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Sono bastati 5 minuti delle FP1 per capire che si sarebbe lottato per il secondo posto, ma non si poteva immaginare una superiorità così schiacciante.
Al talento e al coraggio - quelli ne ha sempre avuti in abbondanza - sembra avere aggiunto una nuova capacità di autocontrollo e autogestione, tanto che viene da pensare che sia il miglior Marquez di sempre. Devastante (per gli avversari).
Ero uno di quelli che sosteneva: “d’accordo, è andato forte nei test, ma in gara sarà diverso”. Ciao “pep”, nel GP della Thailandia è stato ancora più competitivo. Avrebbe vinto senza quel demonio (in senso buono, ovviamente) di suo fratello. Applausi.
Lascia la Thailandia con un doppio podio, ma anche con la consapevolezza che quest’anno sarà durissima per lui. Ha tutte le qualità e le capacità di giocarsela, ma serve un cambio di passo.
Un GP sicuramente ben al di sotto delle aspettative: ci sta prendere paga dal compagno di squadra - probabilmente imbattibile in questa occasione - ma se punti al titolo devi stare davanti ad Alex. E adesso, inevitabilmente, è già sotto pressione. Nervi saldi.
Un voto in meno per la giusta penalizzazione subita venerdì pomeriggio: come ha detto lui stesso, deve migliorare sotto questo aspetto. Nella sprint non fa benissimo, in gara, invece, partendo dalla nona posizione è molto competitivo. Un GP in linea con quanto visto nei test invernali: solido.
Sotto certi aspetti, è stato il pilota più entusiasmante del GP della Thailandia: veloce, pulito nella guida, perfetto in tutto, nessun errore. Adesso, forse, viene il difficile, perché ripetersi a questi livelli non sarà così semplice, ma il potenziale sembra enorme, il margine di crescita inevitabilmente ampio. Bella sorpresa.
Un errore grave in qualifica ha compromesso le sue buonissime possibilità di essere protagonista: la partenza sbagliata nella sprint - non per colpa sua - è una conseguenza di quanto accaduto in Q2. In gara è abbastanza efficace, ma il potenziale è più alto. Serve un altro passo in avanti. Bene, ma non benissimo.
Peccato per la caduta nella sprint, ma in gara è stato molto, molto bravo, arrivando a giocarsela all’ultimo giro con l’Aprilia di Bezzecchi. Fa bene il suo lavoro: in qualifica è spesso nei 12, in gara non si risparmia mai. Bel GP.
Una volta regalava sempre spettacolo - positivo o negativo - qui si è limitato a fare il suo. Prima KTM al traguardo: è l’unico aspetto positivo.
Per certi versi, quello che ha fatto in gara è stato sorprendente, rimontando 11 posizioni e arrivando a giocarsela alla prima gara con Binder che guida la KTM ancora prima che nascesse… Considerando come erano andati i test e le qualifiche, la sua prestazione ha quasi del miracoloso. Piccola speranza.
Considerando tutto quello che gli è successo negli ultimi quattro mesi, ha fatto fin troppo. Tenace.
Generoso come sempre, “gambero” come quasi sempre. Alla fine, ottiene un risultato discreto e, sicuramente, ha portato un po’ di entusiasmo dentro al box. In due parole: Jack Miller.
Prende otto secondi da Zarco: questo è il dato negativo, conseguenza anche della posizione di partenza.
Per una volta, non è lui il pilota Yamaha più veloce, né in qualifica né in gara. Sotto tono.
Lui dice: “Fa parte del processo”. Vero. Però, per certi versi, è stato il più deludente in pista.
Per tutto l’inverno, ha ripetuto all’infinito che la parola d’ordine è “calma”. Alla prima gara, però, esagera subito e finisce a terra. La sua velocità non è in discussione, ma deve cambiare mentalità. Anche se non è facile, considerando la situazione KTM . Leone in gabbia.
Ducati DesmosediciGP24(.9) voto 9,5: Competitiva nelle due versioni, ancora nettamente il punto di riferimento della categoria.
Aprilia RS-GP 25 voto 9: Su una delle piste dove in passato ha sofferto, si è vista una buonissima competitività. Ancora una volta, però, si recrimina: “Se ci fosse stato Martin”; “Se Bezzecchi non avesse sbagliato qualifica”…
Honda RC213V voto 7: Finalmente un po’ di luce dopo tanto tempo. Questa, però, è una pista più favorevole di altre e sono stati fatti i test: vediamo nei prossimi GP cosa succede.
KTM RC16 voto 5,5: Anche il nostro ingegnere Giulio Bernardelle è d’accordo: non si vede un gran potenziale.
Yamaha M1 voto 5,5: Ultima tra le moto al traguardo: qualcosa di buono si è visto, ma ci si aspetta altro.