MotoGP 2025. GP del Qatar - ESCLUSIVO - Intervista con Davide Tardozzi: "Stronzifichiamoci? Non sapevo di essere ripreso..." (Parte 1 di 2)

MotoGP 2025. GP del Qatar - ESCLUSIVO - Intervista con Davide Tardozzi: "Stronzifichiamoci? Non sapevo di essere ripreso..." (Parte 1 di 2)
Incontro con il team manager nell'hospitality Ducati in Qatar. Una chiacchierata a 360 gradi: "Melandri? Più di me è stata mia moglie ad aiutarlo. Pecco e Marc sono due super professionisti, competenti, signorili. Io? Ero un pilota scarso, ma sensibile"
15 aprile 2025

Lusail - L'intervista con Davide Tardozzi è avvenuta nell'hospitality Ducati in Qatar (foto di Manolo Pecino), nel bellissimo circuito di Lusail, strutture eccezionali, perfette. Sembra di essere in un rendering di un architetto, ma è una sensazione che ho provato in quasi tutti i momenti che ho passato in Qatar.

Tornando a Tardozzi, ho potuto intervistare il team manager Ducati sabato pomeriggio, dopo le qualifiche (ottime per Marquez, pessime per Bagnaia) e prima della Sprint, in un momento dunque delicato del weekend, anzi delicatissimo, visto che i suoi due piloti avevano avuto prestazioni opposte.

Tuttavia, proprio come Tardozzi appare in TV, ho trovato una persona genuina e sanguigna, appassionata e simpatica. Ecco cosa ha raccontato quest'uomo, nato a Ravenna il 30 gennaio del 1959.

Ciao Davide, dunque io vorrei partire da una cosa che non sapevo. Tu sei uno di quelli che ha scoperto Melandri, che gli ha dato una mano all'inizio della carriera, me l'ha raccontato proprio Marco in una recente intervista...

"Sostanzialmente fu mia moglie, che era amica della madre di Marco al tempo, abbiamo fatto i ragazzi insieme col padre di Marco. Per cui nel momento in cui c'era da aiutare Marco, mia moglie, che aveva un negozio di abbigliamento da moto, lo aiutò comprandogli una motina da cross, piuttosto che dandogli tutto l'abbigliamento. Fin da quando aveva 6, 7 anni, fino ai 10, 12 anni. L'abbiamo aiutato con questo, è stato un vero piacere. Quindi mi fa piacere che l'abbia ricordato perché più che Davide Tardozzi, Sandra, mia moglie fu quella che lo aiutò veramente di cuore"

Seppur diviso in due periodi, il tuo legame con Ducati dura da circa vent'anni. Cosa rappresenta per te?

"No, direi oltre venti, beh, diciamo che io fin da ragazzino, dopo le prime armi con la 125 col trofeo Aspes e poi con quello che era allora il campionato italiano junior con la 125 passai alla 600 col Pantah Ducati modificato, quindi il mio legame con Ducati parte dagli anni '80 a livello di gare, poi finì in Ducati dove comunque anche lì ho guidato la DB1 che aveva motore Ducati"

Com'è che si diventa team manager, dirigente, da pilota? Come hai fatto tu?

"Per quanto mi riguarda è stata un'opportunità dettata da un incidente. Io purtroppo ebbi un incidente abbastanza grave al Mugello durante il mondiale del '91, per cui i fratelli Castiglioni, ai quali ero legato, in quel momento correvo per Ducati, facevo anche lo sviluppo con Franco Farnè era quello che portava avanti, diciamo le prime evoluzioni delle Superbike dell'epoca, per cui mi feci male, provai a correre nel '92 ma purtroppo fisicamente non ero più a posto per una menomazione al braccio sinistro. Portai avanti nel '92 e nel '93 lo sviluppo della 916 con Tamburini, dopodiché mi resi conto che chiaramente non ero più in grado di performare nel modo giusto e soprattutto con Gianfranco Castiglioni mi diedero la possibilità di fare un secondo team Ducati perché c'era il team ufficiale, ma mi dissero, perché non proviamo a fare un'altro team e metterci altri piloti? Diciamo che quello che succede oggi, i team satelliti, noi siamo stati i primi a farlo fin dai primi anni '90"

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Io non ti ho visto correre, che tipo di pilota eri? A chi ti potresti paragonare tra quelli che ci sono ora o tra quelli che ci sono stati negli ultimi 15 anni?

"A quelli scarsi, ma sensibili. Ero scarso, ma sensibile no? Diciamo che ho avuto un periodo dove ho fatto qualche buona prestazione, ma non ho perso il mondiale nel 1988 a favore di Merkel. Con tutta sincerità lo meritava lui. Quindi voglio dire, io avevo in quel momento una bimota Yamaha che era decisamente più performante, per questo me lo sono giocato fino all'ultima gara, era più performante, ma ebbi un problema l'ultima gara, per cui alla fine l'ho perso, ma non ho nessuna problema a riconoscere che se lo meritò Fred, era più forte, come pilota. Detto questo voglio dire, era la mia passione, ho continuato, sono rimasto in Ducati. Molti, fortunatamente ho avuto qualche estimatore dal punto di vista personale, per quello che avevo fatto e trasmesso lì dentro e per questo ho proseguito con loro"

Ma eri uno staccatore, un pilota pulito?

"Ma guarda, non ti saprei dire perché non non mi voglio attaccare nessuna medaglia. Io penso che ero un gran bravo amatore"

Alla fine del campionato 2024 è uscita questa serie sugli ultimi tre GP di Bagnaia e c'è questa parola bellissima che hai hai inventato tu? cioè "Stronzifichiamoci"...  e sapevi di essere ripreso?

"No, io in quel momento lì non me ne ero accorto. Poi è stato Artur (Vilalta, communications manager Ducati per la MotoGP, qui trovate una sua intervista, ndr) che mi ha detto "guarda che è uscito questo video". Quando sono andato a vedere sono rimasto un po' basito, perché in tutta onestà mi sembrava un momento molto delicato, molto intimo. Con grande piacere, il giorno dopo Pecco ha fatto vedere che aveva i controc... Però no, non lo sapevo, ma so che Pecco l'ha autorizzata, per cui poi io ho alzato le mani e ho detto, se Pecco l'ha autorizzata va benissimo"

Quest'anno ti trovi, penso, con la coppia di piloti più diversi e più forti che hai avuto...

"Beh, direi di sì. Direi che 11 titoli mondiali nel box non sono una cosa da tutti i giorni, per cui è una cosa di cui sto godendo giornalmente. Ma la cosa che mi fa piacere più di tutti non è solo il fatto di avere due campioni come Pecco e Marc, è il fatto di avere due ragazzi splendidi come Pecco e Marc, ho verificato la signorilità, la competenza con cui si rapportano fra di loro e con il team, di Pecco l'avevo già verificata da anni. Io credo che questo sia una cosa che rimane dentro al team, difficilmente è visibile da fuori, però noi che siamo dentro ne parliamo tutti con estremo entusiasmo perché sono due super professionisti, sanno benissimo che fuori in pista ognuno deve fare il suo contro l'altro, ma io li vedo come collaborano ancora, cioè oggi siamo alla quarta gara, sanno che dovranno giocarsi il mondiale, ma vedo ancora quella voglia di collaborare per far crescere la moto che è fondamentale e credo che sia un qualcosa che anche Gigi ha trasmesso fin dall'inizio a tutti e due i ragazzi"

Una frase che è andata molto, che è stata molto letta, è quella che ha detto Marc quando ha detto "Davide Tardozzi mi ha insegnato che vincere con 5 secondi o con mezzo secondo di vantaggio è uguale". Questo fa parte del tuo lavoro...
"Beh ci sono pochi momenti... poi purtroppo è successo quel che è successo ad Austin, in ogni caso ci sono alcuni momenti durante una stagione in cui hai a che fare con un pilota che sono determinanti. Poi bisogna sapere quando, cosa e come dirlo. Poi mi fa piacere che Marc l'abbia rimarcato, ma in tutta onestà, quello che ci diciamo coi piloti, con Pecco in Thailandia ("Stronzifichiamoci") e con Marc io non non lo dico, se lo dicono loro va bene. Con Marc cosa vuoi? È successo quello che è successo a Austin, però per quanti errori fa ne vince tante di più, per cui insomma, gliele perdoniamo"

--- FINE PARTE 1 di 2 dell'intervista con Davide Tardozzi, realizzata in Qatar da René Pierotti ---

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