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Un piccolo errore in qualifica lo ha costretto a una sprint al di sotto delle sue possibilità. Ma in gara ha rimesso le cose a posto: il primo giro è stato fenomenale, la velocità inarrivabile, la gestione perfetta. Miscela perfettamente aggressività (sportiva) e acume tattico, calma lavorativa e furia agonistica. Ha tutte le qualità del campionissimo. Applausi.
Un fine settimana di altissimo livello, con la regola del “2”: secondo nella sprint, secondo in gara, secondo nel mondiale. Sfrutta al meglio tutto quello che può, non fa errori, attacca, senza però andare oltre. L’inizio è sicuramente incoraggiante. Solido.
Nel giro secco e nella sprint è quasi imbattibile: nelle ultime nove gare del sabato, ha trionfato otto volte. È quindi in gara che deve fare un altro passo in avanti e qui l’ha fatto, al di là del risultato: non era perfettamente a posto, ma si è gestito bene e se ci avesse creduto prima, avrebbe anche potuto fare secondo. Velocità pura.
Non è ancora perfettamente a suo agio con la Ducati - come è normale che sia -, ma dimostra di essere ancora un pilota di altissimo livello. E’ veloce, ma non esagera, attacca, ma si accontenta, vede il podio, ma non fa follie per conquistarlo. Giusto così alla prima gara con la GP23 e su una pista che gli si addice meno di altre. Intelligente.
Un inizio discreto, ma niente di più. Con la GP24 si trova sicuramente più a suo agio che con la GP23, ma rispetto al 2022 sembra aver perso un po’ di esplosività: gestisce, senza mai attaccare. Sembrava avesse il ritmo per giocarsela in gara, ma il “chattering” gli ha fatto perdere velocità. Vediamola positiva: l’inizio 2023 era stato decisamente peggiore… Può fare di più.
Non entusiasma, non delude: un GP poco più che sufficiente.
Visto il passo che aveva tenuto nei test e in prova, ci si aspettava di più. Gli è andata bene nella sprint, la caduta poteva avere ben altre conseguenze, mentre in gara si è visto pochissimo. Ha tempo per rifarsi.
Si conferma il riferimento di Aprilia, ma conferma anche qualche limite: nella sprint era il più veloce in assoluto, ma la solita partenza al rallentatore gli ha impedito di vincere, mentre in gara ha avuto problemi con la gomma posteriore. In ogni caso, una spanna sopra ai suoi compagni di Marca.
Un voto in meno perché il risultato finale non è niente di che, ma ha dimostrato di avere qualità fuori dal comune per come guida, per determinazione, per sfrontatezza, per controllo della moto. Il sorpasso su Marc Marquez ha un valore simbolico enorme: deve imparare a gestire i tanti aspetti di una gara di MotoGP, ma ci metterà pochissimo. Entusiasmante.
Lui dice che basta migliorare pochissimo la sensazione con la moto, per fare un bel passo in avanti. La verità è che non si trova così bene con questa moto: la sensazione è quella che gli stia sfuggendo dalle mani il tempo. Futuro incerto.
Durissima correre nelle sue condizioni: quando lo guardi in faccia, leggi nei suoi occhi tutta la frustrazione e la delusione per una situazione che non può cambiare. Vince, ancora una volta, la “coppa giapponese”. Leone in gabbia.
Il primo tempo nel warm up aveva illuso, una modifica dell’ultimo minuto sembrava gli avesse fatto ritrovare fiducia. In gara, però, è tornato alla realtà della GP23: non riesce a guidarla. Preoccupante.
Miguel si è perso e non sa tornare (cit.). Come si esce da questa situazione?
Sufficienza di incoraggiamento, tenendo conto quanto fatto notare da Gino Borsoi nella diretta di domenica sera: in gara ha preso lo stesso distacco subito nella sprint. Dai Franco.
GP da dimenticare, con distacchi inspiegabili da Mir (voto 5) e Zarco (voto 6) se non con un problema tecnico, che effettivamente c’è stato. La sua è stata una scelta folle o lungimirante? La risposta nel 154esimo ep di #atuttogas.
Parte benissimo in gara, ma cade subito. È sempre lui.
Ducati Desmosedici GP24 voto 9: Alla vigilia, sembrava la moto perfetta, invece emerge il “chattering” che crea difficoltà di guida. Rimane comunque il punto di riferimento, super competitiva anche nella versione 23.
KTM RC16 voto 9: In Qatar è sembrata assolutamente all’altezza della Ducati, addirittura più veloce in rettilineo. Metodo e bravura dei tecnici la sta facendo crescere costantemente.
Aprilia RS-GP voto 8,5: Con Espargaro - ma solo con lui - dimostra di essere un’ottima moto. Manca un po’ di motore e continua a faticare in partenza. Certo, se non ci fosse il “Capitano”, il giudizio sarebbe molto diverso.
Yamaha M1 voto 5: Non si può pensare che si possa recuperare competitività in un inverno: c’è da soffrire. Se non altro, tutti - Quartararo compreso - sottolineano come il metodo di lavoro sia cambiato, in positivo. Ci vuole tempo, che nelle corse non c’è…
Honda RC213V voto 5: Stesso discorso fatto per Yamaha, con il dubbio, però, che la rivoluzione è sempre in mano a tecnici giapponesi: sapranno cambiare mentalità?