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«Alla fine non posso essere contento, è un peccato non essere sul podio dopo una gara così bella. Dall’inizio alla fine il ritmo è stato ottimo, ci sono stati un sacco di sorpassi, con quattro piloti con caratteristiche differenti: è stato un GP a Phillip Island vecchia maniera, con Honda, Yamaha e Ducati, ma anche la Suzuki a inizio gara. Ecco quindi che è un grande peccato non essere sul podio, anche perché credo che c’erano le potenzialità di conquistarlo - spiega Rossi -. Ho perso sette punti da Lorenzo in una giornata in cui la mia competitività era buona: del risultato, quindi, non sono troppo soddisfatto, ma per il resto sì. Purtroppo ieri non abbiamo lavorato bene, colpa mia e del team: abbiamo perso tempo inseguendo modifiche che non hanno portato vantaggi e in qualifica non eravamo pronti. Se fossi partito davanti avrebbe potuto essere una gara differente: ma è una nostra colpa, non possiamo recriminare su niente. Dobbiamo fare tesoro di questi errori per la prossima gara, che sarà un altro GP cruciale: in ogni caso abbiamo dimostrato di avere un buon potenziale e di essere competitivi. Per quanto riguarda la battaglia in pista, siamo troppo lenti in rettilineo, quello è il nostro punto debole, in particolare il mio, perché Lorenzo è sempre un po’ più veloce di me, forse anche per le sue dimensioni fisiche. Ecco quindi che per me è stato difficile lottare con Honda e Ducati: non capiamo perché la mia Yamaha è più lenta di quella dell’anno scorso».
E’ stata una delle più belle sfide di sempre?
«Io ne ho fatte tante, sicuramente questa è la più bella di quest’anno, anche perché c’erano tre moto differenti a giocarsela. Non sono contento perché avevo la velocità per poter battere Lorenzo: mi spiace non esserci riuscito».
Adesso si va in Malesia con 11 punti di vantaggio: come vedi la situazione?
«Bisogna rilassarsi e andare a Sepang cercando di capire gli errori fatti, soprattutto nella giornata di sabato. Da almeno 10 gare diciamo che è una gara importantissima: quella della Malesia sarà molto, molto, molto importante. Tre volte importante. Questo campionato cambia faccia continuamente: quando arrivo davanti io, sono io il favorito, quando arriva davanti Jorge diventa lui. Credo che soltanto dopo l’ultimo giro a Valencia si capirà veramente chi è il più forte. Si è visto anche qui che ogni GP fa storia a sé e sarà così anche a Sepang».
Sarà fondamentale finire davanti a Lorenzo in Malesia?
«La cosa più importante è arrivare davanti a Valencia dopo l’ultima gara».
Chi è più sotto pressione?
«La pressione nasce dalla velocità che hai in pista: se io ieri fossi stato più competitivo, avrei potuto mettergli più pressione».
Lo stress è molto elevato?
«Sì, quando il campionato è così tirato è uno stress. Ti svegli alla mattina e ti viene subito in mente i punti che hai di vantaggio. Ma è uno stress positivo: meglio che essere quarto staccato di 50 punti».
Sei orgoglioso dello spettacolo?
«Sì, ma mi girano di più i maroni per non essere sul podio. Oggi l’uomo del giorno è stato Iannone: Marquez e Lorenzo si sa che sono veloci».