MotoGP, Assen 2016. Da Zero a Dieci

MotoGP, Assen 2016. Da Zero a Dieci
Da zero a dieci: numeri, statistiche e voti sul GP d’Olanda, un modo per ripercorrere quanto accaduto ad Assen, non solo in pista
28 giugno 2016

NON E’ CRISI, MA UN SEGNALE SI’

La Spagna è la nazione che ha dominato le ultime stagioni del motomondiale, in tutte le categorie. Ma dall’anno scorso qualcosa sta cambiando: non si può certo parlare di crisi, vista la quantità – e la qualità – dei piloti iberici della MotoGP, ma in Moto3 e in Moto2 cominciano a fare fatica. Ricordiamo che il declino della scuola italiana, adesso in grande ripresa, è iniziato proprio così. Ad Assen, nelle tre categorie nessun pilota spagnolo ha conquistato la prima fila e uno solo – Màrc Màrquez – è salito sul podio.

ZERO, COME I PILOTI SPAGNOLI IN PRIMA FILA


IL PRIMO NON SI SCORDA MAI

Ad Assen hanno trionfato Pecco Bagnaia in Moto3, Takaaki Nakagami in Moto2 e Jack Miller in MotoGP: per tutti e tre si tratta del primo successo nelle rispettive categorie. Anzi, per Bagnaia e Nakagami è addirittura la prima vittoria in assoluto nel motomondiale: una giornata indimenticabile.

UNO, COME I SUCCESSI DI BAGNAIA, NAKAGAMI E MILLER


IL MOMENTO SBAGLIATO

Valentino Rossi è quello che è caduto meno tra tutti i piloti della MotoGP dall’inizio del 2016: “solo” due scivolate per Rossi, contro, per esempio, le tre di Viñales, le quattro di Pedrosa e Petrucci, le cinque di Lorenzo e Dovizioso, le 6 di Màrquez e Iannone. I piloti che hanno collezionato più cadute sono, fino adesso, Crutchlow e Miller, entrambi finiti a terra già 13 volte.

DUE, COME LE CADUTE DI ROSSI
 

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PREMEDITAZIONE E FURBIZIA

Durante il warm up, Màrc Màrquez ha tagliato appositamente l’ultima variante, così come aveva fatto l’anno scorso in gara Valentino Rossi. Chiara l’intenzione: provare la consistenza della sabbia, capire la reazione della moto per non farsi trovare impreparato in caso di “emergenza”. Un’azione furba (nel senso peggiore del termine) e premeditata, totalmente da condannare, anche se Livio Suppo, team principal HRC, ha preso le sue difese. «La Race Direction ha detto che si può fare» ha ironizzato Suppo, facendo ovviamente riferimento a quanto accaduto nel 2015. Livio, però, si è “dimenticato” di dire che nel 2015 Rossi aveva tagliato la chicane dopo un contatto, non deliberatamente nel warm up.

VOTO TRE: A MÀRC MÀRQUEZ (E A LIVIO SUPPO)


NEI PRIMI QUINDICI IN TUTTI I GP

Dopo otto gare, solo quattro piloti della MotoGP sono sempre arrivati al traguardo a punti: Màrquez, P.Espargaró, Barberà e Laverty.

QUATTRO, COME I PILOTI SEMPRE A PUNTI


UN PILOTA IN CRISI

Dopo aver vinto il mondiale Moto3 nel 2014 Alex Màrquez sembrava destinato a una brillante carriera, ma da quando è passato in Moto2 (nel 2015) sta faticando oltre ogni previsione, tanto da non essere ancora riuscito a salire sul podio. Evidentemente Alex non è Màrc (si sapeva), ma quest’anno sta facendo davvero male: ad Assen è arrivato ottavo, suo miglior risultato stagionale. E in classifica generale è addirittura ventesimo.

VOTO CINQUE, (QUELLI PIU’ BASSI ERANO GIA’ ASSEGNATI): AD ALEX MÀRQUEZ


SPETTACOLO E INCERTEZZA

Le gare della Moto3, ormai, si decidono quasi sempre in volata, con un gruppone di piloti che si superano decine di volte. Così l’esito è sempre incerto, lo spettacolo di altissimo livello, anche perché sono in tanti a poter vincere: ad Assen ci è riuscito, alla grande, Pecco Bagnaia. E’ il sesto pilota differente che quest’anno sale sul gradino più alto del podio: prima di lui c’erano riusciti Binder, Navarro, Fenati, Antonelli e Pawi.

SEI, COME I VINCITORI DIFFERENTI IN MOTO3


(QUASI) TUTTO GIUSTO

Questa volta la Race Direction ha fatto tutto giusto: ha fermato la gara della Moto2 quando ha iniziato a piovere, ha preso le decisioni giuste – e secondo regolamento – nella MotoGP. Bravi, insomma. Anzi, per la verità, una piccola sbavatura c’è: non è stato detto nulla sulla luce posteriore spenta sulla Yamaha di Valentino Rossi in Gara1, luce che deve essere obbligatoriamente accesa quando piove. Va però detto che se anche la Race Direction fosse intervenuta non sarebbe cambiato nulla per Rossi: l’eventuale sanzione sarebbe stata per il costruttore, non per il pilota.

VOTO SETTE: ALLA RACE DIRECTION


STESSO ERRORE, STESSA ONESTA’

Andrea Dovizioso (prima) e Valentino Rossi (dopo) sono caduti commettendo più o meno lo stesso errore, traditi dal troppo grip garantito dalla gomma posteriore “rain” morbida, e dalla troppa foga di voler ottenere un risultato prestigioso. Viste le 26 (!) scivolate complessive tra FP4, Q1, Q2 e gara, ovvero quelle disputate sul bagnato, Dovizioso e Rossi potevano tranquillamente prendersela con l’anteriore Michelin, che, effettivamente, non ha lavorato correttamente. Invece entrambi non hanno cercato scuse, e hanno ammesso l’errore. Bravi.

VOTO OTTO: A DOVIZIOSO E ROSSI


FINALMENTE SUL PODIO

Franco Morbidelli è un pilota di grandissimo talento, ma dopo un paio di GP da protagonista si era perso, rallentato da una moto che non lo convinceva tecnicamente. Ad Assen, però, il “Morbido” è tornato sugli scudi, conquistando un convincente terzo posto dopo aver anche sognato il successo. La sua classe non si discute: se trova regolarità, è uno dei più forti della categoria.

VOTO NOVE (DI INCORAGGIAMENTO): A FRANCO MORBIDELLI


GRAZIE A TUTTI, SIETE STATI FANTASTICI

Al di là del bravissimo Pecco Bagnaia, tutti i piloti italiani della Moto3 sono stati semplicemente fantastici, in una gara che andrebbe vista e rivista decine di volte, per l’intensità, la difficoltà, l’agonismo, ma anche la grande correttezza, in 20 giri tirati dal primo all’ultimo metro. Bagnaia, Di Giannantonio, Migno, Fenati, Antonelli, Bulega, Bastianini (purtroppo caduto), Dalla Porta, ci hanno regalato emozioni inimmaginabili.

VOTO DIECI: AGLI ITALIANI DELLA MOTO3

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