MotoGP Australia. Dovizioso: "Adesso mi guardano diversamente"

MotoGP Australia. Dovizioso: "Adesso mi guardano diversamente"
Andrea carico dopo il trionfo di Motegi. “E’ stata una gran gara, non solo l’ultimo giro: abbiamo dimostrato di essere veloci, di aver lavorato bene nel box. Dico “abbiamo”, perché la MotoGP, ormai, è sempre più un lavoro di squadra. Marquez mi ha sempre rispettato, ma non pensava che potessi giocarmi il titolo”
19 ottobre 2017

PHILLIP ISLAND – Dopo due giorni di vacanza a Bangkok, Andrea Dovizioso è arrivato a Phillip Island con grandi motivazioni: la vigilia del GP d’Australia inizia, manco a dirlo, ripercorrendo la vittoria di Motegi.

«Arrivare qui dopo un successo dà grande forza d’animo, eccitazione, tifo, complimenti. Tutti elementi molto importanti: ti danno una bella forza. Riguardando la gara, ho apprezzato l’intero GP più ancora degli ultimi giri: quelli sono stati la ciliegina sulla torta, hanno confermato la mia lucidità. Più in generale, la gara di Motegi ci ha fatto capire che siamo lucidi, che lavoriamo bene, che siamo veloci: è importantissimo esserlo contro Marquez e la Honda, che riescono a essere competitivi in tutte le piste. Motegi è stati un fine settimana particolare, perché ha sempre piovuto: va preso con le pinze, ma sono riuscito a gestire bene tutte le situazioni».

Fai finta di non essere Dovizioso: rivedendo la gara, su chi avresti scommesso nel finale?

«Su Marquez, anche se era al limite. Negli ultimi tre giri aveva tirato molto, aveva fatto la strategia giusta e aveva preso un piccolo margine».

Poi, però, ha sbagliato. Perché lo hai messo sotto pressione?

«Non credo fosse tanto sotto pressione è che, come fa sempre, ha continuato a tirare al 100% indipendentemente dalle gomme: non ha fatto un errore grande. Del resto, cosa vuoi dire a un pilota che da un minuto alla seconda Honda che arriva al traguardo? Però, come ho già detto e come si è visto anche in passato, nessuno è imbattibile, nemmeno Marquez».

Credi che adesso ti temerà un po'?

«Ha sempre avuto rispetto nei miei confronti, anche se probabilmente non pensava che mi potessi giocare il campionato, come è normale che sia per i miei risultati passati. Adesso, un po’ tutti mi guardano in maniera differente».

Il duello finale fra Dovizioso e Marquez
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Quando dice che tutti dentro al box sono stati bravi, a chi ti riferisci?

«Nella MotoGP di oggi non conta solo il pilota e il suo ingegnere, ma tutto il team: bisogna gestire l’elettronica, scegliere gomme e assetti, mettere insieme tutti i dati. Alla fine, come è normale che sia, decide il pilota, ma è più che mai un lavoro di squadra».

Devi solo migliorare in qualifica: non può andare sempre bene partendo dalla terza fila…

«Sì, è un limite che ho, anche se molto dipende dalla pista, dalle condizioni che ci sono. Non è però così fondamentale: quest’anno, in poche gare si è tirato al 100% dall’inizio alla fine, c’è la possibilità di recuperare».

Sembra che nel paddock siano in tanti a tifare per te.

«Percepisco che c’è tanta voglia che sia io a vincere. Credo ci siano vari motivi, forse anche perché non sono un pilota che cerca di mettere zizzania tra gli altri, sono tranquillo e sereno nel rapporto con tutti».

Chi sono i piloti che mettono zizzania?

Andrea sorride ma non risponde.

Adesso, ti conosce gente per le quali prima eri uno sconosciuto.

«Il mondo funziona così e la MotoGP non fa eccezione: se non vinci, sei uno dei tanti, anche se arrivi sempre nei primi 5 del campionato più difficile. Non sono d’accordo, ma funziona così: viene considerato solo se vinci».

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