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La KTM, evidentemente era nel suo destino.
“Quando si è aperta la possibilità con KTM, ero a fare motocross con Tony Cairoli: una curiosa coincidenza…” sorride Danilo Petrucci. “In questi anni, le sole moto che ho comperato sono state KTM, perché sono un grande appassionato di cross: ingaggiandomi, hanno perso un gran cliente. Cercherò di farmi perdonare in qualche modo…”.
Insomma, Danilo si sente nel posto giusto. E al momento giusto.
“Sono stati tra i primi a credere nel potenziale della KTM e già a metà 2019 la moto era cresciuta molto. Poi, nel 2020 ha fatto un passo in avanti importante, diventando molto competitiva. A giugno, quando sono andato in Austria per incontrarmi con loro, in mezza giornata abbiamo pranzato, visitato il reparto corse, firmato il contratto: solitamente ci vogliono molti giorni… Sono veramente felice di essere qui”.
Ma quando ti hanno proposto il team Tech3 e non quello ufficiale, cosa hai pensato?
“Sinceramente me l’aspettavo, perché Oliveira aveva già fatto grandi passi in avanti nel 2019: già allora si meritava la promozione nella squadra ufficiale. E nel 2020 ha fatto vedere quanto è veloce. Quando mi hanno detto che per me ci sarebbe stato posto nel team Tech3, ho solo chiesto se la dotazione tecnica sarebbe stata la stessa dei piloti ufficiali. Ottenuto questo, il resto non mi interessava. Non penso che sia né uno svantaggio né un vantaggio: siamo quattro piloti con la stessa moto e il team Tech3 nel 2020 ha vinto due GP: è una squadra che mi piace molto e Hervé è sempre stato molto gentile come me. Per me era importante stare con KTM, con Tech3 si può fare bene”.
Sembra che tu abbia ritrovato un po’ di serenità ed entusiasmo.
“Ho finito il 2020 con pochissime energie, ho pagato molto l’infortunio di luglio, a fine novembre ero a pezzi. E una risonanza magnetica aveva anche evidenziato due ernie al collo. Ho cercato di tornare alle origini, lavorando come quando avevo 20 anni, anche se adesso ne ho 30… Allenarsi nel centro Red Bull mi ha permesso di prepararmi bene fisicamente, seguito da gente preparatissima: ho potuto lavorare anche sui miei punti deboli”.
Credi che per te sia una stagione chiave?
“Per la verità, lo è dal 2015… Non cambia tanto rispetto al passato, sicuramente sono felice di essere in KTM: dopo tanti anni, era arrivato il momento di cambiare”.
Qual è l’obiettivo?
“Il primo obiettivo è conquistare almeno una gara, come sono riuscito a fare negli ultimi due anni, anche perché sarei uno dei pochi piloti a vincere con due moto differenti… Credo che KTM sia pronta per vincere, che peraltro lo sono tutte le Case in MotoGP. Se guardi al 2020 fai fatica a fare in pronostico, dovresti dire il nome di almeno 15 piloti… Ci vorrà tanta costanza, poi fare la differenza in MotoGP è sempre molto difficile”.
Pensi che la RC16 possa adattarsi al tuo stile di guida?
“Nel 2020 ho seguito spesso i piloti KTM. Quando ho firmato il contratto, Mike Leitner (il responsabile tecnico, NDA), mi ha detto che la moto era vicino al mio stile di guida, perché Pol Espargaro, come me, è molto aggressivo in frenata. Ma la verità che con la KTM va fortissimo anche Pedrosa, che ha un modo di guidare molto differente. Nel 2020 sono andato forte in tanti e sono rimasto sorpreso dalle prestazioni di Binder, subito veloce. Ho una gran voglia di salire sulla moto: ho firmato con Ktm a giugno 2020, ma ancora non ho potuto salire sulla moto a causa del Covid…”.
Come sei stato accolto?
“In KTM credono molto nel fattore umano. Loro fanno tutto al massimo, al 100%, curano ogni dettaglio anche dal punto di vista umano, non solo tecnico. Vogliono farti stare bene, sanno che se sei sorridente sei anche più veloce: mi hanno messo nelle migliori condizioni””.