MotoGP 2025. GP del Qatar. Pedro Acosta: "Abbiamo problemi che l'anno scorso non avevamo. I dati? Quello che ci sta succedendo non è logico"

MotoGP 2025. GP del Qatar. Pedro Acosta: "Abbiamo problemi che l'anno scorso non avevamo. I dati? Quello che ci sta succedendo non è logico"
"Ci sono cose che non sono neanche molto comprensibili, perché non stiamo guidando in modo estremamente diverso. E questa è responsabilità dell’ingegnere, non mia", ha commentato il pilota KTM nel giovedì di Doha
10 aprile 2025

Arrivato a Lusail, Pedro Acosta spiega i problemi della KTM e traccia un primo quadro delle aspettative che ha per il fine settimana.

Come arrivi a questo Gran Premio del Qatar?

"Bene, motivato. Alla fine qui abbiamo fatto una buona gara l’anno scorso. Spero di tornare ad avere la fiducia che avevamo in quel momento e di poter vedere dove siamo arrivati"

L’anno scorso, al debutto, non hai fatto solo una buona gara, ma tutto un buon fine settimana. Qualcuno disse che eri il nuovo Stoner…

"Lo spero. Alla fine è stato un fine settimana molto buono, un po’ come tutto l’anno. Avevamo tanta confidenza con l’anteriore che il posteriore ce lo dimenticavamo. Se ci ripensiamo adesso, quel punto lo abbiamo un po’ perso"

Avete nuove idee, cose da provare? Non mi riferisco ai materiali

"Certo, c’è qualcosa. La moto ha abbastanza aderenza rispetto all’anno scorso, che era un po’ quello che ci mancava anche in America. Ma ci manca molto la fiducia nell’anteriore. È vero che stiamo avendo molti problemi e non sappiamo molto bene perché: anche in America non era il pilota ad avere e risolvere un problema, ma il problema stesso appariva e spariva a seconda di come guidavi. Quindi non è solo difficile essere veloci, è difficile anche essere costanti in gara, perché tu freni come sempre in una curva e non ti aspetti ciò che viene. E lì si complica un po’ tutto. Dobbiamo capire perché la parte davanti della moto è così delicata"

C’è qualche spiegazione?

"Non è logico, diciamo, guardando i dati che abbiamo. Non lo so… si parla molto della pressione delle gomme, della temperatura… ma non è logico ciò che ci succede. Dobbiamo capire se qualcosa di quello che abbiamo avuto sta creando questo, ma non sembra. Bisogna trovare da dove viene e migliorare poco a poco"

I problemi sono le vibrazioni?

"No, abbiamo avuto più vibrazioni dell’anno scorso, ma altri piloti KTM ne hanno più di me, o le notano più di me. Per me non è qualcosa che impatta. Alla fine il problema è la frenata: era una cosa che funzionava molto bene l’anno scorso, potevi frenare dove volevi e avevi molto più tempo. Ora ci sono problemi che non avevamo l’anno scorso, e dobbiamo capire da dove arrivano"

E questo ti obbliga a cambiare il riferimento, perché non sai quando devi frenare in ogni punto?

"Certo. Il problema è che magari non si vede molto in qualifica, perché più o meno ci stiamo classificando bene rispetto all’anno scorso. Alla fine sono due giri: se ci sono problemi e vado largo, sono solo io, non succede niente. Ma in gara è diverso. Se hai un riferimento e freni sempre lì, magari una volta va bene e un’altra no. E davanti hai sette piloti che vanno a trecento all’ora. L’anno scorso era molto facile restare davanti, adesso invece quanto più presto freniamo, più facile è essere superati. Per questo motivo si vede che al primo giro perdiamo tante posizioni: devi capire velocemente dove devi metterti per frenare"

Sono cose che emergono di più in gara?

"Sì, ma non è così estremo. Se guardi la gara in America, mi ha passato Quartararo e non ero in grado di seguirlo. Quando Marc stava girando in 28, io stavo girando in 30. Di solito seguo il ritmo di Brad, ho fatto mezzo giro dietro di lui e di nuovo ero al limite. Dobbiamo capire perché andiamo o così bene o così male. Non c’è un punto medio"

Sul fatto che non si riesca a trovare una spiegazione anche da parte degli ingegneri…

"Il problema è che molte cose non escono dai dati. Ci sono cose che non sono neanche molto comprensibili, perché non stiamo guidando in modo estremamente diverso. E questa è responsabilità dell’ingegnere, non mia. Io devo guidare e, più o meno, capire di cosa ho bisogno. Quindi sapere in che direzione andare è nelle loro mani"

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