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La gara è stata fantastica, il sorpasso alla curva 5 dov’era caduto nella sprint una conferma del carattere del campione. Fortissimo. Ma l’errore di sabato è grave, non si può buttare “nel cesso”, per dirla con le sue parole, una vittoria così. La sua capacità di reazione è fuori dal comune. Bravo.
Una caduta in Q2, una sprint sotto il suo potenziale, una grande gara, un misto di velocità e gestione. Così si possono vincere i mondiali. Maturo.
D’accordo, non passare in Q2 è un grave sbaglio, ma lui rimedia in gara, compiendo altre due rimonte da ricordare. Qualcuno dice: non ha ancora vinto, non è quello di prima. Altri sostengono: è solo alla sesta gara con la Ducati ed è sempre il migliore con la GP23. E questa, non è un’opinione, ma un dato di fatto. Da titolo.
Commovente e molto umano nell’annuncio dell’addio, determinato e velocissimo in pista: è stato lui il grande protagonista del fine settimana, un misto di emozioni, tutte positive. E quella sprint vinta anche grazie a tre cadute di piloti davanti a lui sembra quasi avere un disegno “superiore”, un omaggio alla persona, prima ancora che al pilota. Grazie Aleix.
Due partenze sbagliate lo limitano un po’, ma è in crescita e dopo MM93 è nettamente il migliore con la GP23. Il metodo è sempre quello: ci mette un po’, ma ci arriva. Convincente.
Nella sprint ha chiaramente esagerato, ma va bene così, giusto farlo in quel momento. In gara dimostra di avere imparato la lezione ed è decisamente più prudente, ma porta a casa un ottimo risultato. Soprattutto, dà la sensazione di stare tornando il pilota fenomenale della Moto2 (e della Moto3). Finalmente.
In Q1 viene “sacrificato” dalla squadra per tirare il fratello, nella sprint non si vede, in gara va un po’ meglio. Ma l’anno scorso aveva mostrato un potenziale più elevato. Così così.
Nella sprint va fortissimo ma viene anche lui tradito dalla curva 5, in gara si vede decisamente poco. Ci si aspetta altro da lui: in difficoltà.
In qualifica prende paga per la prima volta dal compagno di squadra, poi, però, è sempre lui il primo pilota con moto giapponese al traguardo. Ma, purtroppo per lui, è un altro campionato. Aspetta e spera…
Qualche miglioramento si vede, ma, certamente, non gli sarà di aiuto vedere Fernandez andare così forte. Speriamo che lo stimoli a fare meglio. Momento complicato.
Siamo lontanissimi dalle sue e dalle nostre aspettative: una involuzione sinceramente inaspettata, perlomeno per me. Per il momento sembra tenere botta psicologicamente, ma è chiaro che serve una svolta. Sogna la GP22…
Dopo essere stato il pilota di riferimento Aprilia per 4 gare, qui è scomparso travolto dall’esuberanza del compagno di squadra. Episodio isolato o siamo alle solite?
Ci sta sbagliare quando sei al debutto in MotoGP, anche se sei un fenomeno e hai già vinto a vent’anni due mondiali. Nella sprint conquista comunque un podio e, più in generale, dà sempre la sensazione di essere velocissimo. Per il momento, può bastare questo. Questa è la MotoGP.
Rimane il peggiore dei piloti Honda al traguardo, ma questa volta è stato decisamente più vicino ai compagni di squadra. Sta facendo un altro lavoro, purtroppo si fatica a vedere i risultati. Ci vuole pazienza.
Per quanto si vede dalle immagini, ha ragione lui, non doveva essere penalizzato, tra i due sembra colpevole Alex Marquez. Il momento è delicato, è comprensibile arrabbiarsi, ma le decisioni dell’arbitro, anche se sbagliate, vanno rispettate. Anarchico.
La velocità è stata ritrovata, come confermano le qualifiche. Manca la costanza in gara, la lucidità nella gestione di alcune situazioni: in questo momento, è sotto “attacco” dei suoi colleghi, molti lo considerano troppo aggressivo. Ma i miglioramento ci sono.
Terzo podio consecutivo monopolizzato, con due GP24 e una GP23. Sicuramente ha i piloti più forti e in forma, ma con quella moto lì è tutto un pochino più facile.
La sensazione è che fosse all’altezza della Ducati.
Questa volta, il limite sono stati più i piloti della moto.
Per la seconda volta consecutiva, un pilota (questa volta Rins) entra direttamente in Q2. In gara prende quasi un secondo al giro, ma qualche miglioramento si vede.
L’impegno non manca: anche a Montmelò si sono viste novità (aerodinamiche e non solo). I risultati, però, lasciano allibiti.