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Se Marc Marquez non avesse sbagliato alla prima curva del primo GP, arrivando poi quinto al traguardo, sarebbe cambiato qualcosa? E se il campione della Honda non fosse caduto nei GP d’Argentina, Italia, Catalunya, Gran Bretagna e Aragon avrebbe lottato per il titolo? Se Andrea Dovizioso avesse battuto Rossi in Qatar cosa sarebbe successo? Se Jorge Lorenzo non fosse scivolato a Misano si sarebbe arrivati all’ultima gara per assegnare il titolo? Se Valentino Rossi non avesse fatto quelle dichiarazioni prima di Sepang, Marquez avrebbe corso in maniera differente in Malesia e a Valencia? Si può andare avanti all’infinito: come sempre avviene nello sport, c’è un episodio su cui recriminare e che avrebbe potuto cambiare il destino del campionato. Un “giochino” per rivivere la stagione GP per GP: ecco quindi l’edizione 2015 di “Se mio nonno avesse le ruote”, ormai un appuntamento fisso per Moto.it.
Pronti via ed ecco subito un episodio determinante per il campionato: Marquez sbaglia alla prima curva, finisce fuori pista e riparte ultimo. La sua rimonta si conclude al quinto posto: suona il primo campanello d’allarme sulla competitività della Honda, anche se nessuno ci fa caso. Senza quell’errore, lo spagnolo sarebbe probabilmente salito sul podio, ma difficilmente avrebbe vinto. Ce l’avrebbe potuta invece fare Jorge Lorenzo, in testa fino a quattro giri dalla fine prima di essere rallentato da un incredibile problema al casco (il movimento dell’imbottitura interna ostruisce la visuale del pilota), che lo costringe al quarto posto. E cosa sarebbe successo se Andrea Dovizioso fosse riuscito a battere Valentino Rossi nell’ultimo giro? Avrebbe potuto essere una vittoria molto significativa per il campionato di Dovizioso, che avrebbe guadagnato moltissimo in autostima. Da ricordare anche i problemi al braccio destro di Dani Pedrosa, che decide di fermarsi dopo il GP per subire l’ennesima operazione.
Ad Austin si lotta solo per il secondo posto, Marc Marquez è imbattibile indipendentemente dalla competitività della moto. Alle sue spalle Andrea Dovizioso e Valentino Rossi, con Jorge Lorenzo solo quinto e battuto anche da Andrea Iannone (come era già successo in Qatar): questa volta è un problema fisico a rallentare il campione della Yamaha. Un mezzo passo falso, dalle conseguenze importanti: Jorge perde punti pesanti in campionato.
Marquez va in testa al primo giro e ci rimane fino al 24esimo, quando viene superato da un Rossi in grande rimonta dall’ottava posizione iniziale, grazie anche alla scelta della gomma dura anteriore. Lo spagnolo, però, non ci sta, prova a resistere e si tocca con Valentino, completamente davanti a lui: è un episodio decisivo per il campionato, perché Marquez, cadendo, è convinto di aver subito un torto, ritiene in qualche modo irregolare la manovra di Rossi. Ma se Marc si fosse accontentato, avrebbe certamente chiuso al secondo posto, conquistando 20 punti fondamentali per il campionato. Ancora in difficoltà Lorenzo, che contro l’opinione del team sceglie gomme più morbide: il quinto finale allontana pericolosamente Jorge dalla vetta del campionato.
A Jerez Lorenzo vince facile, dominando alla sua maniera dal primo all’ultimo giro, in un GP condizionato dai guai fisici di Marquez, che arriva secondo con il mignolo della mano sinistra fratturato pochi giorni prima in allenamento. Per come corre in quelle condizioni, la sensazione è che, se fosse stato meglio fisicamente, avrebbe potuto giocarsi il gradino più alto del podio, mentre Rossi sale sul podio ma per la prima volta della stagione non è troppo competitivo. Un GP che cambia le sorti del campionato di Lorenzo: se non avesse trionfato, la sua sarebbe stata una crisi difficile da superare. Invece…
Vince Lorenzo davanti a Rossi e Dovizioso, con Marquez quarto ma a 19”890: per la prima volta nella stagione, la Honda appare veramente in difficoltà e si parla insistentemente di problemi di erogazione della potenza. Non ci sono però episodi decisivi o sui quali recriminare.
La Ducati sogna soprattutto con Dovizioso, che però è costretto al ritiro da un problema alla corona posteriore. E’ un episodio per certi versi decisivo per il campionato di Andrea, che vede svanire la possibilità di conquistare un grandissimo risultato e perde fiducia. Al 18esimo giro, Marquez cade per la seconda volta in gara, mentre lotta per il secondo posto con Andrea Iannone (poi secondo al traguardo): Marc prova a sopperire con il suo talento alle deficienze della sua moto, ma butta via almeno 16 punti importantissimi per il campionato.
Lorenzo vince il quarto GP consecutivo, Marquez cade nuovamente al terzo giro mentre è secondo: il suo campionato è definitivamente compromesso. Al secondo posto finisce Valentino Rossi, con una grande rimonta finale che lo porta a meno di un secondo dal compagno di squadra, per un risultato dai grandi risvolti psicologici: Valentino capisce di potersela nuovamente giocare con Jorge, che, al contrario, perde un po’ di sicurezza. Bello il ritorno sul podio di Pedrosa: se non avesse deciso di farsi operare al braccio destro dopo il GP del Qatar, la sua carriera avrebbe anche potuto concludersi con anticipo. Fortunatamente è andata diversamente.
Ultimo giro: Marquez recupera quasi mezzo secondo e all’ultima chicane tenta il tutto per tutto azzardando il sorpasso su Rossi, che appena sente il contatto, rialza la moto e trionfa tagliando la curva, mentre Marc è secondo. «Da Valentino ho imparato che si può vincere facendo motocross» sibila lo spagnolo livido di rabbia, mentre la direzione gara decide di non intervenire. Un errore dalle conseguenze terrificanti, perché poi si arriverà a una sorta di regolamento dei conti tra i due: la “race direction” avrebbe dovuto sanzionare uno dei due o addirittura entrambi. In quel momento, Marquez giura vendetta all’ex amico: si può dire che questo è un episodio fondamentale della stagione 2015.
La Honda torna protagonista e fa la prima doppietta dell’anno con Marquez primo e Pedrosa secondo, che a metà gara riesce ad avere ragione di Rossi. Un sorpasso significativo, che dà a Dani la consapevolezza di aver recuperato la miglior condizione fisica.
Negli USA Marquez si conferma imbattibile: vince attaccando nel finale Lorenzo. L’episodio decisivo avviene all’ultimo giro alle loro spalle, con Rossi che infila di prepotenza Pedrosa: se non ce l’avesse fatta, le conseguenze sarebbe state pesanti per la classifica.
Nessuna sorpresa a Brno, nessun episodio su cui rimuginare, in un GP stile F.1: i primi quattro al traguardo – Lorenzo, Marquez, Rossi e Iannone – sono gli stessi piloti che avevano occupato i primi quattro posti in qualifica.
Si gira per due giorni sull’asciutto e Lorenzo sembra praticamente imbattibile. Ma prima del via inizia a piovere, si parte dopo una pausa con le gomme “rain” e i valori vengono completamente ribaltati: vince Rossi, davanti a un incredibile Petrucci e a Dovizioso. Lorenzo è solo quarto, Marquez finisce un’altra volta a terra, in un altro GP per certi versi decisivo: se non avesse piovuto, Lorenzo avrebbe probabilmente conquistato la vetta del campionato.
Ecco un GP dove i se si sprecano: cosa sarebbe successo se non avesse piovuto? E se non avesse smesso di piovere? E se Rossi non avesse superato Lorenzo lasciandogli, di fatto, la possibilità di decidere la tattica migliore? E se Jorge avesse fatto la sua gara senza “marcare a uomo” Valentino? E se Lorenzo non fosse caduto con le slick? Ognuno può decidere quale “se” è stato più determinante sull’esito finale del campionato.
Lorenzo torna alla vittoria, Marquez cade nuovamente, il secondo posto se lo giocano all’ultimo giro Rossi e Pedrosa, che, forse, per la prima volta nella sua carriera, batte il rivale italiano nel passaggio conclusivo. Anche questo è un episodio molto importante: quei quattro punti persi avrebbe fatto molto comodo.
Ancora una volta, le condizioni meteo incidono sul risultato finale: si inizia con la pioggia, si finisce con la pista praticamente asciutta. Lorenzo, dominatore, va in crisi e finisce solo terzo, alle spalle di Rossi e di un bravissimo Pedrosa, al primo successo nel 2015. E’ una gara che evidenzia le difficoltà di Marquez, finito quarto a 27”, mai così distanziato dal compagno di squadra.
Marquez, Lorenzo, Rossi e Iannone si superano complessivamente 52 volte in 27 giri, per quello che, apparentemente, è uno dei più bei GP della storia della MotoGP. Anche in questo caso, tanti i se su cui dibattere: se Marquez non avesse superato Lorenzo all’ultimo giro? Se Iannone non avesse battuto, sempre all’ultimo giro, Rossi? Se Iannone non fosse finito largo alla prima curva dell’ultimo giro? Ma, soprattutto, cosa sarebbe successo se Marquez avesse pensato solamente a vincere e non a “rallentare” Rossi, come ipotizzato dal pilota della Yamaha? Risposta all’ultimo se: 1. Marquez, 2. Rossi, 3. Lorenzo. Con effetti probabilmente decisivi sul campionato.
Il primo se su cui discutere avviene giovedì, durante la conferenza stampa, quando Valentino Rossi accusa pubblicamente e duramente Marc Marquez di condotta antisportiva in Australia: cosa sarebbe successo se Rossi non avesse detto quelle cose? In altre parole: Marquez si sarebbe poi comportato nella stessa maniera in gara e poi a Valencia? Sono in tanti a credere che Marc avrebbe agito diversamente, indicando quindi come l’episodio decisivo del 2015 proprio la conferenza stampa del giovedì. Ma nella gara vinta – con grandissimo merito – da Pedrosa, con Lorenzo secondo e Rossi terzo – sono tanti i momenti importantissimi: quello risolutivo, a mio modo di vedere, è il cambio di traiettoria di Valentino nell’ormai tristemente famoso settimo giro, con la conseguente caduta del pilota della Honda. Rossi ha sbagliato reagendo d’istinto a un’azione premeditata di Marquez, manovra che andava immediatamente sanzionata dalla direzione gara: sarebbe cambiato qualcosa se Valentino a Valencia fosse arrivato con meno punti di vantaggio, ma con la possibilità di conquistarsi un posto sullo schieramento e non costretto a partire dall’ultima posizione? Purtroppo, non lo sapremo mai.
“Lorenzo vince gara e campionato, davanti a Marquez e Pedrosa, con Rossi quarto partendo dall’ultima fila. Ma quanti dubbi sul comportamento di Marc” era stata la sintesi a caldo di Moto.it. Qui, più dei “se”, si sprecano i “perché”: perché Marquez, uno che va sempre all’attacco, non ha mai nemmeno infastidito Lorenzo? Perché ha reagito solamente quando è stato attaccato dal compagno di squadra? Perché nel finale non ha sfruttato l’evidente superiorità rispetto a Jorge? Perché, perché, perché? Domande alle quali solo lo spagnolo della Honda potrebbe rispondere.