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L’ultimo Gran Premio disputato in Austria non è stato particolarmente ricco di spunti di carattere tecnico, così ho pensato di sfruttare il momento per fare una verifica dei passi avanti che le Case stanno facendo nel lavoro di sviluppo delle loro MotoGP.
Per un’analisi obiettiva senza il rischio di esprimere delle semplici opinioni personali c’era bisogno di raccogliere qualche dato, così ho pensato di compilare una tabella con i tempi più significativi e le velocità di alcuni piloti di riferimento per ogni marca.
Ne è uscito un quadro piuttosto interessante, per certi versi addirittura sorprendente, che merita un’analisi approfondita. Il tracciato di Zeltweg è stato modificato dopo il GP del 2021 con l’aggiunta della variante che ha spezzato la progressione di velocità nel tratto successivo alla curva 1; ho analizzato quindi soltanto le prestazioni relative agli ultimi tre GP d’Austria disputati, 2022, 2023 e 2024.
Ho ritenuto che fosse interessante valutare innanzitutto la prestazione pura, il dato più interessante per capire il potenziale del pacchetto moto/pilota, quindi il miglior crono ottenuto in qualifica (Q2, o Q1 per chi in Q2 non è riuscito ad entrare) e la miglior velocità misurata nella parte finale del rettilineo principale.
Ho ordinato poi i dati relativi alla prestazione fatta registrare in gara e cioè il giro veloce ed il tempo totale di gara. Si tratta, va detto, di un’analisi relativa alle prestazioni segnate in un tracciato particolare che, in virtù della sua conformazione, ha caratteristiche uniche legate a dei tratti di grande accelerazione seguiti da staccate altrettanto energiche e pochi tratti guidati.
Non è detto che, in un’altra pista, lo stesso tipo di analisi porterebbe esattamente agli stessi risultati. Il tracciato austriaco tanto amato dalle Ducati, però, è anche adatto per poter valutare il progresso delle moto in accelerazione e, soprattutto, l’abilità raggiunta nel gestire la prestazione della gomma in gara: proprio per le caratteristiche di questa pista, sia l’anteriore che la posteriore tendono ad andare facilmente su con le pressioni e le temperature, con le conseguenze che tutti ormai conosciamo bene.
La prima cosa da mettere in evidenza è che le prestazioni dei piloti Ducati, Bagnaia sopra tutti, attestano che la MotoGP progredisce: in tre stagioni il tempo in qualifica è migliorato di quasi un secondo, è sceso di circa mezzo secondo il miglior crono in gara, mentre il tempo totale di gara e la velocità massima non hanno fatto registrare variazioni significative.
Questo attesta come il progresso sia stato realizzato con il miglioramento delle velocità medie tenute dal pilota in curva e, su un tracciato così, significa aver reso più efficace la staccata e dato al pilota la possibilità di gestire meglio la riapertura del gas in uscita.
Il secondo dato significativo è quello di Aprilia e KTM. Sia Vinales che Binder sono decisamente migliorati in Q2 tra il 2022 ed il 2023: oltre mezzo secondo in meno nel miglior crono e qualche km/h di velocità in più. Mentre il trend non è stato mantenuto quest’anno, con un tempo in qualifica uguale se non peggiore di quello fatto segnare un anno fa.
La loro prestazione in gara, inoltre, non ha segnato variazioni significative nei tre anni: questo dice che il problema non risolto è, per entrambi i pacchetti, quello della gestione della prestazione delle gomme in gara.
Preoccupante, infine, la situazione delle giapponesi e dei loro piloti. Mir con la Honda non è stato in grado, nemmeno quest’anno, di ripetere il miglior crono ottenuto con la Suzuki nel 2022; anche la velocità massima è stata inferiore, seppur di poco, benché la Suzuki non fosse certo il riferimento per la prestazione del suo 4 cilindri in linea.
In casa Honda deve aver preoccupato anche il dato fatto registrare da Marquez, che quest’anno con la Ducati ha segnato un giro veloce in Q2 migliore di ben 1,2 secondi rispetto a quello che aveva ottenuto con la RCV nel 2023...
Yamaha non può certo trovare un appiglio per sentirsi serena: la migliore prestazione di Quartararo è quella del 2022, poi si è fatto solo peggio ed il dato del tempo totale di gara nel confronto 2023-2024 è a dir poco imbarazzante.
Le due Case giapponesi devono assolutamente rivedere in toto il loro modo di intendere la MotoGP e le corse in generale, con una rifondazione totale dei loro reparti tecnici e sportivi.