MotoGP. Dovizioso: "La moto mi permette di fare questo"

MotoGP. Dovizioso: "La moto mi permette di fare questo"
"Partire così vicino mi dà una grande carica, ma sono anche consapevole che non ho il passo di Lorenzo, Rossi, Crutchlow, Pedrosa e Marquez"| G. Zamagni, Losail
6 aprile 2013

Punti chiave


LOSAIL – Quarto, a soli nove millesimi dalla prima fila: i numeri confermano che quella di Andrea Dovizioso è stata una grade prestazione. Al di là del singolo giro con la gomma morbida, il Dovi ha messo in mostra anche un discreto passo: non potrà lottare per il podio, ma per una posizione più che dignitosa sì, sicuramente migliore delle aspettative della vigilia.


«Quando ho fatto 1’55”1 avevo buone sensazioni e questo è molto importante, perché quando sei così vicino ai primi significa che hai fatto un miglioramento nel lavoro. Soprattutto sono molto contento del lavoro fatto dalla squadra nei tre giorni: siamo riusciti ad arrivare in qualifica nella situazione migliore, nonostante ci fosse il vento che soffiasse in direzione contraria rispetto ai giorni scorsi e questo ci ha obbligato a sistemare la Ducati in modo differente.

Riuscire partire per la gara così vicino ai primi mi carica molto, anche se siamo consapevoli che non abbiamo il passo per poter stare davanti, per giocarci il podio

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Mi piace il nuovo formato delle qualifiche, perché hai mezz’ora per lavorare e 15 minuti per fare il tempo. Riuscire partire per la gara così vicino ai primi mi carica molto, anche se siamo consapevoli che non abbiamo il passo per poter stare davanti, per giocarci il podio. Fino adesso è andato tutto bene: se ci saranno dei lati negativi durante la gara cercheremo di controllarli. In ogni caso, sarà tutta esperienza: non siamo arrivati qui per giocarci queste posizioni, nessuno si sarebbe aspettato che fossimo così vicino. E’ tutto un di più che però va considerato con i piedi per terra, perché conta solo la gara. Ma andare a letto così aiuta molto».


Chi ha il passo migliore del tuo?

«Lorenzo è il più veloce, poi ci sono Rossi, Crutchlow, Pedrosa. Marquez è incostante, ma credo sia il suo modo di guidare: anche in Moto2 faceva così, ma in gara non faceva tanti errori. In MotoGP potrà farli, perché non ha i riferimenti delle staccate, i freni sono diversi, cambia l’influenza della scia, la prima staccata è complicata, soprattutto a seconda di dove soffierà il vento. Si dovrà adattare, ma andrà forte e seguendo gli altri potrà andare facilmente più forte».

Solitamente tu vai più forte in gara che in prova…
«Diciamo che sto vivendo una situazione anomala, perché non è nelle mie caratteristiche sfruttare al meglio la gomma morbida. Ma ho tanta motivazione, più esperienza e la moto mi permette di fare questo. Sono molto curioso di vedere cosa succederà in gara: penso che non siamo messi così bene».


Che sensazione ti dà aver messo Rossi dietro?

«Logicamente è importante e una soddisfazione, però sappiamo bene che il passo ce l’ha, è un “animale” da gara. Quindi non voglio dire che è possibile mettere dietro Rossi, perché lui è più costante, ma questa Ducati è tutta nuova per me e, magari, mi sorprenderà in positivo anche domani».

 

Andrea Dovizioso
Andrea Dovizioso

Sembra quasi che tu sia più apprezzato adesso dopo questi tre giorni di prove che in tutti gli anni passati; come mai?
«Quando sei in un team ufficiale con una moto competitiva, devi fare certi risultati altrimenti vieni considerato un “pilotino”. Ma non è così, perché anche le moto migliori non è che vanno così bene, come sembra da fuori: sono anche i piloti che ci sono sopra che la fanno diventare così competitiva e speciale. Ho sempre detto che Pedrosa, Lorenzo, Rossi, Stoner sono i più forti, fanno la differenza: riuscire a batterli è un’impresa. In questi anni, quando non ci sono riuscito, non era perché ero una “pippa”, ma perché negli ultimi anni c’è stato un livello stratosferico. Io penso di aver fatto delle buone stagioni, anche se pure io avrei voluto di più. Da fuori si fa fatica a capire e vedo anche molta “ignoranza” a giudicare i piloti: bisognerebbe essere un po’ più equilibrati nei commenti, perché certe cose non si sanno».

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