MotoGP. Brno addio, che peccato!

MotoGP. Brno addio, che peccato!
Era dal ’65 che il mondiale faceva tappa da quelle parti, prima sulle strade di Brno e dal 1987 sull’autodromo dedicato al primo presidente della Cecoslovacchia, Masaryki. Perdiamo uno dei tracciati più amati da due generazioni di piloti
6 febbraio 2021

Lo avevamo anticipato a dicembre: la Repubblica Ceca rinunciava al suo turno nel calendario della MotoGP 2021 per motivi economici. Troppo alti i costi che Brno avrebbe dovuto sopportare: la riasfaltatura completa del circuito (5.800 metri, per una spesa di quasi quattro milioni di euro) e la quota (lievitata fino a sei milioni) da passare a Dorna per l’organizzazione di una prova mondiale.

Nei giorni scorsi è arrivato il comunicato che sembra mettere fine al GP non solo per quest’anno, ma per molti anni a venire. La direttrice dell'autodromo, Ivana Ulmanová, ha infatti specificato che "nessun evento sportivo o culturale di importanza mondiale è economicamente possibile da organizzare senza un adeguato sostegno pubblico".

Perché il circuito è privato, appartiene come tutti sanno alla famiglia Abraham, ma in un contratto “misto” è la città di Brno che è tenuta di fatto a sostenere ogni spesa di gestione. Facile immaginare che d’ora in avanti, una volta superate la crisi e la pandemia, Brno ospiterà soltanto gare nazionali ed internazionali, ma niente mondiale.

Brno è un tracciato che quasi tutti i piloti amano fin dal 1987: insieme al Mugello era spesso indicato come il migliore layout europeo. Per le numerose curve di diverso raggio, le ampie variazioni altimetriche con salite e discese sensibili, i sorpassi facilitati dalla larghezza della pista.

Era tra i circuiti preferiti da Max Biaggi, che lassù vinse tre volte in 500 come prima di lui Wayne Rainey e più avanti avrebbe fatto anche Marc Marquez; Max si era costruito ben prima la fama di imbattibile: quando aveva trionfato a Brno quattro volte di seguito negli anni dei suoi titoli mondiali in duemmezzo, dal ’94 fino al ‘97.

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La prima vittoria di Valentino

E’ naturalmente anche la pista di Valentino Rossi, che qui conquistò il suo primo GP il 18 agosto del 1996 in sella alla Aprilia 125, in volata su Martinez. Quel giorno Biaggi dominò la 250, sempre con l’Aprilia, mentre in 500, dopo la pole di JM Bayle (!), Alex Crivillè al fotofinish ebbe la meglio su sua maestà Mick Doohan, con Capirex quinto davanti all’ex crossista iridato e campione del supercross USA: il formidabile Bayle. Rossi ha vinto qui una volta anche con la 250 (nel ‘99) e poi cinque volte nella top class, l’ultima nell’anno del titolo 2009.

Di fatto, è un pezzo importante del motomondiale che se ne va. Brno è inserito nel calendario dal lontano 1965, quando era ancora un circuito stradale, ma era dagli anni Venti che si correva su quelle strade, Nuvolari e Villoresi hanno corso e vinto con le auto. Originariamente era un percorso di quasi 30 km, ricavato sulle vie solitamente aperte al traffico e nel ’49, quando fu accorciato a 18 km, una Ferrari vinse la prima gara europea del dopoguerra.

La moto approdarono a Brno nel 1950, prima in gare internazionali, poi dal 1965 anche mondiali con il percorso accorciato a 13.940 metri.

Nella 500 di quel ‘65 (13 giri per 181 km!) Hailwood precedette il giovane compagno in MV Agostini di oltre un minuto, mentre in 350 vinse Redman (Honda) e in 250 Read (Yamaha). Nella 125 Perris, con la Suzuki, staccò di parecchi minuti un nugolo di MZ e CZ.

Il percorso “stradale” fu accorciato a 10,9 km nel 1975, ma dopo l’edizione del 1982 il GP fu giudicato troppo pericoloso e tolto definitivamente dal calendario. I piloti della 500 avevano smesso di andarci già cinque anni prima, le potenze troppo elevate per quelle strade e quegli asfalti.

A Brno continuarono a disputarsi prove dell’europeo ed altre formule minori fino a quando, nell’87, fu finalmente completato il circuito odierno e permanente di 5.394 metri. La prova si chiamava GP della Cecoslovacchia fino al ’91, poi, con la scissione dalla Slovacchia, GP della Repubblica Ceca.