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Il passaggio di Valentino Rossi, il pilota italiano più forte, su Ducati, moto italiana, sembrava l'inizio di una bellissima storia.
E invece sappiamo tutti com'è andata: due anni difficilissimi, appena tre podi.
Dal documentario di Dazn Espana, che si chiama Vida en rojo, ed è dedicato alla storia di Ducati stanno emergendo aneddoti interessanti.
Ieri abbiamo parlato di quando Marc Marquez suggerì a Honda di strappare Jorge Lorenzo a Ducati, oggi invece ripercorriamo un altro passaggio, relativo al periodo 2011-2012, quello in Rossi ha corso per Borgo Panigale.
Dal 1997 al 2010 Rossi aveva sempre concluso il campionato tra il primo e il terzo posto, nei due anni in Ducati fece settimo e sesto.
Juan Martínez, allora capo dei meccanici di Ducati ha detto a Dazn: "La moto progettata da Filippo Preziosi era una moto pensata e concepita per non avere un telaio perimetrale, l’arrivo di Valentino ha cambiato anche questa parte molto importante del progetto, un po’ con l’intenzione di trasformare una Ducati in una Yamaha”.
Ma passare da una Desmosedici a una M1 è stato impossibile: "Concettualmente la moto non era stata concepita allo stesso modo e alla fine i risultati non sono stati gli stessi".
Nelle spiegazioni offerte nel documenrario si evince che, seguendo le indicazioni di Rossi, la Ducati era “particolarmente larga dal punto di vista ergonomico" e questo aspetto "limitava la capacità di movimento dei piloti sulla moto e ne ostacolava le prestazioni" ha aggiunto Martinez.
Martinez ha rivelato che "sono state realizzate sette versioni di moto diverse in due anni" per cercare di fare risultati con Rossi.
Il meglio che sono riusciti a ottenere Ducati e Rossi sono stati tre podi: terzo e secondo posto a Le Mans nel 2011 e 2012 e secondo posto a Misano nel 2012.
Martinez ha raccontato che addirittura “A un certo punto hanno dovuto bloccare i social network a causa delle critiche rivolte al management o ai risultati che Valentino stesso stava ottenendo, e questo ha colpito tutti, compreso l'ad Claudio Domenicali”.