MotoGP, Assen 2016. Rossi: "Uno dei miei peggiori errori"

MotoGP, Assen 2016. Rossi: "Uno dei miei peggiori errori"
Valentino non cerca scuse: “Sono stato un somaro: sono arrivato troppo veloce alla curva 10, ma ho frenato nello stesso punto del giro precedente. Uno sbaglio da principiante”. Sul campionato: “Adesso bisogna pensare a vincere e a disputare buone gare, poi si vedrà”
26 giugno 2016

ASSEN – Uno dei tanti pregi di Valentino Rossi è la sincerità: quando sbaglia, non cerca scuse. Lo dice è basta. «Sono stato un somaro, anche qualcosa di peggio» ammette onestamente.

«Un grande peccato, era una buona possibilità di conquistare un buon risultato e punti importanti per il campionato. Sull’asciutto avevo un buon passo, ma anche sul bagnato, in una gara davvero molto complicata. E’ stato giusto fermare la corsa con la bandiera rossa: in pista c’era troppa acqua, si faceva un sacco di “acquaplaning”, non si vedeva nulla. Per gara2 abbiamo montato la “rain” soffice al posteriore (nella prima parte era stata usata la dura, NDA) e mi sentivo perfino meglio che prima dell’interruzione. Sono partito bene e avevo grande grip sul posteriore, ma poi ho commesso un errore: ero troppo veloce, è stato uno sbaglio stupido, potevo vincere, perché avevo già un buon margine».


Qual è stato l’errore?

«Avendo più grip sul posteriore, sono uscito troppo forte dalla curva nove, alla dieci sono arrivato 5 km/h più forte del giro precedente, ma ho frenato nello stesso punto e sono caduto. Oggi era veramente facile fare un errore, lo hanno commesso tanti piloti, ma il mio è uno sbaglio grave, uno dei peggiori della mia carriera: avrei potuto guadagnare punti su Lorenzo, qui in grande difficoltà, ma anche su Marquez, invece lascio Assen con uno zero pesantissimo. In tutti i turni ho sempre guidato con grande precisione, non ho mai fatto una sbavatura, ma ho commesso un errore nel momento più importante. Quando sono passato sul traguardo del secondo giro, sul cruscotto ho visto che avevo fatto 1’49”3: in prova avevamo girato in 1’48”, quindi ho pensato che si potesse spingere un po’ di più, ma ho sbagliato».


Come mai non sei riuscito a ripartire?

«La moto ha un sistema di sicurezza per spegnare il motore in caso di caduta dopo qualche secondo: quando ho tentato di tirarla su si era appena spenta e a quel punto avrei avuto bisogno di una spinta dai marshall, che però non mi hanno dato. Ma la frittata, ormai, era fatta. Anche ad Austin ero scivolato, ma quello lo considero un errore che ci può stare, perché non mi accadeva da 25 GP. Questo, però no, è imperdonabile, uno sbaglio da principiante e, purtroppo, si somma alla rottura del Mugello: per il campionato si complica tutto. Bisognava semplicemente andare più piano».


Tante cadute in due giorni sull’acqua: colpa solo delle gomme, o c’è anche meno aiuto, rispetto al 2015, da parte dell’elettronica?

«Sicuramente l’elettronica è meno sofisticata, ma quando cadi per la perdita dell’anteriore l’elettronica fa poco. La realtà è che le Michelin hanno tanto grip sul posteriore e tanto sull’anteriore: noi piloti, dopo tanti anni con la Bridgestone siamo abituati a forzare davanti. Si può dire che le Michelin “rain” sono dove erano le “slick” a marzo: le gomme da asciutto hanno fatto un bel passo in avanti, mentre sull’acqua sono un po’ in ritardo. Appena forzi vai per terra».


Al Mugello potevi vincere e hai rotto il motore, ad Assen potevi vincere e sei caduto: sembra un po’ il mondiale delle occasioni perse?

«Speriamo che lo diventi anche per gli altri. La realtà è che quest’anno, in tutto il campionato, sono caduto solo due volte, purtroppo, però, sempre in gara».


L’aspetto positivo è che sei molto veloce e gli avversari, per diversi motivi, non sembrano irresistibili: è così?

«Sì, abbiamo dimostrato di avere velocità in tutte le piste, ma adesso per il campionato tutto si complica, anche se, come si dice, non è finita finché non è finita. L’obiettivo adesso è fare delle belle gare e vincere dei GP, poi vedremo cosa succederà».

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