MotoGP. Brivio: "Viñales, veloce sul giro e nel passo"

MotoGP. Brivio: "Viñales, veloce sul giro e nel passo"
Il team manager Suzuki analizza i tre giorni di test australiani, chiusi con lo spagnolo davanti a tutti: “La moto non è cambiata da Sepang, ma adesso siamo più a posto, soprattutto a livello elettronico. E qui Maverick va fortissimo”. Sugli altri: “Questa è una pista particolare, difficile fare una valutazione: si sono ribaltati i valori di Sepang”
19 febbraio 2016

Punti chiave

Una Suzuki davanti a tutti: sono solo test, ma è comunque una bella soddisfazione. Come conferma il team manager Davide Brivio.

«Sicuramente è stato un ottimo test per Maverick Viñales: su questa pista si trova molto bene, gli piace molto e anche nel 2015 disputò a Phillip Island la sua migliore gara stagionale. Detto questo, è piacevole vedere che la nostra moto gli permetta di esprimersi: ha fatto un ottimo lavoro, è sempre stato veloce ogni volta che è entrato in pista. Ha anche un buon passo, non è stato efficace solo in un giro sporadico. Siamo contenti, anche perché abbiamo avuto la possibilità di provare parecchio materiale, di verificare diverse soluzioni: è stato un test positivo sotto diversi aspetti».

 

Cosa è cambiato rispetto a Sepang?

«Nella moto non è cambiato nulla: qui avevamo lo stesso materiale di Sepang. L’elettronica è però sicuramente più a punto: a Sepang, per esempio, avevamo avuto dei problemi con il freno motore, nel senso che non eravamo ancora perfettamente a posto, così come con il “traction control”. Qui non siamo ancora al 100%, ma certamente è stato fatto un bel passo in avanti: tutto questo messo insieme, ci ha permesso probabilmente di migliorare».

 

Più in difficoltà Aleix Espargaró: come mai?

«Strano, anche lui fatica a dare una spiegazione. Non si è mai trovato molto bene su questa pista che non è certo una delle sue preferite, non è mai riuscito a trovare un buon feeling con la moto. A Sepang e a Valencia era molto contento, anche dell’anteriore, mentre qui ha faticato, nonostante abbiamo provato di tutto, facendo tanti cambiamenti. E’ un tracciato un po’ particolare, diversa dalle altre, con anche gomme specifiche per questo tracciato: Aleix cercherà, al contrario di Maverick, di dimenticarsi questo test e di concentrarsi sul Qatar».

 

Tante cadute oggi: dovute a cosa, secondo te?

«Sì, mi sembra che siano state addirittura 14. Nel pomeriggio la pista era piuttosto fredda, è calata di molto la temperatura e c’era vento: non so se questo ha influito. Sono state tre giornate un po’ particolari, con tanta pioggia: i piloti hanno avuto poco tempo per provare e nel finale di oggi, quando la pista era asciutta, tutti hanno cercato di recuperare il tempo perso, ma la situazione era un po’ al limite come temperatura. Può essere stata questa la causa delle tante scivolate di oggi, perché a Sepang non c’erano stati i problemi di Valencia e tutti erano contenti delle gomme. Anche qui il feeling era buono. Noi abbiamo fatto tre cadute, due con Espargaro e una con Viñales, tutti in frenata, a moto dritta, alla solita curva 4 (il tornantino a destra, NDA), per la chiusura dell’anteriore. Qualcosa che è sempre successo, anche in passato».

 

Detto della Suzuki, fai finta di essere l’inviato di Moto.it a Phillip Island e fai un’analisi di quanto fatto da Honda, Ducati e Yamaha.

«Ho visto delle prestazioni altalenanti: Lorenzo, che aveva strabiliato a Sepang, facendo preoccupare un po’ tutti, qui non è mai stato brillante. Sembra aver lavorato meglio Rossi, anche a livello di passo e di ritmo: è stato un po’ strano. In Casa Honda, Màrquez è stato brillante, è tornato costantemente nelle posizioni di vertice, dopo essere stato in ombra a Sepang. Qui, invece ha faticato di più Pedrosa: strano anche questo fattore da interpretare. Sul fronte Ducati, oggi le due più veloci sono state le due Avintia (Barberà e Baz, NDA), mentre sono rimasti un po’ in ombra sia Dovizioso sia Iannone. Insomma, in generale si sono ribaltati i valori di Sepang, a conferma che questa è una pista un po’ particolare. In ogni caso, noi ci godiamo il momento».

L'intervista a Davide Brivio
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