MotoGP 2025. Joan Mir ripercorre quel 2020: "C'era più uguaglianza tra le moto e vinceva chi faceva meno errori: io"

Joan Mir è, a tutti gli effetti, un campione del mondo della MotoGP. Per chi scrive non ci sono dubbi che il titolo del 2020 di Mir sia meritatissimo. Quel che è strano è come poi Mir abbia calato di netto le sue prestazioni.

Se nel 2021 era riuscito comunque a terminare il mondiale al terzo posto, dal 2022 a oggi ha avuto un declino netto. Mir ha parlato della sua situazione e del mondiale 2020 con crash.net. Ecco alcuni passaggi interessanti.

Il mondiale 2020 Mir lo ottenne con solo 171 punti, una vittoria, in 14 gare (meno GP causa pandemia Covid, ndr).

"Ricordo che nella prima parte del 2020 sono caduto due volte nei primi GP. Ma una volta salito sul podio in Austria, sapevo che potevo farcela di nuovo".

Mir e Suzuki hanno infatti iniziato un periodo molto costante: podio in sei dei sette GP successivi (tranne Le Mans, 11°).

Mir ha detto: "Non avevamo la moto migliore in griglia in quel momento. La velocità non era il nostro punto forte, ma come pilota, sapevo che se non avessi commesso altri errori fino alla fine dell'anno, avrei lottato per il titolo".

L'importanza di essere continui: "Non ho fatto errori".

Quell'anno Mir è stato uno dei 9 vincitori diversi di GP: tantissimi, considerato che i GP furono solo 14. Una stagione senza dominatori. In epoca MotoGP, cioè dal 2002 a oggi, solo nel 2016 si ebbero 9 vincitori di GP diversi. Il minimo? Tre vincitori diversi nel 2012: Pedrosa, Lorenzo e Stoner.

Mir ha vinto fino ad adesso un solo GP, quello di Valencia 2020: abbastanza assurdo se si pensa che con un GP vinto ha un titolo mondiale, mentre invece Pedrosa ha 31 GP vinti e 0 mondiali.

Tornando ai tanti vincitori Mir ha detto: "A quel tempo c'erano molti vincitori diversi e più uguaglianza tra le moto. Una MotoGP completamente diversa. Non potevi fare errori per lottare per il titolo e io ero quello che ne faceva meno. Ecco perché ho vinto".