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Il Mugello è casa sua, tipo Phillip Island per Casey Stoner, il Sachsenring per Marc Marquez, Assen per Valentino Rossi…Il paragone con i grandissimi della storia non è casuale: stiamo parlando di un campionissimo. Ogni sua vittoria ha una chicca, questa volta la partenza. Strepitoso.
Peccato per la caduta nella Sprint, ma domenica ha fatto vedere tutto le sue qualità, con una prestazione per certi versi ancora più esaltante della vittoria in Malesia nel 2023. Sembra il brutto anatroccolo in mezzo a tre cigni, invece è bello e forte esattamente come i rivali. Nel 2025 non sarà più in Ducati: Aprilia o KTM faranno un affare d’oro a prenderlo. Gran pilota.
Meno esplosivo del solito - siamo abituati bene, eh! -, ma comunque abbastanza veloce da illudersi anche di poter vincere. Un errore non da lui gli costa il secondo posto in gara, confermando forse una minore attenzione psicologica: la situazione futura non lo aiuta di sicuro. Umano.
Un altro fine settimana solido, veloce, consistente. Se il paragone devono essere gli altri piloti con la GP23, non c’è paragone… Se il paragone è con i piloti più veloci di questo momento, allora è giusto dire che, complessivamente, ha qualcosina in meno. Attenti al lupo.
Qualcuno sostiene che fa in KTM la stessa differenza che faceva Marquez in Honda. Non è esattamente così, secondo me, ma questa tesi serve per sottolineare la considerazione generale su di lui: è un fenomeno. Commette, inevitabilmente, ancora qualche errore, ma sa bene quello che fa e quello che vuole. Futuro arancione (KTM).
Ogni giorno è migliore di quello precedente, con il suo metodo aggiunge continuamente qualcosa, scalando le posizioni che portano in alto. I test di lunedì al Mugello lo potranno far crescere ulteriormente: nessuno parla di lui per il 2025, ma è uno di quelli che io terrei in considerazione. Manca poco.
Il suo limite sono qualifica e partenza, ma in gara va forte e sbaglia pochissimo. Se migliora nel giro secco, se la può giocare con quelli buoni. Ci crede.
Riporta l’Aprilia in prima fila al Mugello dopo tantissimo tempo, è sua la prima RS-GP al traguardo, ma le aspettative erano decisamente differenti. Siamo alle solite…
Qualche miglioramento, ma è tornato nell’ombra (del fratello).
Prende in gara otto secondi dal compagno di squadra, è l’ombra del pilota esaltante e grintoso degli anni scorsi. Si è perso.
L’effetto “annuncio ritiro” sembra svanito, la sensazione è che sia agonisticamente meno feroce del solito. Ci può stare.
Il connubio GP23 - Michelin 24 è per il momento totalmente indigesto. Preoccupante.
Sulla pista che un anno fa ha perfino rischiato di mettere fine alla sua carriera, conquista un buon tempo in qualifica e si prende la soddisfazione di essere la prima Yamaha e prima moto giapponese al traguardo. Che serva di incoraggiamento.
Meno brillante del solito.
Il commento è sempre lo stesso: sta provando a far crescere la Honda, ma i miglioramenti non si vedono. Ma la colpa non è sua.
Quarto monopolio del podio consecutivo, quattro Ducati ai primi quattro posti. Esiste solo la Ducati.
Le prestazioni di Acosta dicono che la competitività c’è, ma la Ducati rimane lontana.
Tutti i piloti dicono che è una moto “faticosa” e non così facile. Questo è un limite.
Sufficienza per la terza Q2 “diretta” negli ultimi tre GP, ma in gara le prestazioni rimangono preoccupanti.
Ogni GP certifica che è la peggior moto in pista.