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ALCANIZ – Dopo tre Honda, ecco la Yamaha di Valentino Rossi: non male, considerando che quella di Aragon non è mai stata una pista particolarmente favorevole al nove volte campione del mondo.
«Sì, è stata una buona giornata, sono stato competitivo in entrambi i turni e già dalle FP1 mi sono trovato a mio agio con la moto. Naturalmente c’è ancora tanto lavoro da fare sia nella messa a punto sia nella scelta delle gomme, ma è certamente un venerdì positivo. La sensazione è che siamo molto veloci con le gomme nuove, sia con la morbida sia con quella più dura, ma i piloti Honda, specie i due della HRC, riescono a essere più efficaci sulla distanza, a tenere un buon ritmo dopo un po’ di giri. Questa è la chiave attorno alla quale dobbiamo lavorare, sperando che si mantenga il bel tempo e che la pista migliori un po’. Il dato confortante è che sono tra i più rapidi in ogni settore della pista, sempre nei primi quattro: significa che la prestazione c’è, ma soffriamo troppo dopo qualche giro».
Credi che la Yamaha abbia perso il vantaggio di inizio anno e che adesso la Honda sia più efficace?
«No, dipende molto da pista a pista ed era così anche a inizio stagione: ci sono dei tracciati dove la Yamaha è più competitiva, altri che lo è la Honda, come sembra essere qui. Dipende da tanti fattori, direi che le moto sono abbastanza livellate».
Considerando il passato, è il tuo miglior venerdì ad Aragon?
«Era importante partire dalla gara dell’anno scorso, quando scattando sesto avevo preso due secondi al primo giro, per poi finire a 2”7, quindi riuscendo a essere piuttosto veloce. Quest’anno mi piacerebbe riuscire a lottare per la vittoria, ma non sarà facile battere le due Honda».
Marquez dice che ci sono tre RC213V davanti a tutti, ma che se si analizza il passo la situazione è un po’ differente. Tu dici che loro sono avvantaggiati sulla distanza: chi ha ragione?
«E’ vero che Marquez nel finale ha montato una gomma nuova, ma sempre dura. Secondo me l’analisi del passo è inequivocabile: al momento Marquez è quello più costante, poi c’è Pedrosa, poi io».
Tra te e Lorenzo c’è una grande rivalità: siamo arrivati a una soglia di nervosismo tipo quello dell’anno scorso?
«Io, sinceramente, non mi sento nervoso… Sicuramente, la situazione è cambiata dopo gli ultimi tre GP del 2015, ma rispetto al passato, per esempio al 2010, siamo anche più maturi, sappiamo di dover lavorare insieme per cercare di rendere più competitiva la Yamaha, cerchiamo di essere professionisti. Lorenzo rimane un pilota fortissimo anche quando è in difficoltà, bisogna sempre dargli del “lei”: io e lui siamo in lotta per il secondo posto, che non è minimamente paragonabile al titolo, ma rimane comunque un traguardo da raggiungere. Io lui non siamo amici, è impossibile piacersi se non ti piaci l’uno con l’altro, ma finisce qui, non è un problema».