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Márquez e Lorenzo sono stati i dominatori delle ultime cinque edizioni al Motorland di Aragón, e Marc aveva vinto anche nella stagione 2013 del suo esordio. Il GP si disputa dal 2010, con Stoner vittorioso prima su Ducati e poi Honda. Dodici mesi fa il 93 fu però duramente impegnato da Dovizioso: quindici sorpassi tra l’hondista e il ducatista e gap finale di 65 centesimi, terza la Suzuki, con Iannone davanti a Rins. Alla prima curva era caduto Lorenzo (che scattava dalla pole) forse indotto all’errore da Márquez. Dalla gara usciva malconcia la Yamaha, in crisi profonda con Rossi e Viñales ottavo e decimo; ottimo invece il sesto posto dell’Aprilia, con Alex Espargaró davanti a Petrucci.
Aragón 2018 (leggi tutti gli articoli), una giornata storica per i piloti italiani, in sei sui tre podi. Perché in Moto2 Bagnaia, poi campione del mondo, partì molto male ma recuperò fino a chiudere in scia allo strepitoso Binder (per la prima volta in prima fila, e con la pole!) e precedette Baldassarri; in Moto3 Bezzecchi e Bastianini furono battuti solo dal campione in carica, Martin, penalizzati forse troppo dal regolamento in griglia.
Torniamo alla MotoGP. Nel 2017 (leggi tutti gli articoli) la doppietta Honda (terza di stagione) con Pedrosa alle spalle di Márquez e bel terzo posto di Lorenzo (al settimo podio consecutivo su questa pista) con la Ducati; invece il Dovi, per aver spinto troppo nei primi giri, calava di gomme e chiudeva solo settimo. Le prove tormentate, soltanto venti minuti sull’asciutto, complicarono le scelte. Rossi rientrava a 23 giorni dall’operazione a tibia e perone (enduro) e finiva quinto dietro a Viñales, che aveva stabilito la pole; le due Yamaha erano partite dalla prima fila, ma in gara soffrirono; in crisi le Suzuki. Márquez aveva vinto anche l’anno precedente, 2016 (leggi tutti gli articoli), anzi, dominato con una gran pole e il quarto successo dell’anno. Quella fu un'edizione piena di problemi per le Michelin, con tante cadute, Dovizioso (11°…) probabile vittima di uno pneumatico fallato. Le due Yamaha di Lorenzo e Rossi andarono a podio con distacchi pesanti, mentre Viñales, che era secondo con la Suzuki, fece un errore nel finale.
Il biennio 2014-2015 rappresenta un tripudio per Jorge, ed è da dimenticare per Marc, entrambe le volte in pole e poi a terra. Nel 2015 (leggi tutti gli articoli) Márquez cadde al secondo giro mentre cercava di riprendere Lorenzo, scattato a razzo. Epico fu il duello tra Pedrosa e Rossi, Honda davanti alla Yamaha e dodici sorpassi negli ultimi quattro giri; le due Ducati finirono staccate, quarto Iannone e quinto Dovi, addirittura a 24”. Rocambolesca l’edizione 2014, con la pioggia a movimentare pista e box. Vinse Lorenzo (non succedeva da tredici gare…), tra i primi a cambiare la moto: il primissimo fu Aleix Espargaró, al primo podio con la Yamaha, terzo Crutchlow su Ducati. Le cadute furono tante e rovinose: al quarto giro Rossi picchiò duro riportando una commozione cerebrale, Dovi era già volato in Q2 e bissò in gara, Márquez insistette con le slick e quella volta l’azzardo fu punito.
In Moto2, detto dell’anno scorso, Franco Morbidelli (poi campione) fu il grande protagonista del 2017: bellissima la sfida con Pasini, solo 14 centesimi tra i due italiani sul traguardo e riscatto perfetto dell’errore della gara precedente a Misano. L’anno prima Morbidelli era finito sul terzo gradino del podio, dietro a Sam Lowes e al giovane Márquez (il campione del mondo Zarco solo ottavo con una gara storta); nel 2015 gran duello tra Rabat e Rins e terzo posto di Lowes con la Speed Up. Nel 2014 Viñales aveva fatto un capolavoro, costruendo la sua quarta vittoria di stagione scattando dalla quarta fila col 13° tempo. Secondo fu il campione Rabat, terzo Zarco e quinto Morbidelli, che ama il Motorland.
Infine la Moto3, partendo dal primo anno in esame, stagione 2014, per l’impresa di Romano Fenati, che con la KTM riuscì a tener dietro Alex Márquez per 57 centesimi; terzo fu Kent con la Husqvarna, quarto Rins, che scattava dalla pole position, e caduto Miller, che era leader in campionato. Anche nel 2015 Fenati tornò sul podio, con Oliveira e Navarro; Bastianini aveva centrato la pole ma cadde, Maria Herrera andò a punti per la seconda volta. Le altre due edizioni hanno visto sempre Bastianini sul terzo gradino del podio: nel 2016 dietro a Navarro e Binder (quel giorno campione del mondo con larghissimo anticipo) e davanti a Diggia in una gara combattutissima, e nel 2017 dietro a Mir e allo stesso Di Giannantonio, ottimo secondo. Gara incredibile fu quella: l’ottavo, Foggia, chiuse a otto decimi dal primo, e Mir, che zig zagava troppo sul dritto, perse sei posti in griglia nella gara successiva in Giappone; ma ugualmente avrebbe vinto il titolo.
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