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TERMAS DE RIO HONDO Un podio insperato, ma non immeritato: diciamo che la fortuna dell’autoeliminazione dei due piloti Ducati, fa a pari con i problemi (gomma difettosa?) di una seconda parte di gara nella quale Valentino Rossi non ha potuto ripetere le eccellenti prestazioni della prima.
«Con la prima moto ero molto veloce, mi sono divertito, ma con la seconda non avevo più le stesse sensazioni: ero sempre al limite, non riuscivo a girare come facevo all’inizio. Se i due piloti Ducati non si fossero toccati, non sarei salito sul podio».
Ma cosa ha provocato questa differenza di prestazioni?
«Non lo: di solito, in Yamaha, le due moto sono perfettamente uguali, tanto che quasi non le distingui, non ti accorgi di passare da una all’altra. Sicuramente abbiamo avuto qualche problema con la gomma, ma non so dovuto a cosa: forse non le ho scaldate bene, o chissà cosa. Non guidavo più in maniera efficace, ogni volta che provavo a spingere mi si chiudeva. Nella prima parte ero molto competitivo, ero convinto di potermi giocare la vittoria con Marquez. Ma con la seconda moto, ho capito subito che c’era qualcosa che non andava uscendo dalla corsia dei box, sono andato largo alla curva uno e a momenti cado alla sei. Non avevo più feeling, ma non pensavo di essere messo così male: purtroppo la situazione è peggiorata di giro in giro, sbagliavo in accelerazione e mi hanno ripreso sia Vinales che le due Ducati. Alla fine è andata benissimo, sono 20 punti d’oro per il campionato».
Ti aspettavi quello che è successo tra Dovizioso e Iannone?
«Diciamo che Iannone è stato poco lucido: al penultimo giro mi ha passato alla curva 5, dove io ero fortissimo da venerdì. Risultato: siamo andati larghi entrambi e Dovizioso ci ha infilato, altrimenti sarebbe rimasto dietro. Speravo fosse altrettanto aggressivo con Dovi, con il quale aveva già battagliato duramente in Qatar: è sempre importante arrivare davanti al compagno di squadra. A quel punto, io ho solo cercato di non farmi coinvolgere».
Come è stata la battaglia con Marquez nella prima parte della gara?
«Abbiamo due moto molto differenti, con rispettivi punti forti e deboli: è stato divertente, abbiamo potuto superarci un po’ di volte. Purtroppo è durata poco».
Lo consideri un risultato soddisfacente?
«Sì, è un ottimo secondo posto, perché qui la Yamaha ha fatto molta fatica, come conferma anche la caduta di Lorenzo: la moto era difficile da guidare. Se le condizioni fossero state quelle di sabato, avremmo potuto essere più competitivi, ma la pioggia ha riportato le condizioni dell’asfalto a venerdì. Peccato poi il problema della gomma, ma per la verità, mi era successo anche con la Bridgestone in Australia, anche se all’opposto: allora ero stato in difficoltà con la prima gomma, ed efficace con la seconda».
Nonostante le condizioni, però, si sono visti più sorpassi che in Qatar: potete fidarvi di più dell’anteriore?
«Quest’anno sarà più difficile passare: con le Bridgestone potevi essere molto più aggressivo in staccata. Credo che oggi i sorpassi siano stati favoriti dalle particolari condizioni della pista: c’era chi si fidava di più, chi stava più prudente, chi stava attento alla traiettoria. Per quanto mi riguarda, dobbiamo migliorare la messa a punto per essere più efficaci fine GP».
E’ stato giusto dividere la gara in due parti?
«Secondo me si poteva fare tutta la gara normalmente, ma per ragioni di sicurezza è stata presa una decisione differente. Il più grande problema è stata la pioggia del mattino: la pista è tornata in condizioni pessime».
E adesso si va ad Austin.
«E’ una delle piste più difficili per me e per la Yamaha, ma nel 2015 ero riuscito a salire sul podio: dobbiamo provarci anche quest’anno».