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“L’idea per Suzuki era Jorge Lorenzo, poi le cose sono andate diversamente”. Ad ammetterlo è Davide Brivio, che nonostante la sua nuova divisa da manager di Alpine/Renault in Formula 1, è tornato a parlare sul canale ufficiale della MotoGP.
Ripercorrendo alcune fasi chiave della sua esperienza alla guida del Team Suzuki Ecstar. Un momento su tutti? La scelta di Joan Mir. “In quel periodo c’era la possibilità di portare Jorge Lorenzo in Suzuki ed avevamo avviato i primi contatti con il pilota e il suo staff”, ha raccontato Brivio. Poi, però, in seno agli uomini del Team Ecstar cominciò a murare l’idea che assicurarsi un grande campione già affermato avrebbe sì costituito una garanzia, ma probabilmente avrebbe anche significato stravolgere la mission di una squadra giovane che aveva sempre scelto di puntare sui giovani.
In cima alla lista delle scommesse da fare c’era, appunto, Joan Mir. “Il progetto Rins stava funzionando - ha proseguito Brivio - e cominciava a emergere l’idea di ripetere l’esperienza di Rins con un altro giovane. Joan Mir aveva fatto suo il campionato di Moto3 vincendo ben dieci gare. Ma aveva una opzione per accasarsi con la Honda. Bastò, però, una breve chiacchierata, perché anche lui era consapevole che la Suzuki sarebbe stata una moto più adatta al suo stile di guida e alle sue caratteristiche fisiche. Accordo fatto e, due anni dopo, anche mondiale vinto”.
Il modo migliore per chiudere una grande storia e prendere sul serio le sirene che nel frattempo arrivavano dalla Formula 1. Perché quello tra Brivio e Suzuki è un sodalizio nato il giorno stesso in cui il marchio giapponese ha deciso di tornare ad investire in MotoGP. “Sahara - ha raccontato ancora Brivio - mi contattò su Facebook per sondare il terreno circa la possibilità di ingaggiare Valentino Rossi. All’epoca lavoravo per Vale e sondai il terreno, ma lui voleva tornare in Yamaha. Nel frattempo, però, le chiacchierate con Sahara si erano fatte sempre più fitte e alla fine mi chiese se avessi avuto voglia di accettare insieme a loro la sfida di tornare nel motomondiale con un team che avesse basi in Italia”.