Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Tra i tanti dati statistici che, inevitabilmente, accompagnano il primo successo di un pilota, il più significativo è che dal 2013 soltanto uno era riuscito a vincere almeno un GP nella stagione del debutto: un certo Marc Marquez. E’ chiaro che non bisogna farsi prendere dall’entusiasmo, non è che bisogna paragonare Brad Binder a Marquez, ma il dato spiega che quanto fatto da Binder è davvero “tanta roba”. Oltretutto con una KTM; una moto che non aveva mia trionfato prima nella storia della MotoGP.
“E’ un sogno che si avvera, non ho ancora capito bene: è qualcosa di folle. Sognavo questo da sempre: dopo il successo in Moto2 nell’ultima gara di Valencia del 2019 mi ero detto: “Chissà quando ci riuscirò nuovamente”. Ecco, ce l’ho fatta alla terza gara, è incredibile”.
Quale è stata la tua tattica?
Ho cercato di conservare il più possibile le gomme, poi ho iniziato ad andare più forte, giravo con buoni tempi. Solo verso la fine ero un po’ in difficoltà con le gomme, ma è andato tutto bene”.
Brad, quando la KTM ti ha detto l’anno scorso che avrebbero chiuso la Moto2 e che saresti andato in MotoGP, cosa hai pensato?
No, non voglio, voglio stare in Moto2, voglio giocarmi questo campionato. Ma sono contento di aver cambiato….
Come è nata questa vittoria?
Abbiamo lavorato tantissimo in questi giorni solo sul degrado della gomma: sapevo che conservare la posteriore sarebbe stato decisivo: all’inizio sono stato molto morbido, poi ho iniziato a spingere.
E la settimana prossima si va a casa vostra, in Austria…
Dobbiamo essere realistici. Qui tutto è andato bene, ma è anche vero che ho preso una grande fiducia in tutto il pacchetto: attendo Zeltweg con grande impazienza.