MotoGP, Assen 2016. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP d'Olanda

MotoGP, Assen 2016. Spunti, considerazioni e domande dopo il GP d'Olanda
Quali sono state le chiavi del GP? E’ stato giusto fermare la gara con la bandiera rossa? Quali sono state le difficoltà di Lorenzo?
26 giugno 2016

Quali sono state le chiavi del GP?

1) Il meteo, ovviamente: ha condizionato pesantemente il risultato;

2) Le gomme Michelin: con il bagnato si è girato pochissimo ed è normale che i piloti si siano trovati in difficoltà, al di là della tenuta delle gomme. E’ stato un po’ come nelle prime gare sull’asciutto, quando cadevano in tanti. Poi la situazione è migliorata e si è stabilizzata: sarà così anche per le gomme da bagnato. Intanto, però, gli pneumatici sono stati ancora una volta determinanti;

3) La frenesia di Rossi e Dovizioso: Valentino voleva forzare per mettere al sicuro un successo ampiamente alla sua portata, Andrea vedeva la possibilità di conquistare un grandissimo risultato. Entrambi sono stati traditi dalla troppa foga;

4) La tranquillità di Marquez: con Rossi fuori gara e Lorenzo in grandissima difficoltà, il pilota della Honda ha potuto amministrare, senza forzare più di tanto, accontentandosi di un secondo posto di grandissimo valore. Anche questo ha spianato la strada al successo di Jack Miller.


E’ stato giusto fermare la gara con la bandiera rossa?

Sì, non c’erano le condizioni di sicurezza per continuare.


E’ stato giusto ripartire?

Sì, senza alcun dubbio: questa volta la Race Direction ha agito bene.


Jack Miller, vincendo, ha dimostrato che è stato giusto il passaggio dalla Moto3 alla MotoGP?

Miller ha guidato benissimo: vincere in queste condizioni significa che sai pilotare bene, hai un gran controllo della moto e talento («In molti non credevano nel nostro progetto, ma questo successo mette il sigillo sulle mie capacità: so guidare una moto. Mi davano dell’idiota per le troppe cadute, ma non è così» ha detto orgoglioso Miller). Anche Livio Suppo, Team Principal HRC, ha voluto sottolineare, ai microfoni di SKY che: «Tutti ci criticavano per aver portato Miller in MotoGP, invece abbiamo fatto bene». Suppo, ovviamente, deve difendere le scelte della HRC, ma il successo di Jack è stato fortuito: non riconoscerlo significa, a mio modo di vedere, essere poco obiettivi.


Marquez si è accontentato del secondo posto o, effettivamente, non ne aveva di più?

Si è accontentato del secondo posto (giustamente). Marquez: «Prima del via, i miei meccanici mi avranno detto almeno 40 volte di finire una gara sul bagnato… Quando Miller mi ha raggiunto e passato, ho provato a tenere un po’ il suo ritmo, ma poi era assolutamente inutile rischiare: è un secondo posto che vale una vittoria».


Quali sono state le difficoltà di Lorenzo?

Lorenzo: «Gara1 è stata una delle peggiori della mia vita, paragonabile a quella di Assen del 2014. In Gara2 sono andato un po’ meglio, ma il decimo posto è dovuto solo alle cadute degli altri piloti, non a meriti miei. Non avevo fiducia con l’anteriore, non ero competitivo in nessuna situazione, non potevo forzare in staccata, in curva e in uscita». Insomma, un disastro.


Ma è una questione tecnica o psicologica?

A mio modo di vedere psicologica: la Yamaha, come ha dimostrato Rossi, era competitiva anche in questa situazione.


Giri veloci in gara2 (tra parentesi a che giro è stato ottenuto)

Rossi 1’49”485 (2); Redding 1’49”866 (11); Miller 1’50”296 (6); Marquez 1’50”399 (6); Laverty 1’50”716 (10); P.Espargaro 1’50”998 (10); Vinales 1’51”304 (10); Barbera 1’51”393 (11); Iannone 1’51”511 (12); Bautista 1’51”599 (11); Lorenzo 1’51”643 (10).

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