Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
I suoi avversari l’avevano capito fin dal primo turno di venerdì che ad Assen avrebbero lottato al massimo per il secondo posto: una superiorità schiacciante, vista poche volte negli ultimi anni in MotoGP. Come dice il suo capo tecnico Cristian Gabarrini, vincente anche con Stoner, eguagliato nel numero di vittorie con la Ducati, ogni volta aggiunge un pezzettino al suo “puzzle” di perfezione. Ingiocabile.
Inizia con qualche problema, ma riesce a dare una svolta al suo GP limitando - alla grande - i danni: se quando vai male, fai due volte secondo, significa essere molto competitivi. Anche lui, come Bagnaia, aggiunge un altro pezzo al suo “puzzle” della crescita: il titolo è possibile. Caparbio.
Purtroppo il voto è condizionato molto dalla posizione di partenza, da una qualifica al di sotto delle sue possibilità. Poi sia nella sprint sia in gara, ha fatto vedere tutte le sue qualità: grande capacità di sorpasso; aggressività (sportiva, naturalmente); velocità nel finale; gestione generale. Occasione persa.
Un errore di foga in qualifica. Uno sbaglio grave nella sprint. Una gestione perfetta della gara per cercare di far salire la pressione della gomma anteriore. Una capacità immediata di adattarsi alla situazione. Il GP d’Olanda è stato per lui un alternarsi di emozioni, con la consapevolezza, però, che qui non era il più veloce in pista, al di là della moto che guida. Aspettando il Sachsenring.
Purtroppo parte male: 5 posizioni perse nel primo giro della sprint, quattro in gara. Per il resto mostra solidità e velocità, grande controllo (sbaglia pochissimo) e nessun timore reverenziale verso nessuno. Un bel pilota. Che adesso vogliono tutti. Tosto.
Arriva in Olanda quasi irriconoscibile per quanto sembrava freddo, distaccato, deluso per quanto successo nelle settimane precedenti con Aprilia. Da venerdì, però, cambia mentalità, dà il massimo, non si risparmia, riuscendo anche a salire sul podio nella sprint. Veloce.
La posizione non è male, il distacco dai primi molto, troppo elevato. Forse la KTM in questo momenti sta soffrendo più del previsto, ma lui fatica a fare la differenza. Rimane affascinante da vedere in frenata con la moto sempre di traverso. Incubo (di Bastianini).
Veloce, velocissimo in qualifica, ma in gara fatica a ripetersi. Siamo ancora lontani dalle aspettative.
Meno veloce rispetto agli ultimi GP, ma un po’ più costante. Bisogna riuscire a mettere insieme i pezzi.
Discretamente veloce in qualifica, finalmente efficace in partenza (ne azzecca due su due), ma lento sulla distanza. Passo indietro.
La Yamaha dà grande fiducia per il futuro, ma il presente rimane difficile. Lui, però, continua a fare la differenza.
In difficoltà fino a sabato, poi domenica trova più ritmo, ma cade. Ci prova, ma con poco controllo.
Siamo nel momento più difficile da quando è in MotoGP: con la GP23 fatica tantissimo, è sempre il più lento tra i ducatisti in pista. Non si vedono miglioramenti, questo è preoccupante.
Un altro podio monopolizzato, cinque Ducati ai primi cinque posti (al traguardo), una superiorità evidente e in crescita rispetto ai GP precedenti. Si può fare meglio? No.
Si conferma moto competitiva, ma anche difficile e molto fisica nei cambi di direzione ad alta velocità. Comunque siamo a un ottimo livello.
Come hanno detto dentro al box austriaco: “Qui ci sono altri più veloci di noi”. E’ però da qualche GP che si vede meno competitività.
Si salva soprattuto grazie alla tenacia di Quartararo.
Non si vede nessun miglioramento.