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CHESTE – L’ingegnere Gigi Dall’Igna, direttore generale di Ducati Corse, fa il punto della situazione dopo l’ultimo GP del 2016 e alla vigilia della stagione 2017 e, soprattutto, del debutto di Jorge Lorenzo sulla DesmosediciGP. Gigi prima parla a ruota libera, poi risponde alle domande dei giornalisti.
«Innanzitutto voglio ringraziare Andrea Iannone per la sua ultima gara con la Ducati: è stato fantastico, mi ha fatto molto piacere per lui. Dopo quattro anni insieme è stato bello lasciarsi così: lo ringrazio per quello che ha fatto, ha corso con la Ducati nel cuore.
Per quanto riguarda la stagione 2016, credo che in classifica abbiamo raccolto molto meno di quello che potevamo, ma dal punto di vista tecnico sono estremamente contento di quanto abbiamo fatto: abbiamo vinto due gare in maniera differente, conquistando in entrambi i GP anche la pole e il giro veloce, in una siamo addirittura riusciti a fare primo e secondo. In altre gare abbiamo sofferto di più, ma sono state molto meno rispetto al 2015: significa che il nostro livello si è alzato. Solo in un paio di GP siamo strati in grande difficoltà, ma in tutti gli altri siamo sempre stati in lotta con i primi, se non addirittura primi. Nel 2016 sono anche accaduti alcuni eventi come quello delle appendici aerodinamiche: quest’anno, tutti i costruttori ci hanno copiati. Questo ci rende felici e orgogliosi: è un riconoscimento al nostro lavoro, siamo qui anche per questo. Nel 2017, come è noto, non ci saranno più le ali, ma anche nell’ultima gara, quando c’è stato il contatto tra Iannone ed Hernandez (durante le libere, NDA) si è visto bene che se le appendici aerodinamiche sono ben progettate non c’è alcun problema di sicurezza».
Hai introdotto il discorso ringraziando Iannone, ma lui ieri è stato piuttosto polemico nei vostri confronti.
«Mi sono riletto le sue dichiarazioni. E’ normale che a fine rapporto ci sia qualcosa che non va, ma anche lui ha ammesso che, tecnicamente, non gli è mancato nulla, che lo abbiamo sempre aiutato per migliorare la moto. Ha parlato di sensazioni, niente di più: per noi sono stati quattro anni bellissimi, siamo cresciuti anche grazie a lui, voglio ricordare le tante cose positive».
Cosa puoi dire della GP17?
«Nel 2016 è emerso che il motore è il nostro punto di forza, mentre fatichiamo ancora a far girare la moto a centro curva: la GP17 è stata sviluppata soprattutto pensando a questo aspetto, senza naturalmente tralasciare gli altri, nemmeno il motore, perché i nostri rivali si avvicineranno».
Sempre in tema di aerodinamica, dal 2017 si potrà fare un solo sviluppo sulla carenatura e sul parafango: è un limite per Ducati?
«Intanto qui, in questi giorni, non vedrete la versione definitiva della carenatura, ma ancora una via di mezzo: abbiamo ancora bisogno di tempo per ragionare sulla forma 2017 e, soprattutto, ci interessa fare dei paragoni di ciclistica tra il telaio nuovo e quello vecchio. Quindi i test saranno ancora con le appendici aerodinamiche, perlomeno per quanto riguarda il team ufficiale. Il regolamento sullo sviluppo fa parte di un compromesso raggiunto all’interno dell’MSMA (l’Associazione dei costruttori), che però dà la possibilità di continuare a lavorare. Va detto, che le Case motociclistiche vanno pochissime volte in galleria del vento, l’investimento in questo settore è piuttosto limitato».
Hai detto testualmente: « abbiamo raccolto molto meno di quello che potevamo, ma dal punto di vista tecnico sono estremamente contento di quanto abbiamo fatto»; significa che l’anello debole sono stati i piloti?
«Hanno fatto degli errori, ma siamo stati sfortunati in tante occasioni, come per esempio a Brno, dove Dovizioso ha avuto un problema con l’anteriore (gomma, NDA), o ad Aragon o a Jerez quando fu fermato da un problema tecnico. Poi, sempre Dovizioso è stato centrato da Pedrosa ad Austin (Dall’Igna, naturalmente, non lo ricorda, ma bisogna anche aggiungere da Iannone in Argentina, NDA): per tutto questo, abbiamo raccolto meno di quanto meritassimo».
Sarà Lorenzo a doversi adattare alla Ducati, o viceversa?
«La scelta più intelligente è trovare un compromesso tra noi: Lorenzo deve capire che la Ducati è molto differente dalla moto che ha utilizzato in questi anni e dovrà adattare un po’ il suo stile di guida, d’altra parte noi sappiamo di avere un grande pilota e dobbiamo assecondarlo il più possibile».
Il terzo posto di ieri su una pista per voi difficile conferma che ormai siete veramente competitivi?
«Rispetto al 2015, siamo migliorati in moltissime gare, siamo stati protagonisti in almeno 15 occasioni: direi che il livello medio complessivo della moto è cresciuto tanto».
Con Lorenzo, l’obiettivo è il titolo mondiale?
«Considerando l’investimento che abbiamo fatto e il pilota che abbiamo, l’obiettivo è provare a vincere il titolo. Poi, alla fine, lo conquista uno solo, ma ci proveremo nel 2017 e in tutti i prossimi anni».
Di Dovizioso cosa puoi dire?
«Ducati è cresciuta anche grazie a lui e sono estremamente contento del suo successo a Sepang: se riusciremo a vincere il titolo con lui saremo felici».
Stoner?
«Non è solo un uomo immagine, ma aumenteremo i suoi test durante l’anno: non proverà settimana prossima a Jerez (ci sarà solo Pirro, NDA), lo farà sicuramente a Sepang prima dei piloti ufficiali».