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E’ stata una lunga giornata quella di Carmelo Ezpeleta: il CEO della Dorna ha incontrato parecchie testate italiane, concedendo una lunga video intervista a moto.it. Per Dorna è il 31esimo mondiale, ricorda Ezpeleta, che analizza nel dettaglio tantissimi argomenti: uno dei meriti di Carmelo è quello di rispondere sempre a tutte le domande con grande chiarezza. Si parte dalle 21 gare in calendario: tante, forse troppe.
Ma si faranno tutte? “Al momento sono confermate - risponde Ezpeleta - ma abbiamo imparato che bisogna affrontare gara per gara. Abbiamo però avuto assicurazioni dall’Indonesia (deve essere rifatto parte dell’asfalto, NDA), dall’Argentina, dove, ci dicono, la situazione è solo controllo, dagli Stati Uniti. Poi si arriva in Europa, dove è tutto un po’ più semplice. Anche la Finlandia ha confermato l’impegno (ci sono voci che dicono che siano finiti i soldi per il completamento del circuito e delle infrastrutture, NDA)”.
Per quanto riguarda l’Italia, Carmelo conferma Mugello e Misano fino al 2026, mentre per il futuro assicura che “non si andrà oltre le 21 gare”. A una MotoGP stellare, mai così equilibrata, con sei Case costruttrici competitive, fanno da contraltare, secondo me, una Moto3 e una Moto2 meno importanti se confrontate con 125 e 250 del passato. “Rispetto ogni opinione, ma secondo me non è così: è chiaro che la MotoGP ha più importanza, ma Moto2 e Moto3 per noi valgono molto: per Dorna è imprenscindibile la presenza di tre categorie”. Più la MotoE.
Ma il futuro non sarà solo elettrico. “Al momento abbiamo un campionato 'ibrido' con tre categorie con motore endotermico e una con motore elettrico: sarà così anche in futuro. Cambieranno i carburanti, con precise scadenze nel 2024 e nel 2027, ma non spariranno i motori a scoppio”. Dorna ha fatto tanto per la sicurezza, ma Ezpeleta assicura che non ci si ferma: “Stiamo studiando un sistema avveniristico per avvertire immediatamente i piloti in caso di pericolo: qualcosa introdurremo già nel 2022, altre novità più avanti. Si tratta di innovazioni importanti”.
Il numero uno del motomondiale afferma che si interverrà con sanzioni sempre più dure per eliminare o comunque ridurre le pericolose manovre dei piloti della Moto3. Poi si torna a parlare di MotoGP: otto Ducati sono troppe? La Casa di Borgo Panigale ha troppo potere? “No, non è così. I team hanno fatto delle scelte, anche Honda e Yamaha erano pronte a fare sei moto, ma alla fine abbiano otto Ducati: è chiaro che il mio ideale, come quello degli appassionati, sarebbe avere in pista quattro moto per Casa, ma al momento non è possibile”. Su Valentino Rossi: “Dobbiamo essere grati a Valentino, è stato un 'regalo' per la MotoGP, ma il motomondiale esisteva prima di lui e continuerà anche senza di lui. Abbiamo uno sport meraviglioso: sono convinto che molti spettatori portati alle gare da Valentino continueranno a seguire il motociclismo per la sua spettacolarità”.
Ma non è una MotoGP povera di personaggi? “No, stiamo crescendo. L’importante è aprire a più nazioni, non solo Spagna e Italia. Quartararo, per esempio, ha fatto crescere tantissimo il motomondiale in Francia”. Poi si parla anche di Marc Marquez (“L’ho visto molto bene, in grande forma, con il suo vecchio sguardo”), della serie “Unlimited” prodotta da Amazon sulla MotoGP (“E’ bellissima. Ma mi hanno detto che io non faccio testo perché sono appassionato; allora l’ho fatta vedere a non appassionati e sono rimasti favorevolmente colpiti”) e di altro ancora. Una ventina di minuti davvero piacevoli: grazie a Carmelo Ezpeleta.