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Sarà Andrea Iannone ad affiancare Jack Miller? Per il momento è solo un’indiscrezione, ma Ducati ci sta pensando veramente. Anche se non è ancora stato comunicato, sembra scontata la promozione di Miller nel team ufficiale (Petrucci: “Miller ha ormai un piede dentro al box”), ma al suo fianco è molto difficile che ci sarà uno dei due piloti attuali: “Io e Andrea ci giochiamo il posto libero” aveva detto sempre Danilo a “MotoGP Round Table”, ma la verità sembra differente. “Il rinnovo di Dovizioso sarà solo un problema economico” aveva dichiarato settimana scorsa il Direttore Sportivo Paolo Ciabatti a Moto.it. La logica vorrebbe che Dovizioso e la Ducati trovino un accordo, se non altro per opportunità: ognuno è la soluzione migliore per l’altro. Ma i rapporti tra Dovizioso e il direttore generale di Ducati Corse, Gigi Dall’Igna, sono sempre tesi, per non parlare di quelli con l’amministratore delegato Claudio Domenicali. E così, il problema economico sembra diventare insormontabile: Andrea, pur capendo la situazione, chiede che venga riconosciuto il suo valore (come dichiarato in più interviste dal manager Simone Battistella), mentre a Borgo Panigale continuano a ribassare l’offerta, come se l’intenzione fosse quella di arrivare a uno scontro con il pilota più vincente del box.
In Ducati, si sa, sono bravissimi a credere sempre che qualsiasi altro sullo schieramento di partenza possa fare meglio dei piloti sotto contratto: è successo in passato perfino con Casey Stoner, poi con Valentino Rossi, quindi con Cal Crutchlow (“Me ne sono andato da Ducati perché loro pensavano a Iannone” ha dichiarato Cal a “MotoGP Round Table”), poi con Iannone/Dovizioso, poi con Jorge Lorenzo. Adesso tocca a Danilo Petrucci e, di nuovo, ad Andrea Dovizioso, entrambi non ritenuti all’altezza di una moto che a Borgo Panigale continuano a pensare vincente con altri piloti. Così si è deciso di promuovere Miller al posto di Petrucci, al quale, al massimo, verrà offerta la SBK, e da qualche tempo si sarebbero intensificati i contatti con Iannone, ancora in attesa, però, di sapere come andrà a finire il ricorso al TAS per la squalifica per doping fino a giugno 2021. “Iannone è un ottimo pilota, ma dai comportamenti discutibili. Francesco Guidotti (team manager Pramac Ducati) ha detto che lo riprenderebbe in squadra, ma ormai credo che quella sia una storia conclusa, anche perché quella squadra serve per lanciare i giovani” aveva detto Ciabatti a moto.it. Ma l’idea clamorosa è quella di riportare Iannone nel team ufficiale: Dall’Igna sarebbe favorevole, anche perché nel 2016, quando c’era da scegliere uno dei due Andrea da affiancare a Lorenzo, l’ingegnere avrebbe puntato su Iannone, che però preferì non investire su stesso, rifiutando un ingaggio considerato troppo basso. Ovviamente, però, tutto dipende dal TAS. E non solo.
Ammesso che sia così, Dovizioso che fine farebbe? “L’intenzione è confermare i nostri quattro piloti” ha detto il direttore tecnico Pit Beirer più volte, l’ultima proprio ieri a moto.it. Ma se ci fosse la possibilità di prendere Dovi, è difficile pensare che la KTM se la faccia scappare. “E’ giunto il momento di raccogliere risultati, senza più scuse” ha detto Beirer (leggi l'intervista) e Andrea sarebbe un’occasione magnifica per fare un altro, decisivo passo in avanti. Se Iannone dovesse veramente andare in Ducati, si libererebbe anche il posto in Aprilia, che proprio quest’anno ha rivoluzionato la moto facendo un netto passo in avanti. Ma, attenzione: Dovi potrebbe anche smettere di correre se nessun progetto (Ducati compresa, naturalmente, anche se per altri motivi) dovesse soddisfarlo in pieno: la voglia di dedicarsi a tempo pieno al motocross è sempre più grande.
Tornando alla Ducati, bisogna sostituire Jack Miller nel team Pramac. Il primo nome sulla lista è quello di un altro australiano, Remy Gardner: ha le caratteristiche adatte per quella squadra, potrebbe essere il giovane da far crescere a fianco del riconfermato (non è ancora ufficiale) Pecco Bagnaia. Sarà veramente così? L'alternativa potrebbe essere però anche Jorge Martìn.