuperare. È un campionato che sta piacendo agli appassionati, dove ci sono 6-7 piloti che possono vincere la domenica”

Vinales, naturalmente, è uno di quelli.

“Lui ha già vinto e anche dove non è andato così bene, ha dimostrato di avere sempre un buon passo”

C’è ancora un aspetto di Maverick che ti fa, tra virgolette, arrabbiare?

“Noi come team e lui come pilota possiamo crescere in alcuni aspetti, ancora c’è potenziale inespresso. Se riusciamo a tirarle fuori, saremo ancora più competitivi. La velocità di Maverick non la scopro certo io”

Vederlo guidare è meraviglioso.

“Quando lui si sente a posto con la moto, è veramente forte. Stiamo cercando il modo insieme a lui per trovare ancora un po’ più di costanza”

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