MotoGP 2024. Marc Marquez: “La chiave è quanto giri mi occorrono per essere veloce”

MotoGP 2024. Marc Marquez: “La chiave è quanto giri mi occorrono per essere veloce”
Il pilota del team Gresini ha chiuso in crescendo: è già competitivo. Ma Marc getta acqua sul fuoco: “Ci ho messo tre giorni per arrivare a questo livello: durante i GP non hai tutto questo tempo a disposizione. Non sono a livello dei primi quattro, vediamo se ci arriverò”
8 febbraio 2024

Sepang - L’analisi di Pecco Bagnaia è la sintesi perfetta del test di Marc Marquez: “È migliorato tanto in questi giorni: è passato da essere veloce il giusto, a essere competitivo l’ultimo giorno”.

È esattamente così. Già ieri, analizzando il cronologico, si era visto come Marquez fosse molto più vicino ai primi rispetto alla posizione in classifica; oggi Marc ha fatto un ulteriore passo in avanti, girando forte nel giro secco al mattino e tenendo un ottimo passo nella simulazione della sprint al pomeriggio.

Sono soddisfatto, la progressione è stata sicuramente positiva, abbiamo sempre migliorato senza mai fare un passo indietro. Dopo il primo giorno un po’ caotico (problemi tecnici su entrambe le moto, NDA), tutto ha funzionato alla perfezione dentro al box. Oggi sono migliorato nell’attacco al tempo, l’aspetto dove continuo a soffrire di più. Al momento non sono al livello dei primi quattro, vediamo se sarò capace di arrivarci”

Direi che puoi essere soddisfatto della tua prestazione.

“Lo sono, ma c’è da capire un aspetto fondamentale”

Quale?

“Con la Honda, dopo due uscite ero già in grado di fare il tempo, mentre con la Ducati mi ci sono voluti tre giorni. Questo lo puoi fare nei test, ma in un GP è tutto differente, non hai tutto questo tempo a disposizione. Il mio debutto a Valencia non fa testo: su quella pista sono sempre stato velocissimo e anche nel 2023 mi stavo giocando il podio e la vittoria con la Honda: sapevo che sarei andato forte, come ero certo che qui la realtà sarebbe stata differente. Sono contento di dove sono arrivato, ma non riesco a fare quello che fa per esempio Martin: entra in pista e - pam - due giri è già velocissimo. La chiave sarà proprio questa: quanti giri mi ci vorranno per arrivare a quelle prestazioni? Al momento sono veloce, ma non come quelli davanti, devo adattare meglio l’elettronica al mio stile di guida, far lavorare più efficacemente il freno motore e altri aspetti”

È molto diverso il lavoro tra una squadra giapponese e una italiana?

“Più che differenza tra Italia e Giappone, bisogna parlare di HRC, squadra ufficiale, e team Gresini, squadra satellite. Quando sei alla HRC hai un sacco di cose da provare, devi essere super preciso nei commenti, mentre adesso devo solo imparare a guidare la moto. Il modo di lavorare per ottenere i risultati, è però alla fine sempre lo stesso”

Con il capo tecnico come va?

“È chiaro che non ho gli automatismi che avevo con la mia vecchia squadra, ci conosciamo solo da tre giorni, ma abbiamo lavorato bene. E mi è piaciuto come nessuno sia andato nel panico dopo le difficoltà del primo giorno”

Come è andata la simulazione gara?

“Il ritmo è stato buono, ma sono ancora un po’ rigido sulla moto: fare la simulazione di una sprint è servito anche per sciogliermi un po’, per essere più fluido”

Hai un obiettivo reale per le prime gare?

“No, mi interessa solo la progressione. So che ci saranno dei momenti difficili, ma è importante continuare a crescere”

Cosa pensi della prestazione di Acosta?

“I piloti che arrivano dalla Moto2 fanno subito bene in MotoGP, si è visto per esempio con Quartararo e Bagnaia. Lui ha una buona mentalità e un grande talento: prima o poi lotterà per il titolo"

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Da Automoto.it