Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Meno esplosivo rispetto agli ultimi GP, ma molto concreto, perfetto nella sua gestione generale. In definitiva più completo. Sfrutta alla grande il momento magico, allunga la striscia di successi consecutivi, aggiunge un altro tassello alla sua crescita continua. Meglio di Stoner (nel numero di vittorie con Ducati).
L’errore è grave, ma non ci si può dimenticare che fino alla prima curva del penultimo giro era stato praticamente perfetto. Non è il primo a sbagliare e non sarà l’ultimo, piuttosto preoccupa che, per dirla con le sue parole, sbagli sempre nello stesso modo. Colpo psicologicamente durissimo. Recidivo.
Da 13esimo a secondo su una pista dove superare è difficilissimo. Già così sarebbe una grande impresa, se poi si aggiungono condizioni fisiche non ottimali, ecco che è giusto parlare di gara capo lavoro. Tutto bene, quindi? No, perché il sapore è quello di un’occasione sprecata. La discussione è aperta.
Se la gioca alla pari con il fratello, sfruttando il vantaggio di una posizione in griglia decisamente migliore. Non oppone nessuna resistenza al sorpasso finale e decisivo, ma è più che comprensibile. Festeggia alla grande il rinnovo del contratto, ma non deve essere un episodio sporadico. Tanta roba.
Non entusiasma né nella sprint né in gara. D’accordo, partire dietro non aiuta, ma Marc Marquez dimostra che si poteva salire sul podio. Una gara appena sufficiente, può fare decisamente di più. Opaco.
La miglior gara con la Ducati, con tanta velocità e solidità. D’accordo, esagera all’inizio e “brucia” le gomme, ma che bello vederlo in seconda posizione a un niente dal compagno di squadra. Stiamo tornando ai suoi livelli: è pronto per il team VR46. Emozionante.
Una rinascita quasi improvvisa, una velocità dimenticata, una solidità sconosciuta fino adesso con l’Aprilia. Può dire che al Sachsenring - sia nella sprint sia in gara - è stato battuto solo da piloti Ducati. Tutti gli altri hanno visto il codone della sua RS-GP. Tanta roba.
È un po’ più in difficoltà rispetto a inizio campionato, tutto sembra riuscirgli con un po’ più di difficoltà. Comunque sia, rimane il riferimento della KTM: mica poco.
Si fatica a vedere i miglioramenti sottolineati da Matteo Flamigni nell’intervista su Moto.it. Il momento è difficile, bisogna mantenere alta la motivazione. La pausa potrebbe essere di aiuto. Non mollare.
Siamo molto lontani dal pilota che tutti indicavano come uno dei più forti della categoria. Molto lontani.
Si perde in gara, ma la velocità c’è. La sensazione è che debba mettere ancora insieme tutti i pezzi. Crescita faticosa.
Può solo consolarsi vedendo la “coppa giapponese”. Fa quello che può.
Non al meglio fisicamente, ma si fatica a comprendere questa alternanza di prestazioni.
Miglior pilota Honda al traguardo nella sprint, primo punto conquistato in gara: dal punto di vista dei risultati, sicuramente il miglior GP con la Honda. Consoliamoci con questo.
È costretto al ritiro dalla foratura di una gomma, ma il suo vero problema sono le partenze: con questa Ducati non gli vengono proprio. Giusta la riconferma in VR46, sarebbe stato un peccato perderlo. Che differenza con il 2024…
Ducati DesmosediciGP voto 9,5: È talmente perfetta, che l’ingegnere Gigi Dall’Igna può permettersi di andare in vacanza in barca con la famiglia, invece di essere al Sachsenring. Ciclo completato. Altra categoria.
Aprilia RS-GP voto 8: Si conferma la seconda forza della MotoGP: ancora una volta, sono mancati più i piloti della competitività.
KTM RC16 voto 6: Difficilissima da giudicare, sicuramente il momento è negativo. E non ci sarà più l’ingegnere Fabiano Sterlacchini: non sarà facile sostituirlo.
Yamaha M1 voto 5: Non si è visto nessun miglioramento.
Honda RC213V voto 5: Non si è visto nessun miglioramento (2).
.