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Sabato, dopo la sprint, era arrabbiato con se stesso: “Non dovevo fare quello sbaglio alla curva 1”, consapevole che aveva tutte le possibilità per giocarsi la vittoria.
Si è rifatto, alla grande, la domenica: in una MotoGP dove è sempre più difficile superare, solo lui riesce a fare certe cose. Una vittoria che toglie tanti, forse tutti i dubbi sulle sue condizioni. Il migliore.
Mi rimane il dubbio che se non fosse stato in lotta per il titolo, forse - ripeto: forse - sarebbe finita diversamente. Ma il Martin 2.0 è un pilota esplosivo quasi come nel 2023, ma molto, molto più attento e intelligente. Nel complesso migliore.
L’aspetto positivo è che anche in un fine settimana complicato, limita - alla grande - i danni. Nelle ultime tre gare, però, deve tornare ad attaccare, perché anche se 20 punti sono pochi, comunque, è lapalissiano, bisogna recuperarli.
Lui dice di essere il più forte in condizioni “normali”; i numeri sono dalla sua parte, ma si scontra con un avversario tosto. Bella sfida.
Arriva in Australia demoralizzato per il responso dei medici - deve operarsi alla spalla sinistra dopo la Thailandia -, ma appena vede Phillip Island si ricorda che qui, nel 2023, era salito per la prima volta sul podio in MotoGP. Nonostante i dolori fisici, disputa la miglior gara della stagione, andando fortissimo. Prestazione incoraggiante.
Il podio nella sprint sembrava essere il preludio di una grande gara, invece ha faticato oltre le aspettative. E contro un MM93 di questo livello, la sfida per il terzo posto diventa molto complicata. Passo indietro.
La velocità c’è, non riesce però ancora a mettere insieme tutti i tasselli. È li vicino, ma fatica a fare l’ultimo passo, come se ancora non avesse in mano la Ducati al 100%. Bene, ma non benissimo.
Mezzo voto in più per la partenza nella sprint: eccellente. Ed è anche il primo pilota non Ducati al traguardo. Ecco, mentre scrivo mi viene da pensare che meriterebbe 7. Ma sarebbe troppo… Comunque, in ripresa.
Continua a essere un “oggetto misterioso”: fantastico in qualifica, malissimo nei primi giri, efficace nella sprint nel finale, così così in gara. Da mal di testa.
A parlarci insieme fa quasi tenerezza per le continue difficoltà Yamaha. È (quasi) sempre il primo nella “coppa giapponese”, ma non basta certo per farlo sorridere. Che dispiacere.
Non si risparmia, ci prova, si danna l’anima, cade, continua a spingere. Sotto questo punto di vista, niente da dire. Luca Marini (5,5) ha tutta un’altra attitudine, fa un altro tipo di lavoro (sottolineato dallo stesso Zarco).
Mostra una buona velocità, ma alla fine raccoglie solo un buon quarto posto sullo schieramento di partenza. Sull’incidente nella sprint la si può pensare in modi differenti, ma è ovvio che comunque uno sbaglio - piccolo o grande che sia dipende dai punti di vista - l’ha fatto. Che legnata.
Ducati Desmosedici GP23 voto 9: Tre piloti con la GP23 davanti a tutti il venerdì, due ai primi quattro posti in gara: Marquez fa la differenza, ma a Phillip Island era molto competitiva.
Ducati Desmosedici GP24 voto 9: Si conferma molto di altissimo livello, questa volta, però, senza vantaggi evidenti.
KTM RC16 voto 7,5: L’anno scorso Binder era stato più vicino alle Ducati: questo è l’aspetto preoccupante, perché la differenza con la GP23 è aumentata.
Aprilia RS-GP voto 7: Difficilissima da giudicare: Aleix Espargaro ha ammesso di avere meno motivazione (voto 10 per l’onestà), mentre gli altri piloti, per diversi motivi, non convincono. A Noale aspettano Martin come a Riccione aspettano i turisti (cit.)
Yamaha M1 voto 5: Qualche miglioramento si vede, specie in qualifica. Ma è ancora poco. Al box aspettano il V4 come la manna dal cielo.
Honda Rc213V voto 5: Ha provata a Jerez anche tra il Giappone e l’Australia, ma in funzione 2025. Chissà cosa riuscirà a fare l’ing Romano Albesiano.