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Rilassato, sereno, motivato: Alex Rins si presenta in grande forma al primo incontro virtuale del 2021. Alex è a Portimao, con la sua Susie, la meravigliosa Suzuki GSX-R 1000 personalizzata. “All’inizio - scherza Alex - l’ho tenuta standard, tanto che sono andato a girare in pista con anche il sellino del passeggero… Poi ho cominciato a modificarla e adesso è decisamente più bella e competitiva. Venire a girare a Portimao non serve per conoscere la pista, non dà alcun vantaggio per la gara, perché una MotoGP è completamente differente, ma è utile per ritrovare l’adrenalina della guida. Anche se, per la verità, durante l’inverno ho guidato tanto, ogni tipo di moto, dalle Ohvale, alle pit bike, alla moto da cross. E si è anche aggiunto un nuovo “giocattolo” nel mio garage: un go kart”.
Insomma, Alex è pronto per una stagione 2021 da protagonista.
“Sto bene, mi sento in forma e, fortunatamente, non ho contratto il virus. Anche la spalla destra va decisamente meglio. Prima dell’infortunio dello scorso anno, avevo più problemi con la sinistra: ecco, adesso sto tornando a quella situazione. Significa che la spalla destra è guarita del tutto. Mi sento pronto per fare bene, credo sia possibile stare davanti e lottare per il campionato: l’anno scorso ci siamo andati vicini, si può fare meglio ”.
Nel box, però, non ci sarà più Davide Brivio.
Ci mancherà molto: era una persona importante, trasmetteva positività e tranquillità. Non so come sarà senza di lui dentro al box: forse vedremo di più in pista Sahara-sun (il responsabile del progetto MotoGP, nda). Comunque aspetto Davide nel box in qualche GP…
Quando l’hai saputo?
Il giorno prima dell’ufficializzazione. Ero in macchina, stavo tornando dall’aeroporto dopo un po’ di vacanze, mi ha chiamato al telefono. All’inizio pensavo scherzasse, non ci volevo credere…
Tu hai già firmato per il 2021 e 2022: lo avresti fatto anche se avessi saputo che Brivio se ne sarebbe andato?
Credo di sì, perché Suzuki è una grande famiglia si sta bene.
Secondo te potrà fare bene anche in F.1?
Lì è tutto differente, ma credo non avrà problemi: è stato capace di creare il team Suzuki da zero. Gli auguro il meglio.
Dopo l’esperienza del 2020, pensi di cambiare qualcosa per l’emergenza Covid?
Solo piccole cose, quelle che non hanno funzionato l’anno scorso. Cercherò di prendere ancora meno rischi, anche se, per la verità, ne ho presi pochissimi anche nel 2020. Purtroppo, se la situazione non cambia saremo ancora senza pubblico: è brutto, ma non ci si può fare niente.
La Suzuki può vincere per due anni consecutivi?
Dal 2017 abbiamo lavorato duro ogni giorno e adesso la moto è competitiva: siamo a un livello alto, nel posto dove dobbiamo essere. La moto 2021 sarà molto simile alla 2020, perché il motore è congelato per regolamento; ci sarà forse qualche modifica alla carenatura. Io credo ci sia la possibilità di ripetere i risultati dell’anno scorso: questa è la mia quinta stagione in Suzuki e in MotoGP, ho grandi aspettative. Se guardo al 2020, mi arrabbio per l’infortunio nella prima gara di Jerez, ha rallentato la mia crescita.
Dove devi migliorare rispetto al 2020?
Si può sempre migliorare nella comunicazione con il box, nel lavoro in pista e fuori, capire ancora di più la moto. Come pilota, vorrei essere più efficace in qualifica.
Uno dei vantaggii della Suzuki nel 2020 è stata l’adattabilità a tutte le situazioni; con un calendario 2021 più “normale”, con date teoricamente più centrate, potreste perdere questo vantaggio?
Non credo: sono convinto che Suzuki manterrà questa sua caratteristica positiva.
Se il campionato inizierà effettivamente in Qatar, si correranno due GP sulla stessa pista, dopo aver provato lì per cinque giorni (sei per i debuttanti); che gara ti aspetti? E come sarà stare un mese a Doha?
Dopo tanti giorni di test sulla stessa pista, mi aspetto gare incredibilmente equilibrate… Stare lì un mese sarebbe meglio che da altre parti, per la temperatura piacevle. Però non so se il mondiale inizierà lì, si dice che potrebbe partire da Jerez, ma in realtà non si sa niente di preciso.
Cosa significa avere il campione del mondo dentro al box?
Sicuramente è stimolante. Sappiamo tutti che il primo pilota da battere è il compagno di squadra. Nel 2020, tra di noi c’è stato grande rispetto e sportività, anche se, naturalmente, non sono mancati i momenti di difficoltà: spero e credo possa essere così anche quest’anno.
Chi saranno i tuoi rivali?
E’ troppo presto per dirlo, ma è chiaro che il primo da battere è Mir, il campione del mondo.
Cosa sai di Marc Marquez?
In realtà, niente: nessuno conosce le sue condizioni. In questi mesi, Marc ha creato un muro attorno a sé, hanno nascosto bene la situazione. Spero solamente possa essere in pista alla prima gara, è importante che ci sia un pilota con il suo talento.
Tu te lo aspetti forte come prima?
Se sta bene, può tornare velocemente al suo livello. Ma tutto dipende dalle sue condizioni fisiche.
Jonathan Rea ha detto che sarebbe giusto introdurre gli “scarti” per limitare i danni in caso un pilota contragga il Covid: cosa ne pensi?
Potrebbe essere una novità interessante, se ne è parlato anche in Safety Commission. Io però sono un pilota abbastanza regolare, non credo che per me cambierebbe molto.
Cosa pensi della modifica fatta alla curva 10 a Barcellona?
Era una modifica richiesta nel 2019; l’anno scorso a Le Mans ci hanno detto che l’avrebbero fatta: credo che adesso sia molto più sicura e meglio per tutti.