MotoGP. Carmelo Ezpeleta risponde alle critiche ed è convincente a metà

MotoGP. Carmelo Ezpeleta risponde alle critiche ed è convincente a metà
Il patron di Dorna non ci sta, respinge le tante critiche che da più parti gli sono piovute addosso negli ultimi mesi sulla Sprint Race e sul nepotismo, fa il punto sullo stato del campionato e sulle prospettive del 2023
28 dicembre 2022

L'intervista è su motorsport.com. Il collega Oriol Puigdemont parte dalla Sprint Race, e come il nostro Zam si chiede se non sarebbe stato più saggio introdurre questa novità in modo progressivo, come ha fatto la F1. Ventuno gare in più non rappresentano un cambiamento troppo radicale? Il CEO di Dorna Sport non si nasconde. E qui appare abbastanza convincente.

"Per noi - ha risposto - è stato chiaro fin dall'inizio: se vuoi dare impulso al programma del sabato devi farlo sempre. E poi questo nuovo format incide anche sulla domenica: con la scomparsa del warm-up di Moto3 e Moto2 e l'accorciamento del warm-up della MotoGP, si apre una finestra in cui è possibile svolgere attività promozionali con i piloti, in circuito e in televisione. Questa iniziativa è stata accolta con entusiasmo e non si può offrirla ad alcuni GP e negarla ad altri".

Quando Dorna sbaglia, domanda il giornalista maliziosamente, siete capaci di fare autocritica?

"Sappiamo cosa succede e perché succede. Abbiamo fatto degli errori l'anno scorso, per esempio abbiamo sbagliato a mettere in calendario i GP di Jerez e del Portogallo così vicini. Al Mugello abbiamo sbagliato programmando la gara in concomitanza con la F1 a Monaco. Non siamo affatto refrattari all'autocritica, io ho l'obbligo di analizzare ciò che stiamo facendo bene e ciò che sbagliamo, ma non condivido in alcun modo certi discorsi catastrofici. L'addio di Valentino ha avuto un impatto, ma stanno arrivando altri campioni. La Francia, grazie a Quartararo e Zarco, era più affollata che mai. Non c'è depressione".

L'intervista tocca anche il tema del... nepotismo. La recente nomina di Tomè Alfonso, nipote di Carmelo, a responsabile della sicurezza del GP al posto di Franco Uncini, è apparsa discutibile a molti. Non dimentichiamo che il figlio di Carmelo, Carlos Ezpeleta, è attualmente il direttore sportivo del campionato... Qui il CEO di Dorna sembra arrampicarsi un po' sugli specchi: ha deciso la FIM, per Tomè, e poi tutti e due sono bravissimi...

"La nomina di Tomè appartiene alla FIM, è la federazione che sceglie la persona incaricata di omologare i circuiti in calendario. Riporto le parole di Jorge Viegas, il presidente FIM: se qualcuno conosce una persona qualificata come Tomè dovrebbe presentarcela, Tomè è stato responsabile di tre circuiti come Qatar, Alcaniz e Sokol, e nessuno si è mai lamentato. Queste sono le parole di Viegas per Tomè, per mio figlio parlo io e dico: abbiamo bisogno di persone qualificate, se conoscete qualcuno preparato come mio figlio Carlos presentatemelo e lo assumeremo".

Naturalmente Ezpeleta ha preferito sorvolare su un'altra parola: opportunità. Nomine inopportune, a nostro avviso, come minimo la seconda anche se la prima è stata accettata e sembra soddisfare tutti quanti.

L'intervista si è allargata al calendario, alla sostenibilità, alla F1. Temi che abbiamo già sentito trattare da Ezpeleta. Più interessante l'argomento della rivalità tra i piloti. Se n'è parlato tanto anche sul nostro sito, il grande rispetto tra i piloti non spegne un po' la tensione e l'interesse del pubblico?

"Sono appena stato premiato dal giornale Sport per i valori che il nostro campionato trasmette. Qui abbiamo rivali che si battono in pista senza doversi picchiare per attirare la gente. Il finale del 2015 ha fatto registrare un picco di interesse bestiale, ma ho già detto che non mi piaceva e sono sincero. Non mi è piaciuto che Lorenzo e Pedrosa non si parlassero, non mi è piaciuto che Rossi e Biaggi si siano colpiti sui gradini del podio a Barcellona.

Nella boxe l'organizzatore vuole che i pugili si insultino e addirittura si sputino addosso alla pesatura, ma io non sono d'accordo. Mi piace la rivalità perché aiuta lo sport e la popolarità, ma per esempio per me vincere va bene ma prendere in giro chi perde non va".

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