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Fa quello che vuole, anche se qui ha un pochino - pochino, eh - meno margine rispetto allo strapotere thailandese. La sensazione è che “giochi” con il fratello, che faccia di tutto per valorizzarlo. Poi, però, c’è un limite a tutto, anche agli affetti familiari: quando decide che può bastare così e va in testa, ci mette due giri per rifilare un secondo ad Alex. Imbattibile?
Ancora una volta è l’unico che prova a dare fastidio al fenomeno, riuscendo addirittura a stargli davanti. E chi se ne frega se ci riesce - forse - solo perché lo vuole il fratello: la verità è che, pure lui, sta facendo la differenza rispetto a tutti gli altri. Vincerà un GP?
Nella sprint limita i danni: non avrebbe dovuto nemmeno correre per come stava fisicamente. In gara, però, è tonico e fa vedere di meritare quella moto lì, altro che “raccomandata” come sostengono alcuni detrattori: fa un paio di sorpassi da applausi, spinge, gestisce la gomma morbida posteriore, fa vedere tutte le sue qualità. Il podio è più che meritato. Tornerà sul gradino più alto?
D’accordo, non è la sua pista, ma non lo si può vedere così in difficoltà: ci aveva abituato a ben altri risultati, a tutta un’altra guida. Adesso sembra impacciato in frenata, dove in passato faceva una differenza mostruosa, sempre sulle “uova”, sempre sulla difensiva e mai all’attacco. Tornerà il Bagnaia del 2024?
Il voto tiene conto di tutto quello che gli è successo in inverno, anzi dall’autunno della scorsa stagione. Trasmette la piacevole sensazione di essere tornato velocissimo: perde il podio al via e nella sfida infinita con Binder, ma è in netta crescita. Ordine di scuderia (una volta si diceva così…): vietato parlare della spalla.
Porta la Honda in prima fila, sfiora il podio nella sprint, è il primo pilota non Ducati al traguardo. Cosa vuoi chiedergli di più? Una cosa, per la verità c’è: deve migliorare in partenza. Ma è davvero in ottima forma. Riuscirà a portare la Honda nei primi tre anche al traguardo?
E’ l’incubo di tutti gli altri piloti della MotoGP: passarlo è difficilissimo, perché frena tardissimo, poi si pianta in piega, non fa mai una curva uguale all’altra. Però non è un problema sua, ma di chi gli sta dietro: torna grintoso, come non lo si vedeva da un po’. L’insuperabile.
Viene squalificato per una questione tecnica: lui, ovviamente, non c’entra nulla. Fatica decisamente di più rispetto alla Thailandia, dove aveva fatto i test, ma piano piano prende le misure anche all’Argentina. Non a caso è un campione del mondo. Gran debuttante.
In qualifica fa sempre una grande differenza, in gara decisamente meno: da lui ci si aspetta che sia sempre il primo pilota KTM al traguardo. Sta perdendo motivazione?
Meglio in qualifica che in gara, ma è sicuramente più efficace rispetto al 2024. Prende però 8 secondi da Zarco. Piccoli passi.
Arriva in scia al compagno di squadra, si vede poco.
Questa volta è lui il primo pilota Yamaha al traguardo, ma solo perché Quartararo viene buttato fuori alla prima curva. E’ dura.
Un piccolo passo in avanti rispetto alla Thailandia, ma siamo ancora lontanissimi.
Al di là del contatto con Bezzecchi, sembra fare meno la differenza.
La gara in Thailandia ci aveva illuso che avesse trovato la strada per essere relativamente veloce anche con la KTM, l’Argentina, però, ha raccontato tutta un’altra storia. Aiuto.
Errore evidente e piuttosto grave quello al via: aveva il passo per giocarsi il podio. Occasione persa.
Imbattibile in ogni versione: stavolta saranno tutti d’accordo che la differenza tra GP25 e GP24 è minima. Per il momento.
Una moto in prima fila, due in Q2, tre nei dieci al traguardo. Tanta roba, considerando da dove si partiva.
Raccoglie pochissimo, ma la competitività sembra evidente.
Acosta ci mette una pezza nel giro secco, Binder in gara. Ma siamo lontani.
Un altro passo indietro dopo che in inverno era sembrata in crescita. Preoccupante.