MotoGP 2024 - Il mondiale delle cadute: fenomeni o piloti "normali"?

Un’altra scivolata, questa volta di Jorge Martin, finito a terra durante il primo giro mentre era al comando. A Misano2 era stato Pecco Bagnaia a scivolare mentre era terzo. I due piloti che si stanno giocando il titolo e che se lo sono giocati nel 2023 continuano ad andare fortissimo, ma anche a sbagliare. Perché?
28 settembre 2024

#lanotiziainprimafila E’ il mondiale delle cadute: questa volta è stato Jorge Martin a finire a terra durante il primo giro della sprint del GP dell’Indonesia mentre era al comando. Soltanto una settimana fa, a Misano, era successo a Pecco Bagnaia in gara mentre era terzo. Per Martin è il quarto zero - due nella sprint e due la domenica -, mentre Bagnaia è a quota sette, 4 nella sprint e tre la domenica. Una anomalia. Così come non è normale che le cadute incidano sul campionato più che le vittorie: nonostante Pecco abbia trionfato 12 volte - 5 nella sprint e 7 in gara -, contro le 7 di Jorge - suddivise in 5 sprint e due GP -, deve rincorrere in campionato a -12 punti. Colpa del punteggio che non premia abbastanza il primo posto? Questa, per esempio, è l’opinione di René Pierotti, ma personalmente non sono così convinto: sono troppi gli “zero” dei due principali sfidanti per il titolo. Lo pensa anche Bagnaia. Qualcuno suggerisce di introdurre gli scarti: ma con così tanti “zero”, non cambierebbero minimamente la classifica, gli scarti sarebbero comunque inferiore agli sbagli. Quindi? Si va troppo forte ed è più facile sbagliare, o Bagnaia e Martin non sono così fenomenali come io sono convinto che siano? Proviamo a entrare nel dettaglio. Ci sono un po’ di elementi a favore dei due protagonisti:

  • è indubbio che si va fortissimo e si va fortissimo dal primo giro delle libere fino all’ultimo del GP. Molto più che in passato, è innegabile;
  • Il nuovo formato, impedisce ai piloti di essere perfettamente centrati con messa a punto, gomme, pista: c’è poco tempo, si parte sempre con qualche dubbio, piccolo o grande che sia;
  • Chi va forte, il tuo rivale, ha una moto uguale alla tua: per batterlo, per stargli davanti, per superarlo devi inventarti sempre qualcosa ed essere praticamente perfetto: uno sbaglio, anche minimo, ti fa arrivare secondo, se non terzo o quarto…
  • Rispetto al passato, ci sono molti più “aggeggi” da gestire, a cominciare naturalmente dagli abbassattori: il lavoro del pilota si complica un bel po’;
  • Aggiungiamo anche le gomme: super efficaci, ma non perdonano nulla: un metro fuori traiettoria e sei per terra.

 

Quindi, Martin e Bagnaia cadono troppo rispetto ai campionissimi del passato, ma hanno più di una scusante. E chi è dietro di loro cade più o meno allo stesso modo. Sotto questo aspetto, il migliore è Enea Bastianini, che fino adesso ha tre “zero”, due nei GP, uno nella sprint. Insomma, i numeri dicono che tutti sbagliano, non solo Martin e Bagnaia. Detto tutto questo, per me rimangono due fenomeni.

 

E’ questa #lanotiziainprimafila di oggi, vorrei sapere la vostra opinione.

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