MotoGP. Austin 2016. Iannone: “Trattato come un cane”. Dovizioso: “O secondo o terzo”

MotoGP. Austin 2016. Iannone: “Trattato come un cane”. Dovizioso: “O secondo o terzo”
Dopo il podio, il pilota di Vasto si toglie qualche sassolino: “Nonostante tutto quello che mi è stato detto, non ho perso velocità e concentrazione. Avete visto Pedrosa: quest’anno è facile sbagliare”. Sicuro il Dovi: “Sarei salito sul podio”
11 aprile 2016

AUSTIN Ride Andrea Iannone: dopo la caduta all’ultima curva in Argentina, dopo tutte le polemiche che ne sono seguito, un podio è la migliore delle medicine.

«Dopo Termas me ne hanno dette di tutti i colori: era importante reagire, non perdere la concentrazione e la velocità che ho dimostrato di avere fin dalla prima gara. Diciamo che questo risultato è la risposta a tutto quello che è successo».


In qualche modo, la tua condotta di gara è stata condizionata da quanto accaduto in Argentina? Nel warm up eri stato velocissimo, ma all’inizio hai faticato parecchio?

«Al via sono stato prudente e moto attento, mi sono anche preso due carenate e ho perso posizioni. Non mi sono però innervosito, ho mantenuto la calma in una situazione che era veramente critica: era facilissimo commettere in errore».


Ma se Dovzioso e Pedrosa non fossero caduti, avresti potuto salire ugualmente sul podio?

«Se si guardano i tempi, si vede che sono arrivato a fine gara con lo stesso distacco da Lorenzo che avevo dopo pochi passaggi, non ha guadagnato nulla su di me, perché sono riuscito a tenere un ottimo ritmo. Sicuramente la loro caduta mi ha reso tutto più semplice, ma ero veloce e stavo recuperando: me la sarei giocata».


Cosa pensi dell’incidente tra Pedrosa e Dovizioso?

«Si è visto che è facile commettere un errore, che non sono solo io a sbagliare. Con le Michelin e con la nuova elettronica cambiano tutti i riferimenti e gli automatismi: a volte ti viene da fare un’azione istintiva, che però non è quella corretta».
 

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DOVIZIOSO: “IN DUCATI SANNO COSA STO FACENDO”

Ancora una volta, invece, Andrea Dovizioso deve raccontare una grande gara, chiusa però con uno zero in classifica. E questa volta il Dovi ha anche rischiato di farsi male.

«Sì, in un certo senso sono stato fortunato: se mi avesse preso più avanti con la moto, le conseguenze avrebbero potuto essere ben peggiori».
 

Rimane la soddisfazione di un’altra bella gara, dopo due giorni molto difficili.

«Non siamo stati veloci in prova, ma in gara viene fuori la realtà: poteva essere il terzo podio in tre gare, sarei stato l’unico, con Marquez, a ottenere un simile risultato. Invece, per la seconda volta sono caduto non per colpa mia: non possiamo farci niente, se non guardare agli aspetti positivi e ripartire, a Jerez, da quelli».


Dopo le grandi difficoltà di fine 2015, puoi essere soddisfatto di quanto stai facendo.

«Risultati a parte, naturalmente, sono molto contento del mio inizio di campionato. Oggi eravamo tutti al limite, non avevamo grip sull’anteriore, bisognava solo essere fluidi. Anche Lorenzo era in difficoltà e visto come ha girato alla fine, me la sarei giocata per il secondo posto. Alla peggio avrei finito terzo, comunque sul podio, che sarebbe stato un grande risultato in ottica campionato, perché credo che quest’anno vedremo tanti alti e bassi e bisognerebbe sfruttare le situazioni favorevoli. L’aspetto positivo è che lavoriamo bene in prova anche se non siamo veloci».


Tu e Iannone vi state giocando un posto in Ducati per il 2017: quanto contano queste cadute sulla riconferma?

«E’ logico che i risultati fanno la differenza, ma tutti sappiamo cosa potevo fare, sono fatti, non supposizioni. Dentro al box stiamo lavorando bene e in Ducati lo sanno, bisogna guardare anche altri aspetti, non solo i numeri».


Perché in prova sei sempre più in difficoltà che in gara?

«Credo ci sia modo e modo di guidare, per arrivare a certi risultati in gara lo devi fare nel modo giusto al momento giusto, mentre in prova puoi fare un tempo non dico casualmente, ma quasi».


Vai a Jerez con quale spirito?

«Positivo: è più facile accettare un brutto risultato quando sai di non aver colpa. Non sono ancora contento al 100%, perché non riesco ancora a guidare come mi piacerebbe, ma posso dire la mia. Abbiamo dimostrato di poterci giocare il podio, ma non siamo ancora pronti per la vittoria. Ecco perché dico che dobbiamo ancora lavorare