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BRNO – Dentro al paddock, non c’è una sola persona che non apprezzi Cal Crutchlow: simpatico, sincero, diretto, mai banale, onesto nell’ammettere i suoi errori e i suoi punti deboli. Mai una scusa per Cal: «Marquez vincerebbe anche con la mia moto» ripete dall’inizio dell’anno. Così, quando sale sul gradino più alto del podio, sono in tanti a commuoversi e ad applaudirlo. «Ho aspettato tanto questo momento, ma adesso, dopo che tre settimane fa ho provato la più grande emozione della mia vita vedendo nascere mia figlia Willow, provo una gioia differente da quella che mi immaginavo» racconta con quegli occhi spiratati che contribuiscono a renderlo un personaggio unico, davvero divertente. «Più della gara, è stato difficile “gestire” Lucio Cecchinello (il team manager, NDA): ogni volta che passavo sul traguardo lo vedo fare avanti e indietro, sbracciarsi, fare segnali incomprensibili… Volevo dirgli: vai dentro al box, beviti un caffè e rilassati!» scherza, come sempre Crutchlow.
Il momento che ha cambiato la sua gara è stato sulla griglia di partenza, quando Cal ha deciso per entrambe le gomme dure: oltre a lui, solo Loris Baz e Tito Rabat hanno fatto la stessa scelta.
«La morbida non mi convinceva, ero certo che non avrebbe finito la gara, per questo ho optato per la dura al posteriore. A quel punto, però, ho detto: se dura deve essere, lo deve essere anche l’anteriore. I primi giri sono stati un incubo, poi, però, ho visto che davanti nessuno scappava veramente e a quel punto ho capito di potercela fare, anche se sapevo che non sarebbe stato facile superare tanti avversari. Una volta al comando, è stato tutto relativamente facile: avevo un bel vantaggio, ho potuto “giocare” e gestire le gomme».
Un risultato più che meritato, arrivato oltretutto una settimana dopo la doppietta della Ducati, la moto che Crutchlow aveva deciso di lasciare a fine 2014.
«Sono stato molto contento di quello che hanno fatto e in Austria mi sono subito complimentato con gli uomini Ducati. Ma io non mi sono mai pentito della mia scelta: sono in una grande squadra, che lavora a stretto contatto con la Honda, che sta facendo di tutto per assecondarmi. Sinceramente, non posso chiedere di più».
Grande Cal!