MotoGP. Andrea Dovizioso: “Di nuovo in pista al Mugello” [GALLERY e VIDEO]

Andrea commenta i tre giorni di test con l’Aprilia: “Difficile entrare nei dettagli, dopo aver guidato per otto anni un’altra moto, abbiamo lavorato solo per trovare la posizione di guida. Faremo un altro test fra un mese, speriamo con alcune modifiche”. La voglia c’è ancora: “Guidare una MotoGP è unico e pazzesco”
14 aprile 2021

La faccia di Andrea Dovizioso esprime tranquillità: chi lo conosce, sapeva che non si sarebbe lasciato andare né da una parte né dall’altra. Quindi: nessun proclama trionfalistico, del tipo “Questa è la moto della mia vita” e nemmeno critico: “Questa moto non va”. Ma una cosa è certa: la MotoGP gli trasmette ancora un sacco di emozioni.

Salire su una MotoGP è pazzesco, qualcosa di unico. Parlando di asfalto, non c’è niente di paragonabile, è bellissimo, senti tutta la sua potenza, dall’accelerazione alla staccata: in frenata c’è una grande intensità, perché tutto il materiale ti permette di arrivare a certi estremi. E’ una sensazione bellissima” dice con la gioia negli occhi. E’ una buonissima notizia: il Dovi ne ha ancora voglia, un bel po’. Non a caso non si sente affatto collaudatore, non si paragona a Dani Pedrosa e Cal Crutchlow, anche loro in pista a Jerez.

Io la vivo ancora da pilota, mentre Dani è un collaudatore: magari farà delle wild card, questo non lo so, ma il suo approccio, peraltro ottimo e con un bel ragionamento alle spalle, è proprio quello del collaudatore. Ho parlato anche con Cal: a livello mentale, il loro approccio è un po’ diverso”, spiega andrea. Bene, un’altra conferma importante: Andrea vuole correre, lo farà se ne avrà la possibilità nel 2022.

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Adesso si può parlare del team: Dovizioso non entra troppo nel dettaglio.

Quando sali su una moto dopo averne guidata un’altra per otto anni, la prima cosa su cui devi lavorare è la posizione di guida, trovare la migliore, non solo per il pilota, ma anche per la moto, per poterne sfruttare le caratteristiche. Questo, purtroppo, è impossibile farlo in soli tre giorni, anche perché oggi c’era parecchio vento. Dall’altra parte, è bellissimo avere la possibilità di guidare una moto differente.

Quel è la motivazione di questo test?

Fare il pilota è ancora la mia passione, mi piacerebbe correre nel 2022: credo sia stato intelligente sfruttare questa possibilità, voglio ringraziare Aprilia di avermela data. E’ comunque un qualcosa di positivo, indipendentemente se correrò o no nel 2022: guidare una MotoGP è sempre bello e farlo in questo modo, come piace a me, credo sia stata una scelta intelligente.

C’è qualcosa che ti impressionato favorevolmente o negativamente dell’Aprilia?

E’ difficile rispondere a questa domanda. Quando sono salito sulla moto ho sentito immediatamente la differenza con il passato, ma entrare nel dettaglio è difficile: per capire certi aspetti devi spingere più forte. I miei tempi sono ancora alti, ho le mie idee, ma dopo tanti anni con una moto differente è normale faticare con la posizione di guida: con una MotoGP devi essere molto preciso e la posizione conta molto per riuscire a capire certi dettagli: è troppo presto per parlare di queste cose. Come in tutte le moto, ci sono aspetti positivi e negativi.

Puoi dire qualcosa sui tempi sul giro?

Non è intelligente di parlare di tempi in questo momento, non ero al 100% sulla moto, in questo momento il tempo sul giro ha poco senso. Abbiamo programmato di fare un altro test (al Mugello, l’11 e il 12 maggio, quando in pista ci sarà anche Michele Pirro con la Ducati, nda) per poter lavorare di più e meglio sulla posizione di guida. Per il momento il programma è questo, non ci sono altre prospettive.

Ma, eventualmente, saresti interessato a sostituire qualche pilota, magari infortunato?

Non lo so. Come sapete, io solitamente faccio tutto con metodo e programmazione, sostituire qualcuno non è il mio obiettivo. Sono completamente aperto a qualsiasi soluzione per il futuro, ma sul tavolo, al momento, c’è solo il prossimo test con l’Aprilia il mese prossim.

Jerez è un buon circuito per provare?

Sotto certi aspetti può essere un buon circuito, ma non il migliore in assoluto. La verità è che quando cambi moto devi avere tempo, il circuito passa un po’ in secondo piano. Poi proverò al Mugello, una pista molto bella e totalmente differente da Jerez. Credo che in questo mese si possano fare aggiustamenti importanti per la mia posizione in moto. Ripeto è fondamentale, perché solo spingendo forte puoi capire i dettagli di una MotoGP, ma non puoi farlo se non riesci a stare bene sulla moto, non puoi ritardare una frenata, sistemare altri dettagli.

Puoi fare un paragone con le altre moto che hai guidato?

Le MotoGP sono cambiate tantissimo negli ultimi anni e io ho guidato la stessa moto (non nomina mai Ducati, nda) per 8 anni: impossibile fare paragoni con il passato.

Ma ci può essere un futuro con l’Aprilia, magari già una wild card quest’anno?

Non abbiamo parlato di questo. Sono felicissimo di aver fatto questo test e di avere la possibilità di farne un altro. Per il momento non c’è altro. Non ci sto pensando, sapete come io prendo le decisioni, tutto deve far parte di un progetto più ampio. Pensare a una wild card in questo momento non mi interessa e non cambio adesso il mio modo di pensare. Fra un mese andrò a divertirmi al Mugello, speriamo con delle modifiche importanti. Adesso conta solo questo.

Cosa accadrà dopo il prossimo test?

Quando sarà finito, ci andremo a mangiare una “fiorentina”….

Dopo aver visto l’Aprilia nella prime due gare, hai qualche rimpianto per non essere su quella moto?

Aleix Espargaro ha dimostrato il suo potenziale e quello della moto, è andato particolarmente forte. Aprilia sta spingendo tanto, hanno fatto un passo in avanti fondamentale. Avere una buona base è molto importante, ma sappiamo quanto sia difficile la MotoGP di adesso: puoi anche arrivare 15esimo, ma con un distacco molto ridotto dal primo. Hanno fatto un buon lavoro.

Di fatto Andrea non risponde alla domanda e nemmeno alla successiva, se l’Aprilia è meglio o peggio di come se l’aspettava?

Sapete benissimo che non rispondo a questo e il test mi ha dato l’ennesima conferma di quello che ho sempre detto: da fuori, anche se magari sei uno più analitico di altri, non puoi conoscere i dettagli.

Sottolinei continuamente l’importanza della posizione di guida: adesso capisci un po’ di più Jorge Lorenzo?

Non credo che sia giusto collegare i risultati di Lorenzo in Ducati con questo aspetto. E’ chiaro che in MotoGP devi essere a tuo agio sulla moto al 100%. Ho parlato anche con Crutchlow, che adesso guida una Yamaha dopo cinque anni con la Honda: anche lui ha bisogno di adattarsi. Sono due gli aspetti da valutare: uno è sentirsi bene sulla moto in base alle tue leve, specie per uno basso come me, l’altro è trovare una posizione giusta per quello che ti chiede la moto, perché se la moto ha certe caratteristiche devi assecondarle con la posizione in sella.

A questo punto il collegamento si interrompe. Ma c’era poco altro da aggiungere.

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