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SEPANG – Un po’ di sensazioni e valutazioni da bordo pista, raccolte durante le FP3 disputate con l’asciutto, con una temperatura dell’aria di 32 °C e dell’asfalto di 35 °C. Intanto la classifica: Viñales 1’59”947, Márquez (0”085), Lorenzo (0”096), Rossi (0”160), Barberà (0”437), Iannone (0”448), A.Espargaró (0”536), Dovizioso (0”776), P.Espargaró (1”125), Bautista (1”131). Poi: Redding, Petrucci, Crutchlow, Smith, Laverty, Bradl, Miller, Hernandez, Rabat, Baz, Aoyama.
«Con l’asfalto è stato fatto un buon lavoro, ma, purtroppo, rimangono delle chiazze di umido anche molte ore dopo che ha smesso di piovere» avevano detto ieri i piloti praticamente all’unisono. In effetti, è proprio così: anzi, a vederla da bordo pista, la situazione è peggiore di quanto mi fossi immaginato. Le chiazze di umido ci sono, altroché, sono evidenti, sparse qua e là un po’ in tutte le curve. Jarno Zaffelli, l’ingegnere italiano che ha curato la riasfaltatura del circuito, dice che non danno fastidio, che non sono scivolose, ma in realtà lo sono, danno fastidio, anche psicologicamente: passare lì sopra con una MotoGP con le slick non deve essere facile anche per super campioni come questi. E’ evidente che sia stato fatto un errore, specie considerando che qui un acquazzone d’acqua più o meno violento è cosa di tutti i giorni. Zaffelli dice che la situazione migliorerà con il tempo: intanto, però, per questo GP dobbiamo sperare che domenica non piova per tutto il giorno. Così, dopo l’asfalto troppo freddo di Phillip Island, ecco quello “chiazzato” di Sepang. Che palle, per dirla con un eufemismo...
Bandiera verde, i piloti entrano in pista: il primo, come sempre, è Jorge Lorenzo. Alle sue spalle c’è Loris Baz, poco più indietro Hector Barberà, che alla curva 4, nonostante le gomme “fredde”, forza la staccata, passa il compagno di squadra e si mette in scia a Lorenzo. Sarà così per (quasi) tutto il turno: difficilissimo vedere Barberà girare da solo. Mah…
La 4 è una curva a destra dove si arriva dopo un rettilineo di media lunghezza: credo si percorra in seconda marcia. Il più bello da vedere in quel punto è Jorge Lorenzo, il più veloce a prendere la corda, quello che sembra sfruttare di più la pista. Maverick Viñales, invece, è quello che sembra usare più a lungo il freno posteriore: lo usa molto in inserimento fino, sembra alleggerire il pedale solo un attimo prima di arrivare al punto di corda.
Alla 5 si va dentro forte, direi in terza marcia: è una sinistra molto lunga, dove il punto di corda arriva parecchi metri dopo l’inizio della piega. In entrata si sta a circa un metro dal cordolo: sull’asfalto c’è una bella riga nera che serve da riferimento: Márquez, Rossi e le Ducati stanno all’interno della riga nera, Lorenzo passa preciso sulla riga, i due piloti Suzuki, in particolare Aleix Espargaró, si tengono decisamente più esterni della riga.
La 15 è cambiata nella pendenza, ora negativa (ovvero è più all’alta all’interno della curva che all’esterno). La traiettoria è completamente differente rispetto al passato e i piloti, perlomeno nelle FP3, non sembrano ancora aver trovato quella ideale: difficilissimo vedere un pilota ripercorrere la medesima linea un giro con l’altro. La scelta migliore sembra quella di andare alla corda il prima possibile, mentre Valentino Rossi sembra scegliere una traiettoria leggermente più larga rispetto ai rivali. La sensazione è che sia molto facile arrivare lunghi. A proposito di questo, interessante quanto accaduto a circa 14 minuti dalla fine: alla 15 arrivano Rossi e Viñales, immediatamente nella sua scia. Valentino è lungo, molto lungo, è molto esterno e sembra che Maverick sulla linea ideale possa sfilarlo facilmente. Rossi, però, nonostante sia molto largo, non perde velocità, anzi, è più efficace di Viñales e rimane davanti in uscita: un episodio da ricordare in caso il GP si possa giocare all’ultima staccata.
La 7 e la 8 sono due destre che si raccordano in un’unica curva: proprio davanti a me cade Cal Crutchlow. A velocità naturale, sembra che Cal non faccia niente di anomalo: la sua traiettoria è quella giusta, la velocità la solita, ma, improvvisamente, appena prende il gas in mano, l’anteriore si chiude e lui si ritrova a terra, probabilmente senza sapere perché. Niente di nuovo: si è visto tante volte quest’anno.