MotoGP: Andrea Dovizioso: “Volevo questa sfida: giusto provarci”

Alla presentazione del team, Andrea non si pone obiettivi, ma sa esattamente quello che vuole: “Non mi interessa l’approvazione degli altri, lavoro ogni giorno per migliorarmi continuamente. E’ una figata avere la possibilità di crescere. Non penso al futuro, non ho programmi: l’obiettivo è quello di sfruttare al massimo la mia Yamaha”
24 gennaio 2022

E’ un Andrea Dovizioso molto sereno quello che appare nella video conferenza via Zoom: attraverso lo schermo, lo stato d’animo che si percepisce è quello di un pilota, di un uomo, che sa esattamente quello che vuole, che non si fa condizionare da giudizi esterni, conscio della sua forza e dei suoi limiti, voglioso di arrivare a certi risultati, ma non ossessionato dalla paura di non farcela.

Andrea, il primo approccio con la Yamaha è stato più difficile delle tue aspettative: in questi mesi, non ti sei mai pentito di essere tornato in MotoGP?

No, non è certo questo il momento di pensare in modo negativo: magari potrò essere pentito a fine stagione di questa scelta, ma non certo adesso, ancora prima di iniziare i test. Credo che nella vita sia giusto fare quello che uno si sente di fare, indipendentemente dal risultato: se avevi in testa un’idea e la puoi realizzare, è giusto provarci. Non ho niente da dimostrare a nessuno: avevo questa idea di provare a fare una cosa con la Yamaha e ci ho provato. Si fa tropo spesso l’errore di volere l’approvazione degli altri, di dover ottenere certi risultati: questi 20 anni di corse mi hanno insegnato a seguire il mio pensiero, non quello di chi sta fuori. Poi ognuno farà le sue considerazioni, farà valutazioni positive o negative, ma a me non interessano. Ho accettato questa sfida perché voglio provarci, sono sempre alla ricerca del modo di migliorare me stesso: avere la possibilità di provare ogni giorno a crescere è una figata, è una bella sensazione”.

Quindi, non sei preoccupato, eventualmente, di non ottenere certi risultati, anche pensando al futuro?

Il 2021 è stato un anno strano per me, ma lo sarà probabilmente anche il 2022. L’anno scorso non avevo programmi e vivo questa stagione come se fosse l’ultima. E’ chiaro che tutto è legato ai risultati: se saranno buoni, non ci sarà nessun problema per continuare, altrimenti sarà il mio ultimi anno. Ma sono tranquillo, sono molto rilassato, non penso certo adesso al contratto per i prossimi anni, non è quello che mi interessa in questo momento.

Cosa ti interessa?

Mi interessa sentire la moto e sfruttarla, godere cercando di ottenere il massimo da quello che avrò a disposizione. Inutile dire adesso: “possiamo battere tutti”, dobbiamo spingere e fare certi tempi, essere competitivo al massimo delle possibilità della moto.

Cosa che non è riuscita a Valentino Rossi l’anno scorso

Quando sei dietro e non sfrutti la moto, non spingi come riuscivi a fare in passato, non godi. L’obiettivo è non vivere quel tipo di sensazione: in MotoGP tutto è legato ai risultati, stai bene solo se sei davanti.

Che impressione ti ha fatto la Yamaha 2022 provata a Jerez?

E’ molto differente da quella che ho usato nel 2021 (una M1 del 2019, nda), ma non credo sarà la moto che avrò a Sepang, perché a Jerez i piloti del team ufficiale (Quartararo e Morbidelli, nda) hanno provato altro materiale: mi aspetto, quindi, che ci sarà qualcosa di diverso. Devo sfruttare al meglio i cinque giorni di test per adattare nel modo migliore alla moto, c’è ancora margine.

Nel 2020, con la Ducati, avevi faticato ad adattarti alle nuove Michelin: è così anche con la Yamaha?

Bisogna sfruttare nel modo migliore il bilanciamento della moto: anche con la Yamaha, come era successo in Ducati, è cambiato molto il modo di frenare per sfruttare meglio la gomma. Sotto questo aspetto, ho fatto dei buoni progressi negli ultimi due GP del 2021, cambiando il mio stile rispetto a quello abituale. Al momento, non è così facile per me adattarsi alla Yamaha, non mi viene naturale, ma credo sia possibile riuscirci.

Devi fare, al contrario, il percorso che aveva fatto Lorenzo per adattarsi alla Ducati?

In un certo senso sì. Quando cambi moto e sali su una completamente differente rispetto alla precedente, devi cambiare tanto. Secondo la mia opinione, Lorenzo è diventato competitivo con la Ducati quando ha cambiato l’approccio mentale e modificato il modo di guidare, mantenendo, però, qualcosa del suo stile. Sarà complicato, il livello è molto alto e ancora non sappiamo come sarà la M1 rispetto alle altre, ci sono tanti aspetti da tenere in considerazione.

Qual è la sensazione di essere il più vecchio in pista?

Sicuramente non è positivo, ma se sono arrivato qui a questa età significa che ho lavorato duro e che chi è vicino a me mi ha aiutato molto e mi ha fatto crescere.

Ma c’è ancora spazio per un pilota “anziano” in questa MotoGP o è cambiato troppo in questi anni?

Dal 2020 è cambiata tanto, ma non c’è stata una rivoluzione tecnica che possa penalizzare un pilota più vecchio. E’ chiaro che le gomme condizionano molto, ma credo sia un insieme di fattori, bisogna fare tante cose in modo differente, forse per noi di un’altra generazione è più difficile adattarsi. Ma va anche detto che sono arrivati giovani molto talentosi e in questi anni è cambiato il supporto delle Case, la moto satellite non esiste più, di fatto è la moto ufficiale dell’anno precedente. E sono d’accordo con Stoner quando dice che l’aerodinamica condiziona troppo la MotoGP di oggi, è meno bella, ci sono meno sorpassi, siamo tutti molto vicini e si sbaglia molto meno: basta avere due decimi di vantaggio per portarli fino alla fine.

E c’è anche la potenza del motore Ducati…

Sicuramente il motore Ducati ha margine rispetto agli altri, ma anche perché sfruttano meglio l’aerodinamica.

Oggi, senza ancora essere sceso in pista, su chi punteresti per il titolo?

Per come è finita la stagione, sembrano avere qualcosa più degli altri Bagnaia, Marquez, ma non conosciamo la sua situazione fisica, Quartararo e Martin.

A fine carriera, andrai a correre alla Dakar come Petrucci?

No, non sono abbastanza pazzo per fare una cosa così… Conosco bene Danilo, so quanto è veloce con la moto da cross, perché mi batte facilmente. La sua velocità non mi ha sorpreso, i suoi risultati sì: sono veramente molto contento per lui.

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